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mercoledì 29 maggio 2024

Riflessioni contro lo sfruttamento

 

La natura umana, purtroppo, ama l'inganno.
È così che il politico ottiene il vostro voto, il prete ottiene la vostra fede e il padrone sfrutta il vostro lavoro.
La verità non vi renderà affatto liberi, perché vi rifiutate di vederla nella vostra quotidianità.
 
(Luca Bagatin)
 
La prostutuzione (ogni forma di prostituzione, il che non implica necessariamente una prestazione sessuale, ma potrebbe anche trattarsi di una prestazione intellettuale o lavorativa) esiste perché esiste qualcuno più ricco che, attraverso il suo denaro, può comprare qualcun altro.
Abolisci la ricchezza, abolisci il danaro. Avrai abolito la prostituzione.
 
(Luca Bagatin)
 
Fra i crimini contro l'umanità andrebbero inseriti la distruzione della sanità e dell'istruzione pubblica, oltre che gli investimenti in armamenti.
Una civiltà non può, né potrà mai svilupparsi senza salute e conoscenza.
Una civiltà non può esistere in presenza di malattia, ignoranza e prevaricazione.
Una civiltà non può esistere in presenza di qualcuno più ricco che, a vario titolo, sfrutta qualcun altro, il suo lavoro, il suo corpo o il suo intelletto, per accrescere la sua ricchezza e la sua ignoranza.

(Luca Bagatin)

martedì 28 maggio 2024

Amore e conoscenza contro odio e pregiudizio. Parola di William S. Burroughs

 "Porto il mio fardello con orgoglio affinché tutti lo vedano, per abbattere i pregiudizi, l'ignoranza e l'odio attraverso conoscenza, sincerità e amore. Ogniqualvolta sei minacciato da una presenza ostile, emetti una densa nuvola d'amore come un polpo che spruzza inchiostro...”

 (William S. Burroughs)

 

sabato 25 maggio 2024

Eduard Limonov, da Dzeržinsk a Cannes, un profeta tutt'altro che controverso. Articolo di Luca Bagatin


In questi giorni si parla molto del film presentato a Cannes, Limonov: The Ballad of Eddie”, scritto dal regista polacco Paweł Pawlikowski, diretto dal regista russo Kirill Serebrennikov e interpretato dall'attore britannico Ben Whishaw.

Confesso di non averlo visto, se non qualche piccola immagine, e le opinioni di chi lo ha visto sembrano essere contrastanti. La maggioranza delle persone che ho sentito, ad ogni modo, confessa che di Eduard Limonov, in quel film, ci sia molto poco.

Un po', forse, come nel libro di Emmanuel Carrère, da cui è tratto il soggetto.

Eduard Limonov, di quel libro, si disinteressò completamente. Non gli interessava il punto di vista di un intellettuale borghese su di lui. Sicuramente non gli sarebbe interessato nemmeno il film in questione.

Quando intervistai Limonov, nel 2019, mi disse chiaramente che a lui non interessavano affatto “tutte le sciocchezze” che gli altri potevano dire o scrivere su di lui.

Eduard Limonov viveva e lottava per i suoi “ragazzi proletari”, come amava definirli. Per i nazionalboscevichi, riuniti ne “L'Altra Russia”, il movimento che prendeva il nome da un suo profetico saggio.

Ragazzi giovani e giovanissimi, spesso adolescenti che, dagli Anni '90 in poi, avevano visto la propria patria svenduta a oligarchi, mafie e nazionalismi di estrema destra.

Eduard Limonov aveva dato loro una bandiera per cui lottare: il ritorno dell'URSS, ma nel socialismo popolare.

Una via di mezzo fra Vladimir Lenin e Nestor Machno. Questo era Limonov. Che non era affatto né controverso, né tanto meno fascista, come in Occidente talvolta viene definito.

Era un dissidente russo, che si era fatto espellere dall'URSS. Insofferente alle regole. Alla ricerca dell'amore assoluto, della rivoluzione e di una vita vissuta come un'opera d'arte, come Gabriele d'Annunzio.

