venerdì 26 luglio 2019

"Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore". Un saggio sociopolitico di Luca Bagatin su bellezza, dolcezza e poesia

In un mondo dove la bellezza, la dolcezza e la poesia sono morte, per lasciare spazio al loro contrario, ho scritto un saggio controcorrente.
Che racchiude questi tre aspetti, parla di socialismo, democrazia diretta, populismo, emancipazione, sentimenti, spiritualità,
Da Kerouac a Alain De Benoist. Da Garibaldi a Eduard Limonov. Da Pasolini a Mario Appignani Cavallo Pazzo. Da Bolivar a Hugo Chavez.
E molto, molto altro.


SOGNO
(ad Alessia)
 
Poesia serale.
Poesia notturna.
Poesia che si posa laddove una rosa
fiorisce sull'urna.
Nell'urna riposa
qualcosa di antico.
Di antico e passato
e per sempre finito.
Ed io son rapito
dal sogno di te.
E ciò che un tempo era amaro,
dolce ora è.
(Luca Bagatin)

E' uscito il nuovo numero della rivista francese "Rébellion", speciale cinema !

E' uscito l'ultimo numero della rivista bimestrale francese "Rébellion" degli amici dell'Organizzazione Socialista Rivoluzionaria Europea (OSRE) (www.rebellion-sre.fr), questa volta dedicato al cinema di Kubrick, Lynch, Jodorowsky, Loach, Kusturica.

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Rispetto e sostegno per chi vive e (purtroppo) muore per la comunità

Si dica quel che si vuole, ma io sostengo le forze dell'ordine e la penso come Pasolini.
Sostengo quel poco di servizio pubblico che ancora rimane, pur sottopagato.
E vorrei che quel servizio pubblico e che il servizio del pubblico, per il pubblico, fosse rafforzato.
Sostengo la sanità, la scuola, i trasporti pubblici, le forze di pubblica sicurezza.
Sostengo chi vive e (purtroppo) muore, per servire la comunità.


(Luca Bagatin)




martedì 23 luglio 2019

"Rivivere nel tuo pensiero". Poesia di Luca Bagatin

Rivivere nel tuo pensiero
Poesia di Luca Bagatin
Foto di Antonio Rodríguez
Modella: María José Peón Márquez
 

Stringerti
fra le mie braccia.
E' una sensazione più forte
del fare l'Amore.
Stringere i tuoi fianchi,
i tuoi seni sul mio petto.
Il tuo ventre,
che accarezza il mio.
Il tuo odore.
Il tuo profumo.
Le tue labbra
baciano le mie.
Le tue mani
scorrono lungo il mio corpo.
Le mie scorrono
lungo il corpo tuo.
A cercare non già il piacere,
ma quel tepore,
che solo un corpo innamorato
può dare.
Solo la tua femminilità
è capace
di accendere in me
quella fiamma sopita.
Quel cuore e quell'anima
che credevo
chiuse per sempre,
ora rivivono
dentro di te.
Nella tua mente.

Luca Bagatin

D'Annunzio il rivoluzionario e "La passione di Fiume" raccontata da Mario Maria Martini. Articolo di Luca Bagatin

