lunedì 16 settembre 2013

XX Settembre, festa di laicità, libertà, concordia. Uccisa dal fascismo e dalla partitocrazia.

Il 20 settembre è una giornata di festa.
Una festa purtroppo abolita e dimenticata, dal Fascismo prima e della Repubblica partitocratica poi.
La vera festa dell'Unità d'Italia in quanto il 20 settembre del 1870 l'Italia, con la conquista di Roma da parte dei Bersaglieri e la deposizione del potere temporale dei papi, divenne, finalmente, davvero unita.
Una giornata di concordia fra le ideologie politiche democratiche - repubblicane mazziniane, socialiste, garibaldine, monarchiche - e le sensibilità spirituali, siano e fossero esse cattolico democratiche, ebraiche o massoniche.
Una giornata che permise agli italiani di essere davvero, per una volta, fratelli. Una giornata che il più grande Sindaco di Roma, ovvero Ernesto Nathan, soleva ricordare con un grande discorso a Porta Pia, dai profondi contenuti laici e spirituali al contempo.
Una giornata - il 20 settembre - purtuttavia invisa ai clericali ed ai fascisti e, nel dopoguerra, invisa ai comunisti - allora a braccetto ideologico con clericali e missini - ed ai democristiani che, non a caso, introdussero - per far piacere al Vaticano - in Costituzione, i fascistissimi Patti Lateranensi.
E' così che oggi, il 20 settembre, è una festa non ricordata, caduta in disuso, disprezzata da quella Repubblica Monarchica dei Partiti che nel 1948 tradì gli ideali di Mazzini, Garibaldi e Cavour e consegnò il Paese nelle mani dei nuovi barbari che si spartirono in Potere. Dc e Pci in testa, pur contrastati da qualche laico intransigente che, in cuor suo, non aveva dimenticato la lezione del Partito d'Azione, unico partito italiano a non essere mai sceso a patti con nessuno ed aver coerentemente portato avanti ideali di laicità e libertà.
Oggi, solo la Massoneria italiana nelle sue varie Obbedienze, il Partito Radicale e le associazioni mazziniane e garibaldine, rammentano ancora il 20 settembre con manifestazioni pubbliche a Porta Pia. Eppure senza il 20 settembre l'Italia non sarebbe diventata un Paese laico, civile, liberale e l'istruzione pubblica non sarebbe mai stata gratuita ed estesa a tutti, ma esisterebbero ancora profondissime disparità fra classi sociali. 
La Storia, ad ogni modo, l'hanno riscritta altri, ovvero gli eredi delle dittature rosse e nere, oltre che i nuovi barbari eredi di Berlinguer, Berlusconi, Bossi e Grillo che, se non ci fosse stata la falsa rivoluzione di Tangentopoli, oggi, sarebbero a vendere patate al mercato.
Il 20 di settembre di quest'anno scadrà il termine di presentazione dei dodici referendum Radicali. Referendum che vorrebbero abolire il finanziamento pubblico ai partiti, il sistema perverso dell'8 per mille, l'ergastolo, per separare le carriere dei magistrati ed altri, tutti molto interessanti, come sempre sono le proposte dei Radicali.
E' difficile prevedere se le firme necessarie saranno tutte raccolte, per quanto ce lo auguriamo. Purtuttavia, anche se i quesiti passassero con dodici SI' a maggioranza, siamo certi che questo o il prossimo Parlamento - composto dalla stessa partitocrazia che ha ucciso ogni spirito liberale degli ultimi 150 anni - non li disattenderebbero ?
Abbiamo stima di Marco Pannella, ma vogliamo anche ricordare che "questi" Parlamenti con "questi" partiti, sono quelli che gli anno negato il voto come Presidente della Repubblica e lo hanno negato anche ad Emma Bonino.
E' facile, molto facile, firmare dei quesiti referendari come ha fatto Berlusconi (ma ve lo ricordate quando egli definì "comunisti" i referendum liberisti dei radicali del 1999 ? Sic !). Molto più difficile è sostenere battaglie liberali e civili in Parlamento. E "questi" partiti, mandanti della scomparsa del 20 settembre quale Festività Nazionale, di civile e liberale non hanno proprio nulla.
Luca Bagatin
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

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