martedì 29 maggio 2018

Una alternativa socialista, populista e democratica all'Unione Europea dei mercati. Articolo di Luca Bagatin

Non ci vuole certo uno storico per capire che questa Europa non è affatto l'Europa dei popoli fratelli sognata e auspicata da Mazzini e Garibaldi, due esponenti che, pur fra varie divisioni, contribuirono, assieme a Bakunin, Proudhon, Marx ed Engels, a dar vita alla Prima Internazionale dei Lavoratori, nel 1864.
Quell'idea di Europa, che era anche l'idea del Presidente francese Charles De Gaulle, oltre che del socialista Bettino Craxi, ovvero sovrana, sociale, onesta e affratellata è stata spazzata via, prima dai nazifascismi e successivamente dai liberal-capitalismi che ci hanno regalato una Unione Europea che, lungi dal rispondere ai bisogni dei popoli e dei poveri, risponde ai mercati, agli spread, alle multinazionali, agli investitori, al Fondo Monetario Internazionale.
Ed ecco che i seguaci dell'UE, questi europeisti in reatà unicamente liberal-capitalisti, agitano a sproposito il rischio "populista", non ricordando o volutamente non volendo far ricordare che - storicamente e nei fatti - il populismo fu, dall'800 ad oggi, in Russia come negli Stati Uniti d'America e in Europa, un movimento di ispirazione contadina, operaia, popolare, socialista originaria e autentica, così come ricordano anche i saggi di Alain De Benoist e Jean-Claude Michéa, che ho peraltro a lungo recensito ed argomentato in vari articoli (http://amoreeliberta.blogspot.com/2017/08/populismo-lultimo-saggio-di-alain-de.html - http://amoreeliberta.blogspot.com/2018/05/il-socialismo-autentico-e-originario.html).
I popoli ed i poveri, dunque, non si riconoscono più in questa Unione Europea per il semplice fatto che essa è lontana e finanche opposta ai loro bisogni. E lo è perché ha aggravato la crisi, perché la disoccupazione è dilagante, perché incoraggia una immigrazione che si tramuta in sfruttamento ed insicurezza, perché i governi liberal-capitalisti (quello Macron in testa) stanno distruggendo quei pochi servizi pubblici e quei pochi diritti sociali che ancora esistono.
Non rendersene conto è semplicemente miope. Così come è miope non rendersi conto che i popoli ed i poveri vogliono semplicemente una cosa: più democrazia. A loro non interessa più una sedicente idea di libertà sbandierata negli Anni '90, che, con la caduta del comunismo ha reso ad Est ricchi solo pochi oligarchi e ad Ovest ha permesso di raccogliere la ricchezza nelle mani di pochi e ha garantito - ad Est come ad Ovest - la totale perdita di sovranità nazionale degli Stati. Ai popoli ed ai poveri interessa, finalmente, decidere il proprio destino.
L'Unione Europea ed i politici che la sostengono sembrano non rendersene conto. Così come sono sordi di fronte ad ogni apertura alla Russia che, con la Siria, è attualmente l'unico baluardo contro il terrorismo islamico.
I sogni di Mazzini, Garibaldi, Bakunin, Proudhon, Marx, Engels, sembrano invece essersi avverati piuttosto nell'America Latina socialista che resiste. E lo fa democraticamente, ascoltando il popolo e facendolo partecipare direttamente ai processi economico-sociali, a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Uruguay, e ciò nonostante l'opposizione di Washinghton, che non può accettare che un popolo possa decidere per sè e rifiutare le logiche del Fondo Monetario Internazionale.
E così dovrebbe e potrebbe fare l'Africa, grazie ai numerosi gruppi panafricani che si rifanno alle idee socialiste e democratiche di Sankara, Gheddafi, Lumumba, Nkrumah, Samora Machel, Mandela e molti altri, che hanno sacrificato la loro vita per i rispettivi popoli, uscendo dalla logica del profitto.
Uscire dalla logica del profitto. Chiedere democrazia diretta. Uscire dalla logica del capitale e raggiungere la logica del cuore. La logica dell'amore, ovvero dell'unica vera libertà.

Luca Bagatin

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