Sono passati 100 anni dall'Impresa di Fiume.
Un'impresa guidata dal Vate della letteratura italiana, Gabriele d'Annunzio che, con 1500 legionari dissidenti, senza sparare un colpo, occupò la città di Fiume e ne fece la città della vita, dell'amore, della libertà, proclamandone, il 12 settembre 1919, l'annessione al Regno d'Italia.
Una occupazione durata ben sedici mesi, che ebbe l'opposizione di tutte le grandi potenze mondiali - Regno d'Italia compreso - e il solo sostegno della Russia bolscevica di Vladimir Lenin (oltre che il plauso di Gramsci, dalle colonne de “L'Ordine Nuovo”), che considerò d'Annunzio un rivoluzionario e, quest'ultimo, dichiarò che il suo ideale era “un comunismo senza dittatura”.
Proclamò così, il Vate, assieme ad Alceste de Ambriis, Guido Keller e altri, la Reggenza del Carnaro, l'8 settembre 1920, sulla base di principi libertari, mazziniani, garibaldini e socialisti.
Una Reggenza fondata su una Costituzione avanzatissima, specie per l'epoca, nella quale furono introdotte, fra le altre: libertà di associazione; libertà di divorziare; libertà religiosa, sessuale e di coscienza al punto che furono proibiti i discriminatori crocifissi nei luoghi pubblici; eleggibilità delle donne ad ogni carica; assistenza ai disoccupati e ai non abbienti; promozione di referendum; promozione della scuola pubblica; risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario; inviolabilità del domicilio.
Celebri peraltro le denunce che mosse d'Annunzio, alla casta politica italiana dell'epoca ed all'imperialismo anglo-statunitense, proponendo finanche una “Lega dei Popoli Oppressi”, dallo spirito garibaldino e terzomondista.
Di tutto ciò e ancor meglio, di tutta l'Impresa di Fiume, ne scrisse Mario Maria Martini (1880 - 1953), nel suo “instant book”/documentario/diario “La passione di Fiume”, pubblicato da Sonzogno nel 1919 e ripubblicato 100 anni dopo, di recente, da NovaEuropa.
Un saggio unico perché un vero e proprio documento storico di quel periodo. Una raccolta di fatti, documenti ed eventi vissuti in prima persona dal Martini, che appassionerà sia il lettore comune che lo studioso più attento.
Scritto nella forma del diario, “La passione di Fiume” raccoglie finanche articoli di giornale dell'epoca e carteggi. Il più importante quello fra Martini e d'Annunzio.
Saggio che, nella nuova edizione rieditata da NovaEuropa, presenta anche foto d'epoca e ritratti.
Mario Maria Martini fu un dannunziano della prima ora. Un letterato e giornalista di quell'epoca, molto amico dello scrittore Giovanni Comisso che, con Guido Keller, animerà a Fiume la rivista e il gruppo spirituale “Yoga”. Una vera avanguardia esoterica e naturistica.
Tale fu la portata di questa sua opera, che ha meritato di essere riesumata e riproposta al pubblico 100 anni dopo.
E tale fu la portata dell'Impresa di Fiume e dei suoi eroi che, attraverso la loro goliardia, amore per la vita e la libertà e la ricerca interiore, diedero vita forse alla prima e unica Repubblica dell'Amore mai esistita al mondo.
Molti di costoro, successivamente, finiranno nelle fila dell'antifascismo socialista e repubblicano. In primis De Ambriis, sindacalista rivoluzionario e mazziniano.
D'Annunzio, ferocemente e goliardicamente critico nei confronti del regime fascista e ferocemente antinazista, finirà – una volta fallita l'impresa fiumana - sottoposto al controllo degli agenti fascisti.
Le sue gesta e i suoi scritti, ad ogni modo, non sono rimasti e non rimarranno dimenticati.
Il grande storico del dannunzianesimo, Giordano Bruno Guerri, gli ha peraltro dedicato l'ennesima emblematica opera, “Disobbedisco”, sui 500 giorni di Fiume.
D'Annunzio, de Ambriis, Keller e molti altri, rimarranno gli eterni disobbedienti che hanno creduto in un mondo diverso, in cui i poveri e i diseredati del mondo potessero emanciparsi e fossero posti al centro dell'azione politica e potessero contrapporsi all'egoismo dei potenti e degli impuri d'anima e di cuore.

Luca Bagatin

domenica 21 luglio 2019

"Alternativa al capitalismo". Conclusa a Roma la festa del Partito Comunista. Articolo di Luca Bagatin

