mercoledì 15 ottobre 2014

José "Pepe" Mujica: un Presidente che ha saputo incarnare i principi umanitari d'Amore e di Libertà. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Un anno e mezzo fa, nel maggio 2013, dopo quasi vent'anni di attività politica nell'area laica e libertaria, decisi di fondare “Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.orgwww.amoreeliberta.blogspot.it), un pensatoio (anti)politico e (contro)culturale alternativo alla partitocrazia ed al malaffare politico italiano, europeo e non solo.
Un pensatoio che nasceva in antitesi al sistema dei partiti, al potere politico, alla globalizzazione che ingloba, che, ispirato ad Anita Garibaldi, ma anche a suo marito Giuseppe ed a Mazzini, proponesse un elenco di punti concreti: dall'autogestione delle imprese sino alla legalizzazione della cannabis; dal riconoscimento del matrimonio omosessuale sino alla legalizzazione del suicidio e dell'eutanasia; dall'abolizione degli enti pubblici inutili sino ad un sistema elettorale ricalcato sull'esempio dell'Agorà greca.

Nel corso di quest'anno e mezzo, il mio attivismo nell'ambito di “Amore e Libertà”, mi ha portato a studiare e ad approfondire diverse figure storico-politiche che, eredi di Garibaldi e di Mazzini, ma anche di Simon Bolivar, si sono ispirate, nella loro azione politica ed istituzionale, ai principi di amore e libertà. Ovvero ad una visione umanitaria e sentimentale dell'esistenza.
Ho osservato che, pressoché tutte queste figure, provenivano da quell'America Latina vilipesa e sfruttata dagli opposti imperialismi: sovietico (sino alla caduta del Muro di Berlino) e statunitense.
Fra costoro Juan Domingo Peron e sua moglie Evita, Hugo Chavez, Evo Morales (rieletto di recente a Presidente della Bolivia), Nestor Kirchner e...José Mujica, detto affettuosamente “Pepe”.
Quest'ultimo, attuale Presidente dell'Uruguay (terra che peraltro ospitò i coniugi Garibaldi per ben sette anni ove, peraltro, si sposarono nel 1842) dal 2009 ha, assieme alla moglie Lucia Topolansky, deciso di continuare a vivere in povertà, come agricoltore, in una modesta casa di campagna.
La cosa che più mi ha colpito di Mujica, assieme alla sua coerente scelta di vita, sono anche i risultati ottenuti dal suo governo ed il fatto che il programma portato avanti dalla sua compagine governativa – il Fronte Ampio – è esattamente il programma del movimento che ho fondato nel 2013, ovvero “Amore e Libertà”. E lui, "Pepe" Mujica, è anche riuscito ad attuarlo concretamente.
Penso al progetto di autogestione delle imprese da parte dei lavoratori; alla legalizzazione della marjiuana; agli investimenti nella scuola e nell'educazione, triplicati in pochi anni; alla legalizzazione del matrimonio omosessuale e l'adozione di bambini da parte di coppie gay. Tutte riforme che, dal 2005 ad oggi, sono state attuate e non sono affatto state imposte ai cittadini, bensì sono nate - come ama ricordare lo stesso Mujica - anche e proprio su ispirazione dei suoi stessi concittadini.
La grandezza del Presidente Mujica, infatti, è anche questa: dare al Parlamento ed ai cittadini la più ampia centralità possibile della vita politica del Paese, al punto che il suo governo non ha mai attuato nulla per decreto.
I risultati, del resto, si sono visti e sono anche stati ottimi: in Uruguay l'indice di disoccupazione è sceso al 6%; i salari sono in aumento; il PIL è cresciuto del 6% in dieci anni ed il tasso di povertà è diminuito dal 39% al 6%.
Ma chi è José Alberto “Pepe” Mujica Cordano ? Questo Presidente che incarna così bene gli ideali tipici di una possibile Civiltà dell'Amore, ove al governo vi sono solo persone di cuore, lontane anni luce dalla gestione del Potere ? Quale la sua vicenda umana e politica ?
José Mujica Cordano nasce a Montevideo nel 1935, da padre di origine basca e da madre di origine genovese e, giovanissimo, fu influenzato dalla idee peroniste dello zio materno, Angel Cordano. Terminato il liceo, il govane Pepe, inizierà a frequentare gruppi studenteschi di orientamento anarchico e, negli anni, approfondirà il pensiero di Proudhon, Bakunin, Kropotkin e Marx, oltre che si interesserà alla letteratura ed alla biologia, dimostrando anche particolare interesse per la professione agricola dei genitori.
Nella seconda parte degli Anni '50, Mujica, si avvicinerà e collaborerà a lungo con Enrique Erro, un deputato del Partito Nazionale - Ministro dell'Industria nel 1959 - il quale si era presentato come candidato a tutela della classe lavoratrice e meno abbiente.
Alle elezioni del 1962, Erro, sostenuto sempre dal giovane Mujica, si presentò nella coalizione formata da Unione Popolare e Partito Socialista, ma ottenne solo il 2,3% dei consensi.