Ma Limonov, a differenza di d'Annunzio, amava considerarsi un “perdente”. Uno che non si è mai arricchito. Che ha frequentato i bassifondi newyorkesi, ma anche la Parigi bene.

Rimanendo sempre sé stesso.

Un russo nato a Dzeržinsk, in Unione Sovietica, nel 1943 e che ha mantenuto ben chiare le sue origini.

Che non è stato cambiato da un Occidente borghese e liberale che, anzi, sul finire degli Anni '80, criticherà nel suo “Grande Ospizio Occidentale”, nel quale, fra le altre cose, punta il dito contro l'uomo bianco, borghese, ricco e “civilizzato”, il quale “è convinto di poter capire qualsiasi conflitto sul pianeta dopo aver dato una rapida occhiata alla televisione o leggiucchiato un paio di trafiletti su qualche giornale. Non è cosciente delle conseguenze negative del proprio intervento nella vita dell'Africa, del fatto che la civiltà europea non è estranea alla moltiplicazione delle Vittime”.

Limonov, infatti, negli Anni '90, tornerà nell'Europa dell'Est e parteciperà alla guerra civile nell’ex Jugoslavia a sostegno della Repubblica Federale di Jugoslavia e alla guerra di Transnistria, a sostegno della Repubblica Socialista Sovietica Moldava di Pridnestrovie. Successivamente, tornato in Russia, prenderà parte alla resistenza popolare in difesa del Parlamento russo, fatto bombardare da Eltsin.

Quell'Eltsin che, assieme a Gorbaciov, porrà fine per sempre – contro la volontà della maggioranza assoluta dei cittadini sovietici - all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ovvero a una realtà pluri-nazionale che, nel socialismo, permetteva a popoli diversi di vivere pacificamente.

Sarà a seguito del crollo indotto dell'URSS che Limonov, nel 1993, fonderà il Fronte Nazionale Bolscevico che, nel 1994, assumerà la denominazione di Partito NazionalBolscevico, formato prevalentemente da artisti, giovani e giovanissimi, spesso provenienti dalle estreme periferie dell'URSS e dalla generazione punk.

Ovvero formato da quei “perdenti” vittime dell'avvento del liberalismo oligarchico in Russia e nelle Repubbliche post-sovietiche.

Un gruppo che sarà animato anche dal cantante e chitarrista punk rock Egor Letov e dal musicista e attore Sergey Kuryokhin, oltre che dal filosofo Aleksandr Dugin che purtuttavia presto abbandonerà il partito.

Un gruppo di giovani e giovanissimi, prevalentemente artisti autodidatti, musicisti, pittori, scrittori, che si ispiravano e ascoltavano la musica di David Bowie e Viktor Coj e leggevano le opere di Aleister Crowley, del Marchese De Sade, di Gabriele d'Annunzio, di Yukio Mishima, di William S. Burroughs, di Jack Kerouac e di Hunter S. Thompson. E che, dunque, trovarono in Limonov il loro profeta artistico, il loro padre, una guida che aveva attraversato tutte le generazioni che amavano e che li facevano sentire vivi: quella beatnik, hippie, punk e cyberpunk.

Il Partito NazionalBolscevico di Limonov unirà i principi del nazionalbolscevismo di Ernst Niekisch (ex deputato socialdemocratico e primo oppositore, in Germania, del totalitarismo hitleriano) e gli ideali nazionalcomunisti del repubblicano mazziniano italiano Mario Bergamo, a quelli della controcultura punk e beatnik.

Un partito che non poteva che infastidire il potere putiniano, tanto da essere messo al bando, nel 2007, con l'infondata accusa di “estremismo”.

Un partito che, purtuttavia, non poteva suscitare nemmeno le simpatie dell'Occidente liberal-capitalista, in particolare considerando che Limonov fu il primo, negli Anni '90, a denunciare la deriva di estrema destra russofoba e anti-comunista che stavano prendendo ormai i governi delle ex Repubbliche sovietiche, le quali si stavano avvicinando alla sfera atlantista.