In una Europa e in un'Italia nelle quali, a prevalere, sono le logiche del consumo, del profitto, del grande capitale, della conseguente solitudine e apatia umana, qualche isola felice ancora è rimasta.
E' rimasta, ad esempio, nel quartiere popolare Tiburtino III di Roma, animato dalla festa nazionale del Partito Comunista, che si è tenuta dal 12 al 20 luglio.
Una festa che ha visto protagonisti numerosi giovani del Fronte della Gioventù Comunista; l'attore Pierpaolo Capovilla che ha recitato brani tratti dalle opere di Pasolini; il gruppo musicale Contromano; le Radici nel Cemento; gli Skasso, Enrico Capuano e la Tammuriata Rock e molte altre band.
Una festa che purtroppo, quest'anno, ha subito un grave lutto, con la scomparsa, alcuni giorni fa, di Roberto Piergentili, il quale alla manifestazione ha sempre partecipato con il suo stand di oggettistica storica sovietica (Stalingrad43, Soviet Memorabilia), assieme all'amico Fabrizio. La perdita di Roberto è stata davvero improvvisa e ricordata con uno striscione commemorativo.
Marco Rizzo, Segretario nazionale del Partito, al termine della festa, ha tenuto il suo comizio conclusivo, ricordando, anche a chi scrive, nell'ambito di un successivo breve scambio di battute, che le priorità dei comunisti sono quelle del lavoro, di un'Italia socialista nella quale i lavoratori abbiano la possibilità di partecipare alla gestione delle imprese. L'obiettivo è dunque il superamento del capitalismo, considerato una vera e propria malattia.
Opposizione netta, da parte di Rizzo, a questo governo italiano, che giudica uguale a quello greco di Tsipras, ovvero piegato ai desiderata dell'austera Unione Europea e dei grandi poteri economico finanziari.
Rizzo ha peraltro denunciato il fenomeno dell'immigrazione forzata, causa del capitalismo, e la necessità di sostenere i movimenti panafricani, eredi di grandi leader quali Thomas Sankara e Nelson Mandela.
Oltre a ciò, ha rammentato come i comunisti si pongano in alternativa rispetto al centrodestra e al centrosinistra, i quali difendono l'attuale sistema capitalista, l'Unione Europea e la NATO. I comunisti, oggi, peraltro, rifiutano l'etichetta “di sinistra” e preferiscono prenderne le distanze, attraverso una frase attribuita a Lenin “Siamo comunisti, non siamo di sinistra”, spesso rimarcata da Rizzo in più occasioni.
Il Partito Comunista, come ricordato da Rizzo, fa parte dell'Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d'Europa, riafferma la sua amicizia e fratellanza al KKE, ovvero al Partito Comunista Greco, oltre che il suo sostegno alle lotte del Partito Comunista della Federazione Russa di Gennady Zjuganov.
Numerose feste del Partito sono previste in tutta Italia nel corso dell'estate.
Il socialismo, dunque, in Italia, sembra non essere scomparso, specie se pensiamo che il PC, alle ultime elezioni europee, è stato l'unico partito – in termini assoluti – ad aver guadagnato voti.

Luca Bagatin


giovedì 18 luglio 2019

40 anni dalla Rivoluzione sandinista. Il Nicaragua socialista, cristiano e solidale del XXI secolo. Articolo di Luca Bagatin