Fu così che, ben presto, Pepe Mujica si rese sempre più conto che l'Uruguay - uscito da quelle ultime elezioni - si stava progressivamente avviando verso una deriva autoritaria.
Fu così dunque che, poco tempo dopo, Mujica aderirà al Movimento di Liberazione Nazionale (MLN) Tupamaros, fondato da Raul Sendic, già militante del Partito Socialista, il quale ispirò il suo movimento a Tupac Amaru, ovvero all'ultimo sovrano dell'Impero inca, eroe dei popoli andini in lotta contro gli spagnoli.
Il MLN Tupamaros, in sostanza, attraverso l'attività di guerriglia e di assalto ad istituti bancari, mirava a combattere la deriva autoritaria e dittatoriale dei regimi neo-militaristi dell'Uruguay e a ridistribuire la terra ai contadini ed ai meno abbienti.
La violenze commesse dai guerriglieri Tupamaros, va detto, non furono mai gratuite, ma sempre dettate dalla necessità politica di liberare il Paese dall'autoritarismo al pari di quanto fecero, in quegli anni, i Montoneros peronisti, per liberare l'Argentina dalla dittatura militare.
Fra i Tupamaros, dunque, anche il nostro Mujica e Lucia Topolansky, che successivamente diverrà sua moglie, i quali purtuttavia ribadiranno sempre la loro contrarietà ad una deriva militarista del Movimento.
Nel 1972, Pepe Mujica, fu catturato dai militari e spedito in carcere, ove rimarrà sino al 1985, subendo umiliazioni e torture, sino allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, assieme ad altri compagni del suo Movimento.
Nel 1985, con la fine della dittatura, Mujica ed i suoi compagni furono amnistiati e, pur ritornato alla sua attività di agricoltore e di fioraio, non smise mai di fare politica.
Assieme ad altri suoi compagni Tupamaros, infatti, creò il Movimento di Partecipazione Popolare che, alle elezioni del 1994, si presentò all'interno del Fronte Ampio, ovvero una coalizione eterogenea di forze di sinistra e di centro, di ispirazione socialista, cristiana e libertaria e fu eletto quale primo tupamaros in Parlamento ed il suo stile semplice e sobrio - con jeans e senza cravatta - lo caratterizzeranno subito quale politico “diverso” rispetto agli altri.
Saranno proprio la sobrietà e la ricerca della felicità per tutti, fatta anche della ricerca del tempo libero, in luogo di una vita di lavoro e di sfruttamento del lavoro attraverso la ricerca di una ricchezza effimera, i punti cardine degli ideali di Pepe Mujica. Ideali agli antipodi rispetto alla realpolitik ed alla politica tradizionale – che inizierà ad attuare già come Ministro dell'Agricoltura nel 2005, facendo abbassare il costo della carne per i meno abbienti - e saranno proprio tali ideali, assieme al suo linguaggio diretto, a renderlo popolarissimo, anche all'estero. Oltre che, come abbiamo già scritto, la sua scelta di vivere semplicemente, continuando a coltivare la terra - anche oggi che ricopre la carica di Presidente dell'Uruguay - assieme a sua moglie ed a Manuela, la sua cagnetta zoppa, permettendo ai senzatetto di utilizzare i palazzi presidenziali.
Interessante anche la sua concezione libertaria della rappresentanza popolare alle elezioni, molto vicina all'idea dell'Agorà greca. In un'intervista, infatti, egli affermò: “La gente prende molto sul serio il tema della rappresentanza e finisce per credere di rappresentare qualcuno. Per me è un'idea assurda, anche se la Costituzione dice varie cose, e in questo credo di continuare ad essere un libertario. Nessuno rappresenta gli altri”.
Nell'ottobre 2009, José Mujica è dunque candidato del Fronte Ampio alle elezioni nazionali e ne esce vincitore con il 52% dei consensi. Dei risultati soddisfacenti del suo governo abbiamo già parlato. Rimane solo da aggiungere la sua critica al consumismo ed al capitalismo, oltre che all'austerità. Lo fa in più occasioni, anche di fronte a Capi di Stato e di Governo distratti, in video che, purtuttavia, faranno il giro del mondo attraverso il web.
A proposito dell'austerità praticata anche dalla nostra Europa, Pepe Mujica afferma:
La sobrietà è concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui che però ti tolgono il tempo per vivere... Lo spreco è invece funzionale all'accumulazione capitalista che implica che si compri di continuo, magari indebitandosi sino alla morte”.
Concetti semplici, ma gli unici davvero in grado di farci riflettere relativamente alla crisi mondiale che ci sta attanagliando e dalla quale possiamo uscire solo attraverso persone animate da due soli valori: l'Amore e la Libertà. Ovvero la ricerca di quella Civiltà dell'Amore che, leader come José "Pepe" Mujica, hanno già attuato, concretamente, nel loro Paese.

Luca Bagatin

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