Interessanti e spesso trascurate, invece, le parole della compianta giornalista Anna Politkovskaja sui nazionalbolscevichi di Limonov, ai quali dedicò anche molte pagine del suo “Diario Russo”.

Su di loro, Anna Politkovskaja, ebbe a scrivere:

Mi sono ritrovata a pensare di essere completamente d'accordo con ciò che dicono i Nazbol. L'unica differenza è che a causa della mia età, della mia istruzione e della mia salute, non posso invadere i ministeri e lanciare sedie.

(...) I Nazbol sono soprattutto giovani idealisti che vedono che gli oppositori storici non stanno facendo nulla di serio contro l'attuale regime. Questo è il motivo per cui si stanno radicalizzando.

(...) I Nazbol sono probabilmente il gruppo di sinistra più attivo, ma il loro nucleo si è ridotto da quando molti sono stati arrestati e imprigionati.

(...) I Nazbol sono giovani coraggiosi, puliti, gli unici o quasi che permettono di guardare con fiducia all'avvenire morale del Paese”.

Anche Eduard Limonov aveva un'alta considerazione di Anna Politkovskaja e su di lei scrisse:

"(...) Cosa ha fatto Anna Politkovskaja per noi? Ci ha fatti conoscere nella società. Ci ha spiegati alla gente, perché ci ha riconosciuti prigionieri politici. Ha ricreato nei suoi articoli l'atmosfera di un terribile processo contro i giovani della Russia. Questo processo di massa non avveniva sulla nostra terra dalla fine del XIX secolo. E così rinasceva nel XXI secolo".

(...) Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaya fu uccisa all'ingresso della casa dove abitava. Sono andato al cimitero. C'erano già tutti i nazionalbolscevichi di Mosca. E quelli che sono riusciti a venire dalle zone limitrofe. I ragazzi mi hanno consegnato fiori di garofano bianco. Poi si è svolta la processione funebre. Il ritratto di Anna Politkovskaja è stato portato da una nostra compagna nazbol, che indossava occhiali in una cornice in metallo. Molto simili a quelli della Politkovskaja".

Fa piacere che anche nella ricca e borghese Cannes – così lontana da Limonov e dai suoi ragazzi proletari - si siano accorti di Eduard Limonov, ma bisognerebbe approfondirlo a 360 gradi, senza pregiudizio. E ci sarebbe molto da imparare.

Sulla Russia di oggi, ma anche sulla deriva di estrema destra di un Occidente ricco, viziato e borghese, ormai sempre meno democratico.

E sul fatto che Limonov ha dato a giovani e giovanissimi post-sovietici, una bandiera per cui lottare, anziché lasciare che diventassero degli sbandati, come sta avvenendo in Occidente, ove la noia e il benessere effimero sta condannando molti ragazzi ad ingrossare le fila delle baby gang o a tramutarli in hikikomori solitari.

Personalmente ho cercato di approfondire la figura di Eduard Limonov e dei suoi nazbol nel saggio “L'Altra Russia di Eduard Limonov – I giovani proletari del nazionalbolscevismo”, edito da IlMioLibro e con prefazione di Sandro Teti (acquistabile unicamente a questo link: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/617218/laltra-russia-di-eduard-limonov-2/).

E da anni di Limonov, della sua letteratura e della sua militanza si occupa anche l'ottimo sito francese, tradotto in varie lingue e curato dall'amico José Setien, “Tout Sur Limonov”: https://tout-sur-limonov.fr/.

Eduard Limonov è e rimane un profeta del nostro tempo. Un profeta tutt'altro che controverso.

Luca Bagatin

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venerdì 17 maggio 2024

La Cina socialista riformista di Xi Jinping per la cooperazione internazionale. Articolo di Luca Bagatin

 

Mentre l'UE, sempre più al traino del Presidente USA di turno, non ha alcuna strategia di ampio respiro e continua a investire in armamenti, anziché in sanità, scuola, formazione e a garantire giustizia sociale, ovvero gli aspetti fondanti di una comunità organizzata, la Repubblica Popolare Cinese rafforza le sue relazioni internazionali.