19 luglio 1979, fine della dittatura sanguinaria del liberal-conservatore Anastasio Somoza Garcia, sostenuto dagli USA e vittoria del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN). La fine di un incubo per il Nicaragua e l'inizio di una nuova era di sviluppo e nazionalizzazioni delle proprietà straniere.
Il sandinismo, come il peronismo argentino, fu una corrente del socialismo, la quale favorì la partecipazione dei lavoratori all'economia nazionale, ridandogli nuova linfa vitale.
Esso fu ispirato al rivoluzionario nicaraguense Augusto Cesar Sandino (1895 - 1934), massone e teosofo, capace di coniugare valori spirituali teosofici (votati alla povertà assoluta e al sacrificio) e socialismo. Sandino fu una sorta di Giuseppe Garibaldi nicaraguense, il quale fu il primo che, nel 1927, si ribellò all'occupazione statunitense del Nicaragua, sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, infliggendo numerose sconfitte agli USA ed ai loro marines, pur senza riuscire a liberare il Paese.
L'ideologia sandinista fu ripresa nel 1962 dal dirigente del FSLN Carlo Fonseca Amador (1936 - 1976), oppositore di quel dittatore Somoza che fu l'uomo di riferimento di Roosevelt in Nicaragua e da Roosevelt stesso considerato “il nostro figlio di puttana”. Quel Somoza che, nel 1934, fece assassinare Sandino, dando vita a una lunga dittatura, che durò dal 1936 al 1979.
La piattaforma del sandinismo, ovvero del FSLN, era votata alla lotta armata alla dittatura sostenuta dall'imperialismo statunitense e, dunque, alla liberazione del Paese dall'oppressore ed all'instaurazione del socialismo non materialista in un contesto capitalista.
Fu solo nel luglio 1979 che i sandinisti, guidati, fra gli altri, da un giovane Daniel Ortega e sostenuti dall'esterno da Cuba, dal Messico, dai Paesi del Patto di Varsavia e dalla Libia socialista di Gheddafi, sconfissero e fecero fuggire Somoza, dando vita a un governo provvisorio, capace di coniugare valori democratici, spirituali, teosofici, cristiani, marxisti e socialisti.
50.000 i morti nicaraguensi nel conflitto. 120.000 quelli fuggiti nei Paesi limitrofi.
Il nuovo governo sandinista riuscì a risollevare le sorti del Paese e a garantire quei diritti umani prima negati, ricevendo l'appoggio persino di parte della Chiesa cattolica (quella che diventerà la corrente denominata “Chiesa dei Poveri” e della cosiddetta “teologia della liberazione”). Si pensi che persino dei sacerdoti furono chiamati a ricoprire la carica di Ministro del nuovo governo sandinista.
Fra le prime riforme, l'abolizione della pena di morte; l'introduzione dello Statuto dei diritti e garanzie dei nicaraguensi; fu sancita l'uguaglianza di tutti i cittadini, la libertà religiosa e di coscienza e di organizzazione politica. Sul piano economico vennero confiscati i beni della famiglia del dittatore Somoza e dei suoi complici; fu nazionalizzato il sistema del commercio con l'estero e quello finanziario; fu sancito il controllo statale sulle risorse naturali; furono ridotti gli affitti, creato un fondo contro la disoccupazione e introdotta una riforma agraria, con la redistribuzione dei terreni ai contadini.
Sul piano dell'istruzione fu dichiarata gratuita l'istruzione universitaria e il processo di alfabetizzazione portò a una riduzione dell'analfabetismo dal 50% al 12%.
Nel 1983 il Nicaragua fu dichiarato, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, un Paese modello nella salute.
Nel corso degli Anni '80, gli USA di Reagan tornarono a interferire nella politica del Nicaragua, finanziando i Contras, ovvero i gruppi armati controrivoluzionari, i quali compirono numerosi attacchi contro ospedali, chiese, fattorie e massacrando la popolazione civile. Tale situazione terminò solo nel 1988, con la dichiarazione del “cessate il fuoco” fra Contras e governo sandinista.
Solo nel 1990 il FSLN fu sconfitto alle elezioni e subì una battuta d'arresto, portando al potere la liberal conservatrice Violeta Chamorro, sostenuta dagli USA, la quale avviò riforme liberiste che riportarono indietro il Paese e a nuove diseguaglianze.
Solo nel 2006, guidati da Daniel Ortega, il quale fu peraltro un grande amico del nostro Presidente del Consiglio socialista Bettino Craxi, che molto si spese per la causa sandinista, i sandinisti ripresero la guida del Paese e sconfissero definitivamente i liberali.
Ancora oggi il governo – dopo ben quattro mandati consecutivi - è guidato dal FSLN di Ortega e della moglie Rosario Murillo, sua vicepresidente, i quali godono di un consenso di oltre il 70% dei voti.
Il Nicaragua mantiene, in politica estera, ottimi rapporti con tutti i Paesi latinoamericani e le correnti del Socialismo del XXI Secolo; in politica interna ha fatto scendere il tasso di povertà dal 42,5% al 30% fra il 2009 al 2014 ed è passato – fra il 2007 e il 2016 – dal 25% al 52% di utilizzo di energie rinnovabili.
L'organo ufficiale del sandinismo è “La Voz del Sandinismo” e si può leggere al seguente link: www.lavozdelsandinismo.com.
La Rivoluzione sandinista – il cui motto è oggi “Nicaragua: cristiana, socialista e solidale” - costata molti sacrifici e vite umane, dunque, 40 anni dopo, è viva più che mai e ha ancora molto da insegnare a questo mondo (in)globalizzato ove tutto è in vendita e i valori umani e socialisti si sono, in diversi luoghi del pianeta, da tempo perduti.

Luca Bagatin


lunedì 15 luglio 2019

Riflessioni beatnik e pasoliniane di Luca Bagatin

Occorre essere sovversivi.
Prima di tutto con noi stessi.
Occorre sovvertire prima di tutto noi stessi.

Il mondo non può essere cambiato. Il cuore umano sì.

