lunedì 24 novembre 2014

"Un mondo nuovo": finalmente in tv si parla del Manifesto di Ventotene e di Europa unita e fraterna. Peccato che gli italiani preferiscano distrarsi con le solite scemenze "commerciali". Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Sarà stato anche un flop di ascolti (2,9 milioni di telespettatori), ma, finalmente, in prima serata e su Rai Uno, si è data voce a quell'antifascismo laico e federalista a cui la voce è sempre stata negata in quest'Italia che ha a cuore più i destini delle partite di calcio, piuttosto che le libertà civili, sociali ed individuali che persone come Altiero Spinelli (1907 - 1986), Ernesto Rossi (1897 - 1967) ed Eugenio Colorni (1909 - 1944) hanno portato avanti a rischio della loro stessa vita.
E' stato così che domenica 23 novembre abbiamo potuto assistere a “Un mondo nuovo”, film tv di Alberto Negrin che ha ricostruito le vicende storiche di Altiero Spinelli, ex militante comunista che abiura il comunismo per scegliere la strada dell'antifascismo laico; Ernesto Rossi, giornalista di formazione economica, liberalsocialista del Partito d'Azione e fra i fondatori del primo Partito Radicale ed Eugenio Colorni filosofo ebreo, anch'egli di fede politica liberalsocialista.
Vicende che, dal confino nell'Isola di Ventotene al quale furono costretti dal regime fascista, li porteranno ad ideare – nel 1941 ed in clandestinità - il celebre Manifesto di Ventotene, che – allora utopisticamente – parlava di Europa unita e federale, di popoli europei affratellati e di visione democratica del Continente, senza più Stati sovrani. Visione che, peraltro, recuperava gli ideali di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi, già elaborata nell'ambito della Giovine Europa (1834).
Il Manifesto di Ventotene, come si può osservare nel film tv, viene scritto ed elaborato dai tre senza farsi scoprire dalle milizie fasciste dell'Isola e sarà poi diffuso all'esterno grazie al contributo di due donne: Ursula Hirschmann – allora moglie di Eugenio Colorni (e successivamente diverrà moglie di Altiero Spinelli, dopo la morte di Colorni, ucciso barbaramente da una banda di fascisti)– e Ada Rossi, moglie di Ernesto Rossi.
Un Manifesto, quello di Ventotene, che sarà destinato a fare clamore sia durante il regime mussoliniano che negli anni a venire, al punto che, nel 1984, Altiero Spinelli propone al Parlamento Europeo – nel quale era stato peraltro eletto nel 1979, come indipendente nelle liste del PCI – un progetto costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa che, pur approvato, sarà successivamente bocciato dal Consiglio Europeo. Da allora, peraltro, si intensificheranno i rapporti di amicizia e collaborazione fra Spinelli ed il Partito Radicale di Marco Pannella, peraltro erede, per molti versi, del Partito Radicale fondato negli Anni '60 dallo stesso ex amico di Spinelli, Ernesto Rossi.
Peccato che, nella fiction televisiva, manchino dei tutto questi accenni, così come manca il riferimento alla cultura azionista e liberalsocialista di Riccardo Bauer e dello stesso Rossi, definiti di ispirazione “anarchica” (sic !).
Se osservata bene, la vicenda di Spinelli, Rossi e Colorni, ovvero la vicenda che ha portato alla formazione del Manifesto di Ventotene e ciò che è accaduto dopo la guerra, sino ai giorni nostri, possiamo vedere come quelle lucide utopie siano state disattese, vilipese ed offuscate dai politicanti, dai burocrati e dai banchieri dei singoli Sati europei che, anziché volere una politica comune europea, su basi democratiche, hanno preferito mantenere gli Stati sovrani ed introdurre una moneta unica che, di fatto, avvantaggia solo le elite economico-finanziarie e politiche, peraltro non elette da nessuno, visto che la Commissione Europea non è un organo elettivo e lo stesso Parlamento Europeo discute unicamente di questioni marginali.
Chissà che direbbero oggi Spinelli, Rossi e Colorni di questo. Forse che viviamo una nuova stagione fascista, ma molto più subdola, perché ammantata di presunte libertà. E forse i loro spiriti sarebbero lì a suggerirci, ancora una volta, di lottare, ad ogni costo e con ogni mezzo.
Purtuttavia spiace che i telespettatori italiani, che spesso premiano fiction e film tv o melensi o sanguinolenti, oppure storie di santi, preti e papi descritti come pezzi di pane (magari tacendo del resto), questa volta, allorquando sul piccolo schermo viene raccontato un fatto storico di grande rilevanza per la libertà e la democrazia in Europa, il pubblico sia assente e preferisca guardare altro, ovvero le solite scemenze o le solite partite di calcio.
Il pubblico, del resto, più che sovrano, sembra qualificarsi per quel che è, ovvero disattento, incapace di ricercare qualche cosa che vada al di là del superfluo, del faceto, del “commericale”, di quel “commerciale” che de decenni ha reso schiave le menti italiane ed europee in una spirale di consumismo senza costrutto.
Del resto, anche nella fiction “Un mondo nuovo”, lo stesso attore che recita la parte di Colorni ad un certo punto fa riferimento all'“italiano medio con il quale pur bisognerà imparare a dialogare, a scendere a patti”, ovvero l'italiano che prima – nel massimo dei fasti mussoniliani - era fascista e successivamente, vista la mala parata, è diventato improvvisamente antifascista !
Accade così, del resto, da sempre. Prima si è berlusconiani e successivamente si diventa antiberlusconiani. Prima si è grillini e poi si diventa antigrillini. Prima si è renziani e poi...anche Renzi vedrà cadere il suo astro nascente, allorquando arriverà un altro “Duce” che riuscirà ad incantare meglio i....telespettatori !
Ciò, ad ogni modo, fa riflettere sul fatto che è l'italiano stesso, spesso, la causa del suo mal. Volutamente incapace, per la maggior parte, di avere una sua coscienza critica, di volere effettivamente emanciparsi ed emancipare il prossimo, l'italiano medio preferirebbe (o preferisce) fregarlo continuamente e badare solo al suo tornaconto personale.
La vera piaga-Italia, che si riverbera nella nostra stessa classe politica, sembra piuttosto insita in questo popolo di addormentati. Il Popolo degli Addormentati, del resto, se diventasse un partito politico ed avesse come leader il primo babbeo uscito da una di quelle trasmissioni di Maria De Filippi, forse, diventerebbe il “nuovo che avanza”. E' così da sempre, anche se ciò è molto, molto triste.
L'Italia di oggi, del resto, non è “un mondo nuovo”. Ma il solito caro vecchio Paese del menefreghismo ipocrita e conservatore.

Luca Bagatin

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