Lo fa non solo con l'UE, con importanti incontri con Macron, con Vucic e Orban, ma anche con la Russia, membro dei BRICS e con la quale promuove la tradizionale amicizia e cooperazione e alla quale ha rilanciato il suo progetto di pace relativamente alla crisi ucraina, impegnandosi a arginare ogni forma di escalation delle tensioni e promuovendo l'abbandono della nefasta “mentalità della Guerra Fredda”, che purtroppo pervade un Occidente arcaico e paranoide.

La Repubblica Popolare Cinese, inoltre, ha di recente rafforzato le sue relazioni con Cuba socialista. L'industria petrolifera cubana ha infatti completato, recentemente, un pozzo con l'aiuto della compagnia cinese Gran Muralla, oltre ad aver ricevuto una donazione di riso l'8 aprile scorso, per alleviare l'attuale carenza di cibo sull'Isola.

Il 4 maggio scorso il governo cubano ha peraltro annunciato che i cittadini cinesi non avranno più necessità del visto per visitare Cuba e la Cina sarà il Paese ospite d'onore del Festival del Turismo Cubano 2025.

E migliori relazioni vi sono state fra il Partito Comunista Cinese e il Partito Comunista Sudafricano (SACP), guidato da Solly Afrika Mapaila, che ha incontrato recentemente Li Mingxiang, Vice ministro del Dipartimento internazionale del Comitato centrale del PCC.

I due si sono scambiati “esperienze nella governance e nell'amministrazione statale”, unendo le forze per “costruire una comunità sino-africana di alto livello con un futuro condiviso”.

Il leader comunista sudafricano, in particolare, ha affermato di ammirare le grandi conquiste del socialismo con caratteristiche cinesi.

La Repubblica Popolare Cinese dimostra, ancora una volta, quello spirito socialista riformista cooperativo e lungimirante che guarda tanto ad Ovest, quanto ad Est, quanto a Sud.

Uno spirito che manca totalmente a una Europa che ha perduto ogni spirito riformista e socialista nel lontano 1993, per abbracciare un liberal capitalismo assoluto che l'ha resa, socialmente e economicamente, impotente e arroccata su posizioni maccartiste e arcaiche.

Luca Bagatin

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venerdì 10 maggio 2024

"Pace Terra Dignità", l'unica lista seria per la pace e la democrazia in Europa. Articolo di Luca Bagatin


La lista “Pace Terra Dignità”, promossa da Michele Santoro, dopo mille peripezie burocratiche, sarà presente alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno prossimi.

Ne sono lieto e mi sembrava già assurdo non permettere all'unica lista di buonsenso di essere presente alle consultazioni europee, in questo drammatico momento storico.

Già da anni è impedito a milioni di elettori italiani di far sentire la propria voce, a causa di una legge elettorale non democratica che impone un non democratico sbarramento al 4%.

Ci mancava anche una assurda raccolta di firme, che solamente le liste non attualmente presenti in Parlamento sono obbligate a presentare.

Superato, dunque, anche questo scoglio, ecco che l'unica lista che si contrappone alla guerra, allo sfacelo e all'indegnità proposta da tutte le altre forze politiche italiane, pseudo socialiste, pseudo ambientaliste, pseudo liberali, profondamente di estrema destra più o meno camuffata, sarà presente.

L'unica lista che propone il cessate il fuoco in Ucraina e in Medio Oriente e lo stop all'invio di armi. L'unica lista che propone pace e democrazia in una Europa che ha perso ogni logica e buonsenso. L'unica lista che si batte per i diritti dei curdi e delle minoranze in Europa. L'unica lista che promuove la sovranità degli Stati europei, contro ogni fondamentalismo union-europeista. L'unica lista che propone il rilancio del ruolo euro-mediterraneo del nostro Paese (così come peraltro proponeva Bettino Craxi) e promuove il rilancio dei rapporti con Africa e Asia, oltre che con i BRICS, importantissima alleanza socio-economica, che è destinata a diventare il perno di un Nuovo Ordine Mondiale Multipolare, inclusivo e cooperativo. L'unica lista che propone di sganciarci dal vassallaggio del Presidenti USA di turno e dei loro staff, sempre più irresponsabili e incompetenti sotto il profilo geopolitico. L'unica lista che propone il superamento della mentalità della Guerra Fredda e che promuove una Costituzione Mondiale “con la creazione di efficaci Istituzioni di garanzia per la pace e l’effettività dei diritti e dei valori riconosciuti come comuni all’intera umanità”, come scritto nel programma della lista stessa, leggibile integralmente a questo link: https://paceterradignita.it/programma/. L'unica lista che propone un mondo più giusto, nel quale le risorse vengano equamente distribuite, rilanciando settori strategici ed essenziali per i cittadini: sanità, scuola, ricerca, formazione.