Il problema è sempre il potere.
Quel potere che mette tutto in vendita.
Il potere delle corporazioni, delle multinazionali, del privato che corrompe finanche la politica. E distrugge ciò che di buono poteva esserci nel pubblico.
Ecco che allora si fomentano i razzismi, anche attraverso deportazioni di esseri umani.
Viviamo in una sorta di totalitarismo, solo che pensiamo di essere liberi.
Il totalitarismo di oggi è il potere del capitale. È il cuore umano indurito dall'egoismo.
È un totalitarismo dell'anima che sta generando morti.
E tanta disperazione.
Il problema vero sarà quando, alla disperazione, si sostituirà la rassegnazione.
Allora non ci sarà più scampo, per i puri di cuore.



Amo profondamente la conservazione e l'anti modernità, come Kerouac e Pasolini.
Perché il progresso materiale ha distrutto e ucciso ogni forma di spiritualità e interiorità, violandola e piegandola al potere del danaro, del consumo, del controllo dell'essere umano sull'essere umano.
Come Kerouac e Pasolini amo profondamente l'eresia, che è la libertà della purezza del cuore. Liberato dalla materia.



martedì 9 luglio 2019

Russia. Il Partito Comunista difende il candidato alle presidenziali, Grudinin, accusato di malversazione finanziaria. Articolo di Luca Bagatin tratto da "Alganews"

Pavel Grudinin, 59 anni, è stato il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (KPFR) alle elezioni presidenziali del marzo 2018.
Grudinin conquistò l'11,77% dei consensi, piazzandosi al secondo posto, dopo Putin.
Dopo di allora i consensi dei comunisti, in Russia, sono aumentati, al punto che alle amministrative autunnali, conquistarono diverse amministrazioni, superando in più ambiti il partito di governo, Russia Unita.
Grudinin è direttore della “Fattoria Lenin”, sita vicino a Mosca, un sovkhoz che esiste da oltre 100 anni. Dopo il crollo dell'URSS, nel 1995, il collettivo dei lavoratori dell'azienda prese la decisione di ristrutturarla e, successivamente, Grudinin ne divenne il direttore.
L'azienda divenne finanziariamente autosufficiente e le entrate furono utilizzate non solo per aumentare i salari e modernizzare la produzione, ma anche per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, costruendo scuole, asili ove i bambini ricevono pasti gratuiti e sono state costruite abitazioni a prezzi calmierati per le famiglie dei lavoratori.
Il sovkhoz è sito in un terreno edificabile particolarmente redditizio e, da quando Grudinin divenne il candidato alle presidenziali del KPFR, numerosi sono stati i tentativi di smantellare l'azienda da parte di numerosi attori, al fine di accaparrarsi il terreno sul quale sorge.
Grudinin è così da tempo accusato di malversazioni finanziarie, respinte più volte dagli avvocati e dal KPFR, che lo sostiene. Tali accuse hanno peraltro fatto decadere – dal marzo 2019 – la sua carica di deputato alla Duma, nonostante i quasi 9 milioni di voti conquistati alle presidenziali dell'anno precedente.
Sostegno a Grudinin è giunto in questi giorni dai comunisti tedeschi e inglesi, tramite i loro organi di stampa.
Sono previste manifestazioni del Partito Comunista della Federazione Russa il 13 luglio prissimo in difesa di Grudinin e della “Fattoria Lenin”, che rappresenta, secondo il KPFR, un baluardo di sviluppo economico e sociale per il Paese.

Luca Bagatin

giovedì 4 luglio 2019

"Il sentiero del Mago Bianco". Poesia di Luca Bagatin

Dedicata a David Lynch e Mark Frost, che, attraverso "Twin Peaks"
mi hanno aiutato a trovare la mia chiave interiore 


