Solo pochi giorni fa è stata sollevata
davanti alla Consulta l'incostituzionalità del finanziamento
pubblico ai partiti, dal 1997 ad oggi. Ed infatti, se ci si ricorda
bene, il Parlamento tradì più volte l'esito referendario che,
invece, prevedeva la totale abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti !
Oggi la Consulta stabilisce che la
legge elettorale denominata “Porcellum” è incostituzionale.
Siamo dunque di fronte a casi
gravissimi che vedono coinvolte le forze politico-parlamentari degli
ultimi vent'anni che, queste leggi, hanno sostenuto, scritto e
votato. Da non dimenticare, peraltro, che esiste una figura di alto
profilo istituzionale che dovrebbe essere garante della Costituzione,
ovvero il Presidente della Repubblica. C'è da chiedersi, infatti,
ove fossero e che cosa facessero i Presidenti della Repubblica
italiana dal 1993 ad oggi e perché abbiano abdicato al loro ruolo di
garanti.
C'è da chiederselo, perché
disattendere la legge più importante dello Stato, ovvero quella su
cui si fonda la Repubblica italiana, è atto gravissimo che andrebbe,
pertanto, perseguito per legge.
Andrebbero come minimo sanzionate le
forze politiche che hanno permesso che certe leggi incostituzionali
fossero scritte e votate e così i relativi parlamentari ed organi
istituzionali che ciò hanno permesso.
Sarebbe infatti ancor più grave se a
codesti parlamentari o figure istituzionali fosse ancora permesso di
occupare il posto che occupano e/o hanno occupato. Sarebbe una vera
beffa ed una vera ingiustizia.
La Costituzione, piaccia o non piaccia,
è questa e pertanto va rispettata. Diversamente si avvii un percorso
costituente atto a modificarla. Ma sin tanto che tale percorso non è
stato avviato, prego, si rispettino sia la Costituzione che le
relative leggi dello Stato.
La medesima cosa, infatti, valga per le
leggi elettorali.
Inutile discutere tanto, visto che
l'unica legge elettorale costituzionalmente ammissibile – come
nelle intenzioni dei Padri Costituenti - è quella proporzionale
pura, con le preferenze, senza alcun premio di maggioranza e senza alcuno sbarramento.
Chiunque voglia altre leggi elettorali
si adoperi per avviare un processo costituente, mediante l'elezione
popolare di un'apposita Assemblea Costituente. Tutto ciò è
lapalissiano, ma pare che i politicanti nostrani tutti - dal Pd al
PdL, passando per i centristi, sino ad arrivare ai grillini – non
l'abbiamo compreso e seguitino a sbraitare, nel totale disiniteresse
di un elettorato che si sente – e giustamente – preso in giro.
Qualcuno dica poi a Renzi e Berlusconi,
a Grillo e alla Bernini, a Segni e a Cuperlo, che non è
assolutamente vero che il proporzionale puro non garantisce la
governabilità. La Prima Repubblica, passata alla storia quale
“Repubblica del proporzionale” - quando ancora esistevano i
partiti veri e seri - ha dimostrato che la governabilità e la
stabilità erano garantite eccome ! Dal 1948 sino al 1993 abbiamo
avuto governi di coalizione Dc-Psi-Pri-Psdi-Pli !
L'ingovernabilità, diversamente, è
nata con un maggioritario imposto da forze (im)politiche (più
“comitati elettorali” che forze politiche) inventate lì per lì
che, peraltro, con i loro astrusi nomi (da Forza Italia sino al nuovo
partito di Alfano NCD, dal Pd sino al Moviento 5 Stelle) ancora
campeggiano nelle schede elettorali che, fortunatamente, sempre
maggiori elettori snobbano bellamente.
Ora, visto che la legge elettorale
vigente dall'ormai lontano 2005 - ovvero il “Porcellum”- è stata
giudicata incostituzionale, anche il vigente Parlamento deve essere
dichiarato illegittimo. Anche qui, la cosa, appare lapalissiana, a
meno che non vogliamo dare un'interpretazione capziosa del tutto. E
non sembra proprio che sia il caso.
Sarebbe dunque corretto andare al voto,
con il proporzionale puro e candidando solo personale politico che
non abbia né scritto né mai votato leggi incostituzionali.
Sarebbe corretto inoltre che, lo
ribadiamo, quelle forze politiche che in tutti questi anni hanno
sostenuto, scritto e votato leggi incostituzionali in Parlamento
fossero sanzionate (magari pecuniariamente, così da rimpinguare le
casse dell'erario con danaro finalmente non proveniente dalle tasche
dei contribuenti, bensì da quelle dei politicanti).
Chi scrive, ad ogni modo, seguiterà a
non andare a votare e ad invitare il prossimo a non votare per un
sistema che per troppi anni ha preso in giro l'elettorato.
Chi scrive, infatti, sostiene da
qualche tempo che, forse, in luogo di elezioni politiche, sarebbe ben
più democratico e civile tornare all'esempio dell'Agorà dell'Antica
Grecia, ovvero al sorteggio fra tutti i cittadini aventi diritto al
voto, compresi fra 18 e 65 anni (oppure fra i maggiori di 30 anni,
proprio come nell'Antica Grecia).
In questo modo non solo l'Italia intera
sarebbe davvero rappresentata - anche dal “signor nessuno”
abituato a subire le angherie della politca nostrana - ma non ci
sarebbero nemmeno lotte fra fazioni contrapposte.
Forse, allora, sarà il buonsenso della
massaia e quello del commerciante/imprenditore, dell'operaio e del
disoccupato a prevalere.
Certamente sarebbe un sistema migliore
di quello attuale e costringerebbe i cittadini italiani tutti a
mettersi in gioco davvero, in prima persona, senza mediazioni
partitiche.
Luca Bagatin
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