La mia storia politica è molto differente rispetto a quella di Michele Santoro e di molti candidati della sua lista, ma il loro programma mi trova concorde e molti sono i punti in comune con quanto scrivo da tempo e in particolare nel mio ultimo recente articolo, leggibile a questo link: https://amoreeliberta.blogspot.com/2024/05/un-mondo-piu-giusto-un-nuovo-ordine.html

Da moltissimi anni ritengo che in Europa non esistano più i valori fondanti della democrazia e della civiltà. Non esistono più i valori del socialismo democratico e del repubblicanesimo mazziniano e garibaldino, che sono alla base della mia formazione politica. Ma non esistono più nemmeno i valori del liberalismo risorgimentale e del cristianesimo sociale.

Sono pochissimi gli esponenti politici veramente seri in Europa: Jeremy Corbin, Jean-Luc Mélenchon, Mick Wallace, George Galloway, i socialdemocratici slovacchi, i neo-bonapartisti francesi e pochi altri.

Esistono perlopiù esponenti politici che solamente a parole dicono di rifarsi a questi valori. Salvo rivelarsi dei fondamentalisti e degli estremisti della destra più oscura.

Come ho spesso scritto, occorre porre un argine a tali fondamentalismi, ovvero: fondamentalismo atlantista in luogo di pragmatismo; fondamentalismo parolaio e infarcito di slogan, anziché investimenti in settori chiave (sanità, ricerca, formazione, sicurezza interna e internazionale); fondamentalismo guerrafondaio, anziché ricerca del dialogo, della cooperazione e dello sviluppo; fondamentalismo europeista, senza avere un'idea di medio-lungo periodo sul presente e il futuro dell'Europa; fondamentalismo della promozione dello “sballo” e della “vita facile”, anziché promozione dell'inquadramento delle giovani generazioni al lavoro e al contributo nei confronti della società e delle persone più deboli.

Per questo non posso minimamente credere ai vari Fratelli Meloni, Cinque Grilli, PD, Lega Salvini e ai vari gruppi guidati da Tajani (uno dei peggiori Ministri degli Esteri, assieme a Di Maio, che l'Italia abbia mai avuto, esattamente opposto alla serietà e lungimiranza di Gianni De Michelis), Renzi, Bonino e Calenda. Né posso credere nemmeno alle varie listarelle complottiste, che non mancano mai in questo immenso Circo Barnum.

Il mondo di oggi non è più complesso rispetto a quello di ieri. Semplicemente oggi esistono politici che non sono all'altezza del ruolo che ricoprono o vogliono ricoprire. Non conoscono la Storia, non la studiano, non la approfondiscono. Snocciolano slogan e promuovono soluzioni ideologiche e fondamentaliste, probabilmente senza nemmeno rendersene conto.

Non è con le assurdità dei vari Biden, Macron, Von Der Layen, Draghi e con i loro fondamentalisti sostenitori che il mondo Occidentale potrà ricominciare a svilupparsi, ma con il buonsenso, la cooperazione e lo sviluppo, nell'ambito di quella che l'ottimo prof. Giancarlo Elia Valori definisce “comunità con un futuro condiviso”.

Luca Bagatin

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venerdì 3 maggio 2024

Un mondo più giusto. Un nuovo ordine mondiale multipolare. Articolo di Luca Bagatin

 

Che il mondo Occidentale di oggi a giuda statunitense (con un'UE che segue acriticamente il Presidente USA di turno), sia meno lungimirante; con scarse prospettive di medio-lungo termine; che ricerchi il conflitto, piuttosto che la cooperazione e il multilateralismo, è da tempo sotto gli occhi di tutti.