Il sentiero del Mago Bianco
poesia di Luca Bagatin
 

Ricerco te,
Donna del Mistero.
Percorrendo questa strada,
questo sentiero.
Dalla Loggia Bianca
ho attraversato quella Nera.
Qui, per salvarti,
sono rimasto prigioniero.
Come posso liberarmi ?
Come posso liberarmi ?
Come posso uscire da questa dimensione ?
C'è cattiveria attorno a me.
E' la cattiveria del mondo.
Ma io sono qui,
sono qui per salvarti.
Ho percorso il sentiero.
Quello che mi ha condotto
ai dodici sicomori.
Un demone è entrato nel mio corpo,
ma non nella mia anima.
La mia anima è rimasta pura,
come quella di un bambino autistico.
E così, con la mia anima,
sono giunto in un'altra dimensione.
E ho percorso un altro sentiero.
Sino a che le forze della Loggia Bianca
mi hanno aiutato
a ritrovare me stesso.
E così, tornando alla realtà,
ho sconfitto il demone che mi aveva posseduto.
E sono riuscito a ritrovarti.
Chi sei ?
Sei Laura ?
Sei Annie ?
Sei Audrey ?
Sei Linda ?
Sei...Alessia ?
In che anno siamo ?
Ora sto piangendo. Di gioia.
Perché ho compreso.
Ho trovato la chiave,
per uscire dalla Loggia Nera.
Siamo come sognatori,
che vivono nel loro sogno.
A volte è un incubo.
Ma ci serve per ritrovare la chiave.
Qual è la chiave ?
Non lo hai ancora capito ?
Sta pulsando dentro di te.
E' il tuo Cuore.

Luca Bagatin

In Venezuela si tassano i più ricchi. Articolo di Luca Bagatin tratto da "Alganews"

Una tassa sui più ricchi. Questa si potrebbe chiamare equità. Quella che, spesso, sembra sempre più mancare in Europa, laddove si praticano politiche di austerità sui ceti più deboli, ma sgravi fiscali sui più ricchi. Non ultima la fantomatica “flat tax”.
Nel Venezuela socialista si è pensato dunque di aumentare l'imposta per le persone fisiche e giuridiche che possiedono beni di importo superiore ai 250 mila euro.
Il deputato dell'Assemblea Costituente Orlando Camacho ha dichiarato, in sede di dibattito parlamentare: “Questa legge riconosce che in Venezuela ci sono grandi patrimoni, ci sono persone fisiche e giuridiche che hanno beni importanti e l'Assemblea Nazionale Costituente vuole che questi diano un contributo alla nazione attraverso una tassa, e quindi ha stabilito che le persone fisiche che hanno oltre 236 mila euro paghino le proprie tasse e contribuiscano alla nazione”.
Il deputato ha altresì indicato che le persone giuridiche, ovvero le compagnie, le società per azioni e le aziende con attività superiori a 250 mila euro saranno soggette a tale imposta.
Il deputato Camacho ha dunque spiegato che l'imposta sui grandi patrimoni - introdotta dal Presidente socialista Nicolas Maduro nel 2017 - passerà dallo 0,25% annuo all'1,5% e includerà: beni mobili, immobili, auto di lusso, moto di grossa cilindrata, barche, aerei, gioielli, opere d'arte, pietre preziose, minerali, titoli, azioni.
Questa legge rappresenta un passo modesto ma importante nella giusta direzione per affrontare il deficit fiscale, uno dei maggiori problemi che questa guerra economica ha generato”, ha spiegato Andrés Eloy Méndez, Presidente della Commissione Economica dell'Assemblea Nazionale Costituente.
Il socialismo latinoamericano, dunque, tassa i più ricchi. In Europa, invece, il socialismo sembra essere desaparecido da parecchi decenni. E nel frattempo le politiche di macelleria sociale sono sempre dietro l'angolo...viste anche le recenti nomine alla BCE.


Luca Bagatin

Libia nel caos. Saif Gheddafi una possibile alternativa laica e democratica ? Articolo di Luca Bagatin tratto da "Alganews"

