mercoledì 15 novembre 2017

Il Venezuela bolivariano e libertario chiede pace e sovranità: no alle sanzioni dell'Unione Europea ! Articolo di Luca Bagatin

Il 30 luglio scorso, in Venezuela, si erano tenute le elezioni per la democratica Assemblea Costituente, la quale aveva lo scopo di iniziare un dialogo costruttivo e pacifico con l'opposizione - che per mesi aveva organizzato vere e proprie guerriglie di piazza - e costituzionalizzare alcuni diritti sociali. Il 15 ottobre scorso, alle elezioni regionali (ovvero la ventitreesima elezione democratica in diciotto anni in Venezuela), poi, il partito di governo, ovvero il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), aveva conquistato la maggioranza di 18 governatori su 23, assicurandosi complessivamente il 54% dei consensi, in elezioni che hanno visto aumentare l'affluenza, passata dal 53,9% del 2012 al 61,4% degli aventi diritto. Tutto ciò, ad ogni modo, pressoché nel quasi totale silenzio della gran parte dei media europei.
Successi, ad ogni modo, per il governo socialista bolivariano e chavista, il quale, anche grazie agli accordi commericiali con Russia e Cina, si sta apprestando a restituire il debito contratto con l'estero.
Successi che, evidentemente, non sono piaciuti nè agli Stati Uniti d'America, i quali ambiscono al petrolio venezuelano, nè all'Unione Europea, che ha imposto in questi giorni assurde sanzioni contro il Paese latinoamericano.
L'Ambasciata del Venezuela in Italia ha rilasciato, alcuni giorni fa, un comunicato ufficiale che condanna fermamente la decisione dell'Unione Europea, la quale sembra tornata ai tempi in cui l'America Latina era una colonia delle potenze europee.
Nel comunicato si legge, fra l'altro: "La Repubblica Bolivariana del Venezuela condanna fermamente la decisione del Consiglio dell'Unione Europea che intende imporre sanzioni illegali, assurde e inefficaci contro il popolo del Venezuela. Violando palesemente il Diritto Internazionale e i sacri principi del rispetto della sovranità, dell'autodeterminazione e della non ingerenza negli affari interni degli Stati, stabiliti nella Carta delle Nazioni Unite, le istituzioni europee dimostrano la loro deplorevole e vergognosa subordinazione ai dettami del governo degli Stati Uniti. Assecondando la condotta aggressiva di Washington, il Consiglio dell’Unione Europea giustifica le sue azioni con argomenti ricalcati dalle sanzioni che l'amministrazione Trump ha recentemente imposto contro il Venezuela e il suo popolo. (...) Bisogna evidenziare che queste presunte sanzioni non solo aggrediscono il popolo venezuelano, ma anche il quasi milione di europei che hanno scelto il nostro Paese come la loro casa e che hanno direttamente subito le conseguenze della violenza politica ed economica generata dall'opposizione negli ultimi mesi. L'Unione Europea stabilisce anche un pericoloso precedente nei rapporti con l'America Latina, arrogandosi l'autorità di punire un paese sovrano, soltanto perché il suo modello di democrazia popolare non è in linea con i modelli elitari e corporativi dei regimi europei".
Nel comunicato è peraltro ribadita la volontà del Venezuela socialista e bolivariano di proseguire nel cammino della pace, della concordia e della giustizia sociale, affermando: "I popoli del mondo e della comunità internazionale devono sapere che la priorità del Venezuela non sono le armi o le attrezzature militari, e questa inefficace operazione mediatica e politica non influenza in alcun modo la nostra sicurezza interna. L'obiettivo del governo Bolivarano è quello di preservare la pace nazionale attraverso il dialogo e il perseguimento dello sviluppo attraverso la giustizia sociale, superando i problemi attuali".
Viene infine e giustamente rammentato il suo essere Stato indipendente e sovrano, fedele alla sua eredità libertaria. Si legge nel comunicato, infatti: "La Repubblica Bolivariana del Venezuela ribadisce il suo irrevocabile stato indipendente e sovrano e denuncia questi atti ostili davanti alla Comunità Internazionale. Nessuna decisione proveniente da élite e burocrazie europee riuscirà a intaccare la decisione sovrana del nostro popolo di essere libera. Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela esige all'Unione Europea di cessare con le sue azioni ostili e prendere le distanze dal bellicismo e dal programma interventista del governo degli Stati Uniti che ha fatto tanto male al nostro paese e nel mondo. Ribadiamo che, fedele alla sua eredità libertaria e sostenitore dell'indipendenza, il popolo venezuelano si manterrà forte contro qualsiasi attacco o minaccia. Il governo Bolivariano del Venezuela mantiene il suo potere decisionale in diversi ambiti per assicurare la difesa della pace e della sovranità nazionale".
Il Venezuela, in sostanza, non deve diventare una nuova Libia e una nuova Siria, cosa che con le sue sanzioni l'Unione Europea rischia di fare.
Una Unione Europea, peraltro, sempre più autoreferenziale, oligarchica, lontana dalle necessità dei cittadini e dalla giustizia sociale, la cui linea è dettata principalmente dall'estrema destra dei popolari e da cosiddetti "socialisti" ormai approdati da tempo al capitalismo assoluto.
Una Europa distante anni luce da quella che noi garibaldini e mazziniani abbiamo sempre sognato: fraterna, solidale, sociale, libertaria, democratica, civile.
Il Venezuela laico, socialista cristiano e libertario va dunque rispettato e difeso e così tutta l'America Latina del Socialismo del XXI secolo.
Non a caso, proprio in questi giorni, l'ex Presidente dell'Uruguay Josè "Pepe" Mujica, meglio conosciuto come il Presidente più povero del mondo per aver destinato il 90% del suo stipendio in beneficenza, ha invitato tutte le organizzazioni sociali a partecipare a Montevideo, alla Conferenza Continentale per la Democrazia e contro il Neoliberismo" nelle giornate dal 16 al 18 novembre. L'obiettivo è quello di mettere in comunicazione fra loro i vari movimenti che si contrappongono al capitalismo ed all'oligarchia in America Latina.
Nel 1969 John Lennon e Yoko Ono cantavano "Give Peace a Chance" contro la guerra nel Vietnam scatenata sempre dall'imperialismo statunitense. Oggi, ancora una volta, occorre dare una chance alla pace e all'amore nel e per il continente Latinoamericano e per tutti i popoli liberi e sovrani, ovunque si trovino, nel nome del socialismo libertario, nel nome di Bolivar e di Garibaldi.

Luca Bagatin

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