Il mondo Occidentale di oggi sembra fermo ad almeno trent'anni fa.

Sembra non notare che, quanto teorizzato dal politologo statunitense Francis Fukuyama nel 1992, ovvero che lo stile di vita occidentale - fondato sul liberal-capitalismo - avrebbe portato alla cosiddetta “fine della Storia”, ovvero alla forma definitiva di governo del mondo, è naufragato da tempo.

Il riformismo socialista cinese, ovvero il “socialismo con caratteristiche cinesi”, a partire dalla fine degli Anni '70, ha in primis dimostrato che il liberal-capitalismo non è affatto l'unico modello mondiale possibile, ma ha saputo cooperare – in varie forme e a vario titolo – con gran parte di quei Paesi che un tempo appartenevano al cosiddetto Movimento dei Paesi Non Allineati.

La Russia, uscita in malo modo negli Anni '90, a causa delle svendite di Stato e delle scelte scellerate operate prima da Gorbaciov e successivamente da Eltsin, che hanno portato alla distruzione di una grande realtà pluri-nazionale, unita nel socialismo, quale era l'URSS, è da tempo uscita dal periodo di vacche magre e ha dimostrato di essere ancora una potenza egemone.

E così tutti quei Paesi, dall'America Latina, all'Africa sino all'Asia, che non hanno accettato di piegarsi ai diktat liberal-capitalisti imposti dai vari governanti USA, sempre meno lungimiranti e sempre meno pragmatici.

L'unico a comprendere la necessità di un dialogo e di forme di cooperazione con la Repubblica Popolare Cinese fu Henry Kissinger, fin dai suoi colloqui con l'allora Premier cinese Zhou Enlai. E di tale dialogo e cooperazione fu sempre un convinto sostenitore, sino all'età di 100 anni, quando ancora fu una mente lucida e molto più lucida dei tanti, troppi analisti che riempiono i governi e i talk show occidentali.

Oggi molte sono le sfide che il mondo ha difronte. Fukuyama, a differenza di Kissinger, molto probabilmente non sarebbe riuscito ad immaginare la lungimirante alleanza dei BRICS. Un blocco di Paesi eterogenei, ma uniti dalla necessità di progredire e cooperare.

Un blocco di Paesi spesso in passato maltrattati o sfruttati da un Occidente a guida USA, molto poco lungimirante.

Un blocco di Paesi, dalla Cina, al Brasile, alla Russia, all'India e al Sudafrica, che, grazie ad una globalizzazione che da tempo l'Occidente sta rifiutando, è volto alla creazione di un nuovo ordine economico multipolare, in grado di affrontare le sfide del futuro.

Fra i primi analisti ad approfondire e parlare di tali aspetti, il prof. Giancarlo Elia Valori, che di Kissinger e di molti autorevoli capi di Stato e di governo fu ed è amico e di cui mi onoro di essere amico ed estimatore io stesso.

I saggi del prof. Valori, in particolare quelli editi da Rubbettino, sono un balsamo per chiunque voglia approfondire, senza pregiudizi, la geopolitica degli ultimi anni.

Ultimo ma non ultimo, il saggio “Scenari geopolitici globali. Fra nuovo ordine del pianeta e intelligenza artificiale” - con prefazione del prof. Oliviero Diliberto - nel quale il prof. Valori affronta tutte tematiche di scottante attualità, quali lo sviluppo dei BRICS; il conflitto russo-ucraino (spiegandolo senza pregiudizi e senza la sciocca propaganda mainstream ad uso e consumo degli USA e di chi sta loro al traino) e lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, tema di cui egli scrive da ben prima che tale aspetto salisse alla cosiddetta “ribalta delle cronache”.

Uno degli aspetti più interessanti delle tesi del prof. Valori è la cosiddetta “idea di comunità con un futuro condiviso”, ovvero il sostegno allo sviluppo dei Paesi; dare slancio al mantenimento della pace nel mondo; la ricerca di un panorama internazionale inclusivo e, dunque, il superamento della frammentazione globale del mondo odierno.