La Libia è sempre più il caos.
Non ultimo l'attacco aereo al centro migranti - con 60 morti e 130 feriti – effettuato dalle forze del generale Khalifa Haftar sostenuto da Francia e Emirati Arabi.
Un vero e proprio crimine di guerra al quale l'Unione Europea – di cui la Francia è parte integrante – assiste silente.
L'ennesimo crimine in Libia perpetrato dopo la barbara uccisione del Rais Mu'Ammar Gheddafi, leader della Jamahiriya, ovvero la Repubblica Popolare e Socialista di Libia, ad opera dei ribelli fiancheggiati dalla NATO.
Da allora, la Libia è nel caos e a poco è servita la carta diplomatica giocata recentemente dal governo Serraj, sotto l'egida ONU, per tentare di porre fine alla guerra con Haftar.
In tutto ciò, a raccogliere le simpatie di gran parte del popolo libico, il secondogenito del Rais Gheddafi, Saif al Islam Gheddafi, il quale – nel 2016 - ha fondato il “Fronte popolare per la liberazione della Libia”, di ispirazione socialista araba, con il quale ha più volte dichiarato di volersi presentare alle elezioni presidenziali, semmai ci saranno.
Scopo di Saif, quello di “liberare il territorio dal controllo delle organizzazioni terroristiche e dagli stranieri” e si propone di lavorare per costruire uno stato nazionale sovrano, laico e indipendente.
In un comunicato del marzo 2018, anche il Presidente della FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, aveva peraltro espresso stima nei confronti di Saif Gheddafi, scrivendo “Solo Saif Gheddafi ha il potere di rilanciare il settore dell’Oil & Gas in Libia. Per diversi anni sino ad oggi, l’industria petrolifera libica è rimasta bloccata. Questa situazione ha causato ingenti danni e perdite per le aziende sull’intera scala internazionale. Questa continua crisi Libica sta creando l’impossibilità effettiva per le aziende del nostro settore di operare, risultando un danno ed una perdita riguardo milioni di barili di petrolio tra le numerose aziende libiche e per il settore petrolifero internazionale. E’ con vero piacere che recepiamo la candidatura di Saif Gheddafi per le Elezioni presidenziali in Libia del 2018 e siamo fiduciosi che il futuro dell’Oil and Gas nel territorio potrà avere una nuova stabilità in tutta la nostra industria”.
Al momento, purtuttavia, di elezioni democratiche nemmeno l'ombra e per il popolo libico il dramma è più che evidente.

Luca Bagatin

lunedì 1 luglio 2019

Principessa del Cuore (ad Alexandra). Poesia di Luca Bagatin

PRINCIPESSA DEL CUORE 
by Luca Bagatin


Bianca come la tua pelle.
Capelli lunghi,
Occhi chiari e profondi,
Labbra rosse come il sangue
Che pulsa da un cuore innamorato.
Alexandra è il tuo nome.
Il cui significato è "colei che difende i propri sudditi".
Alexandra, Principessa del Cuore.

La solitudine ci sta uccidendo. Articolo di riflessione di Luca Bagatin

La chiamano sindrome di hikikomori, ma secondo me si tratta di solitudine.
Quella che ti accompagna per tutta la vita, specie in una società come questa.
Di persone isolate. Fra loro e da sé stesse.
Non penso che sia internet o la tecnologia, in questo caso, il problema.
Il problema è il non essere consapevoli di vivere in una società fatta di persone reali.
Non di “profili facebook, instagram, twitter ecc...”.
Si dice che è più facile comunicare scrivendosi o, comunque, facendolo a distanza.
Non è affatto vero. Così facendo si evita il confronto diretto. Si vive una delle tante solitudini che questa società commerciale preconfeziona, assecondando le cattive abitudini umane. E assecondando quella mentalità narcisista che le persone coltivano, senza essere consapevoli che si tratta di una malattia della mente, che uccide e può uccidere.
E così un ragazzo, anche oggi, ha tentato il suicidio.
Lui amava isolarsi con il suo pc. La madre glielo ha sottratto e così ha tentato di farla finita.
Di chi è la colpa ?
Della solitudine. Della mancanza di amore. Delle persone che ci stanno attorno, che si isolano e ci isolano. E ci spengono l'anima. Perché la loro è già spenta.
E ci spingono a gesti estremi, perché forse siamo già morti dentro. O, comunque, ci stanno uccidendo dentro.
E' molto facile dare la colpa al web, ai computer. Ma, proviamo a chiederci un attimo: perché si vive dentro a un computer o dentro a uno smartphone ?
Quante volte riuscite a vedere o a parlare REALMENTE, guardandola negli occhi, con una persona nei tempi di oggi ? E quando dico vedere o parlare REALMENTE non mi riferisco a rapporti di lavoro o superficiali. Parlo di rapporti interpersonali, di amicizia, di affetto...
La cosa grave è questa indifferenza che uccide e ci sta uccidendo.
Chi leggerà queste righe si limiterà certamente o ad annuire o qualcuno anche a sorridere. Qualcuno si sconvolgerà per una frazione di secondo, persino.
Ma nessuno vorrà cambiare sé stesso e il suo modo di vivere la sua vita.
E' questo che ci sta uccidendo. Lentamente.
E ciò è molto triste e pericoloso.

Luca Bagatin