domenica 20 marzo 2016

Camillo Berneri: un umanista anarchico. Articolo di Luca Bagatin

Degli anarchici, nella lotta antifascista e nella Guerra di Spagna, si tende a parlare sempre poco, preferendo, invece, esaltare le gesta dei comunisti che, all'epoca, erano al soldo del sanguinario e totalitario Stalin, per nulla diverso da quell'Adolf Hitler – peraltro suo ammiratore - ed al gradasso Benito Mussolini che, senza gli amorevoli insegnamenti della pasionaria del socialismo Angelica Balabanoff, non sarebbe diventato nessuno. E sicuramente i popoli ne avrebbero tratto giovamento.
Ma Angelica Balabanoff, all'epoca, purtroppo, non poteva sapere che aveva allevato la classica “serpe in seno”.
Camillo Berneri (1897 – 1937), lodigiano, è uno di quegli anarchici che la Guerra di Spagna la fece e la combattè dalla parte giusta, ovvero dalla parte degli antifascisti, anarchici, socialisti, antistalinisti e repubblicani. E, se non si beccò il piombo fascista, si beccò quello comunista, in quanto prese le difese del Partito Operaio Unificato Marxista di Spagna (P.O.U.M.), antistalinista e antitotalitario.
Gli scritti di Berneri sono stati editati, diversi anni fa, in un agilissimo volumetto dal titolo “Umanesimo e Anarchismo”. Il percorso politico e intellettuale del Berneri, infatti, fu sempre profondamente umanista, ovvero non provò mai odio per i suoi avversari politici, fossero preti, ricchi o borghesi, ma ricercò sempre il confronto. Critico nei confronti dei comunisti, egli si definiva “comunalista” e “liberalista” - secondo gli insegmanenti di Bakunin e Malatesta - ed il suo modello era l'autodemocrazia, attuabile attraverso l'istituzione di club/comitati popolari che avessero la possibilità di discutere liberamente e seriamente tutte le questioni sociali e dunque permettessero al popolo di partecipare attivamente alla vita ed alla gestione della comunità.
In questo senso egli simpatizzò per la Rivoluzione Russa del 1917, ma, allorquando il sistema dei soviet sarà sostituito dalla centralità del Partito, egli se ne discosterà.
Il suo comunalismo sarà dunque libertario, autonomista e federalista, rifiutando ogni forma di autoritarismo e di parlamentarismo partitocratico.
Interessanti, in questo senso, i confronti che ebbe con Carlo Rosselli sulle pagine di “Giustizia e Libertà”, organo dell'omonimo movimento rosselliano, il quale aveva forti affinità ideali con il movimento anarchico. Sarò proprio Rosselli, peraltro, a proporre a Berneri e a tutti gli anarchici un fronte di unità d'azione rivoluzionaria fra tutti i libertari e socialisti che si battevano contro fascismo e capitalismo, per una soluzione decisiva della crisi italiana: una Alleanza Rivoluzionaria Italiana, come chiamata da Rosselli medesimo.
Purtroppo, sia Berneri che Rosselli – assieme al fratello Nello – moriranno presto trucidati ed entrambi nel 1937, in terra straniera. Il primo per mano dei comunisti stalinisti, come già detto, ed i secondi per mano di agenti legati al regime fascista.
Ecco che una pagina gloriosa dell'antifascismo antitotalitario e democratico si sarebbe chiusa. Ecco che due eroi, due intellettuali, due attivisti che avrebbero meritato di essere i veri Padri della Patria, sarebbero stati uccisi perché scomodi a due regimi totalitari le cui basi affondavano entrambe nel Potere e nella dissoluzione dell'umanesimo.
C'è da chiedersi perché, nemmeno oggi, in questa pseudo Repubblica dei partiti, delle chiese e delle imprese, ove hanno trionfato – alternativamente - il dogma clericofascista, cattocomunista e capitalista, ancora non si parla né di Berneri né di Rosselli. Ma nemmeno di Randolfo Pacciardi di cui pur recentemente abbiamo parlato a proposito di un convegno accademico che si è tenuto all'Università La Sapienza di Roma (http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/02/un-convegno-su-randolfo-pacciardi.html).
C'è da chiedersi perché la democrazia autentica, quella comunalista dei comitati popolari sognata da Camillo Berneri, non sia stata presa a modello ideale della Repubblica italiana sovrana e antifascista o magari dell'Europa dei popoli e non delle banche centrali e degli Stati/Parlamenti euro-burocratici.
C'è da chiedersi, in sostanza, se Berneri e i Rosselli non siano morti invano. Come quel Cristo che ha sofferto per tutti noi continua a farlo. Per Amore dell'umanità e della giustizia sociale.

Luca Bagatin

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