Oggi – in epoca post-pandemica – c'è da stupirsi che – nel cosiddetto mondo Occidentale al traino dei governi USA - si investa in armamenti, ma non in sanità, ricerca, formazione, sicurezza internazionale, salvaguardia dell'ambiente.

Tutti aspetti che dovrebbero essere al centro dell'agenda di qualsivoglia governo serio del Pianeta e che dovrebbero assorbire ogni energia di qualsivoglia politico serio, che in Occidente manca da moltissimi decenni.

Nell'ottica di un mondo più giusto e di un nuovo ordine mondiale multipolare, occorre promuovere tali aspetti, così come lavorare con pragmatismo e diplomazia per porre fine al conflitto russo-ucraino a partire dalle cause, che risalgono al crollo dell'URSS, favorito dall'Occidente, con il contributo della pessima classe dirigente sovietica e post-sovietica dell'epoca (Gorbaciov, Jakovlev, Eltsin in primis), che hanno consegnato i popoli delle Repubbliche sovietiche nelle mani delle oligarchie liberal-capitaliste, delle mafie e dei nazionalismi di estrema destra.

Occorre lavorare per porre fine al conflitto in Medio Oriente, riconoscendo lo Stato della Palestina e allo stesso tempo riconoscendo il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a entrambi il diritto di vivere in pace, superando ogni forma di conflitto.

Potrà sembrare utopistico, ma se nella NATO entrassero tutte le più grandi potenze del mondo, dalla Russia (che ne aveva chiesto l'entrata negli Anni 2000) alla Cina (ci fu qualche dirigente cinese che, nel 1999 avanzò tale ipotesi), sino alla Corea del Nord, ogni conflitto molto probabilmente cesserebbe di esistere e si potrebbe iniziare a lavorare su cose serie e davvero utili e necessarie: sicurezza internazionale, lotta al terrorismo e al cyberterrorismo, prevenzione delle calamità naturali in primis.

Se pensiamo alla nostra Europa, siamo ben lontani dalla lungimiranza, serietà, pragmatismo e ricerca della sovranità nazionale di Charles De Gaulle e François Mitterrand e, se pensiamo alla nostra piccola e povera Italia, siamo lontani dai fasti dei governi De Gasperi, con Pietro Nenni Ministro degli Esteri e, successivamente, dalla capacità diplomatica e politica di Giulio Andreotti e Bettino Craxi.

A quei tempi dialogavamo con tutti, sia in Europa che in Italia.

Dagli Anni '90 in poi si sono sdoganati i partiti e il personale politico che faceva parte degli opposti estremismi, ma questi si sono dimostrati più servili ai governanti USA di turno di chiunque altro e soprattutto più irresponsabili.

Ad influire, molto probabilmente, questioni generazionali, ma anche mancanza di idee e valori seri.

Oggi i valori del socialismo democratico, del repubblicanesimo, del cristianesimo sociale e del liberalismo risorgimentale, sono totalmente assenti e in tutta Europa.

Assistiamo – in Italia e UE - a fondamentalismi da ogni parte.

Fondamentalismo atlantista in luogo di pragmatismo; fondamentalismo parolaio e infarcito di slogan, anziché investimenti in settori chiave (sanità, ricerca, formazione, sicurezza interna e internazionale); fondamentalismo guerrafondaio, anziché ricerca del dialogo, della cooperazione e dello sviluppo; fondamentalismo europeista, senza avere un'idea di medio-lungo periodo sul presente e il futuro dell'Europa; fondamentalismo della promozione dello “sballo” e della “vita facile”, anziché promozione dell'inquadramento delle giovani generazioni al lavoro e al contributo nei confronti della società e delle persone più deboli.

La società Occidentale di oggi non ha nulla da insegnare, ma molto, troppo di cui vergognarsi e sembra non rendersene conto. La conseguente politica è il suo drammatico e farsesco specchio.

Abbiamo molto da re-imparare, se vorremo e sapremo farlo.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it