domenica 12 gennaio 2014

In memoria dell'impresa di Fiume e della Carta del Carnaro



Leggevo in questi giorni sulla rivista di cultura esoterica "Officinae" gli articoli di Antonio Binni e Luigi Pruneti relativi all'impresa dannunziana di Fiume e la relativa Carta del Carnaro (per leggere il documento completo clikkare qui sopra), ovvero la Costituzione di Fiume, redatta dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris (nella foto a destra), con l'approvazione del medesimo Gabriele D'Annunzio (nella foto a sinistra).
Un'impresa profondamente libertaria, che fece di Fiume - anche se solo per un brevissimo periodo - una città dai liberi costumi (anche sessuali, al punto che nella Fiume dannunziana fu tollerata l'omosessualità) e che produsse un documento avanzatissimo per l'epoca: libertà di associazione, libertà di divorziare, libertà religiosa e di coscienza (al punto che si proibirono i discriminarori crocifissi nelle scuole), assistenza ai disoccupati ed ai non abbienti, promozione di referendum, promozione della scuola pubblica, risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario, inviolabilità del domicilio ed altro ancora che nemmeno la Repubblica italiana partitocratica del 1948 garantirà mai.
Un'impresa che non va dimenticata e, unitamente a quella della Repubblica Romana del 1849, andrebbe onorata e ricordata da tutti i liberi pensatori.

Un'impresa che sarebbe stata sostenuta certamente anche da noi di Amore e Libertà, che qui ne rechiamo testimonianza e memoria.

Luca Bagatin
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

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