giovedì 25 aprile 2019

Argentina. Alla commemorazione del 70esimo anniversario del Primo Congresso Nazionale di Filosofia Dugin ricorda Peron. Articolo di Luca Bagatin

Nei giorni scorsi si è tenuta, in Argentina, a Buenos Aires, la settimana di commemorazione del 70esimo anniversario del Primo Congresso Nazionale di Filosofia, che si tenne per la prima volta a Mendoza, nella primavera del 1949, con la partecipazione dell'allora Presidente Juan Domingo Peron e di sua moglie Evita, oltre che dei ministri del suo governo e dei maggiori esponenti delle Università del Paese. Fu un evento importante, perché per la prima volta fu organizzato un convegno di filosofia a carattere nazionale, fortemente voluto e sostenuto dal governo.
Quest'anno, fra gli ospiti della settimana commemorativa, tenutasi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di di Lomas de Zamora, il filosofo russo Aleksandr Dugin, autore de “La Quarta Teoria Politica”, i cui fondamenti si basano sulla critica dei totalitarismi novecenteschi, sul superamento di ogni scontro di civiltà, sulla critica alla modernità e su un recupero del socialismo originario, privo di ateismo, progressismo e materialismo.
In questo senso Dugin è intervenuto ricordando la grande figura storica e politica di Peron, affermando: “Peron è grande, è il profeta ontologico. Solo Peron ha individuato nella sua visione il problema più importante: quello dell'essere. E solo l'umanità può essere una comunità”. E ha proseguito: “Le idee di Peron sono così universali, così grandi, sono così simili ai sogni dei patrioti russi che posso vedere la mia identità e i miei valori riflessi in essi (…), Juan Peron è l'esempio da seguire per tutti i capi di Stato”. Ricordando come sia stato “l'unico capo di Stato che ha convocato un Congresso di Filosofia” e che “non solo sapeva come ascoltare i filosofi, ma sapeva anche come fare la filosofia”.
Citando uno fra i testi fondamentali scritti da Peron, “La Comunità Organizzata”, i cui concetti furono introdotti dal Presidente stesso proprio alla fine del Congresso di Filosofia del 1949, Dugin ha fatto presente come: “La Comunità Organizzata è la risposta filosofica su ciò che l'Argentina è e dovrebbe essere, un'Argentina che è una comunità, o non è, ed è una comunità in Sud America, perché c'è una identità comune tra i popoli americani che si pensano ancora come comunità” ed ha concluso ricordando come il pensiero socialista di Peron sia stato volto a combattere i liberalismi di destra e sinistra, ovvero la modernità e l'ideologia capitalista.
Al convegno è intervenuto anche il politologo argentino Marcelo Gullo, il quale ha fatto presente come oggi l'oligarchia finanziaria abbia fondamentalmente due braccia: il neoliberismo e il progressismo e che per contrastarla sia necessario un ritorno al pensiero di Peron.
Pensiero di Peron che, ricordiamo, fu fortemente constrastato dalle dittature militari negli Anni '60 e da quelle successive con a capo Videla; fu infangato da finti peronisti come Menem – in realtà neo-liberali - e fu recuperato solamente negli ultimi decenni da Nestor e Cristina Kirchner, che hanno alleviato le sofferenze del Paese.
Non dimentichiamo che oggi l'Argentina, governata dal liberale Mauricio Macri, è tornata indietro di decenni in ambito sociale, civile ed economico e che purtroppo il fronte peronista che gli si contrappone è ancora oggi drammaticamente diviso. Fronte peronista che – per le elezioni presidenziali dell'ottobre prossimo - dovrà fare quadrato e decidere il suo candidato fra i nomi di Daniel Scioli e Cristina Kirchner: il primo sconfitto da Macri per una manciata di voti e la seconda, ex Presidentessa che ha governato il Paese risollevandolo da povertà e analfabetismo.
Se dovessero presentarsi questa volta con liste divise, il rischio di una nuova vittoria del fronte liberal-capitalista potrebbe essere davvero molto forte. E per l'Argentina sarebbero ancora tempi oscuri.

Luca Bagatin

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