La differenza fra la Civiltà
dell'Amore e la società del piacere è essenziale.
Nella prima vi è totale assenza di
rapporti economici, a cui, diversamente, si sostituiscono i rapporti
umani.
Allorquando i rapporti di una società
sono regolati dall'economia in luogo dell'umanità, dell'amore, del
buonsenso, non vi può essere alcuna civiltà.
Men che meno una Civiltà dell'Amore.
I rapporti economici sono essenziali,
si dice, in una società che vuole progredire. Certo, ma progredire
in quale senso ? Nel senso della cosiddetta “crescita economica”,
non certo nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano.
La crescita economica, invero, porta
spesso a crisi economiche - come sappiamo bene - ed a conseguenti
decrescite, che si traducono in chiusura di aziende, disoccupazione,
ormai persino morti per suicidio. Diversamente, il potenziale umano
non conosce crisi, bensì continuo progresso, apprendimento,
sviluppo.
I rapporti economici, in questo senso,
sono unicamente introdotti nella nostra società al fine di
“regolare” la vita dei cittadini. Imponendo loro un lavoro, uno
stile di vita, uno stile di consumi, un sistema di tassazione, che
non necessariamente i cittadini stessi avrebbero per forza scelto se
fossero stati autenticamente liberi, ovvero liberati dai rapporti
economici medesimi.
Oggi sappiamo – anche se non tutti ne
sono edotti – che la crisi economico-finanziaria che ci ha colpiti
negli ultimi anni è causa dell'immissione indiscriminata – voluta
dai Governi e dalle Banche Centrali - di moneta nel circuito
economico. E consideriamo che tutto ciò
avviene senza che il valore nominale di ogni singola moneta o
cartamoneta corrisponda alle riserve auree possedute da ciascuno
Stato ! In particolare la moneta in circolazione non funge
da base gestionale di un'economia che soddisfa bisogni reali, bensì
è unicamente funzionale al controllo dei Governi e delle Banche
(FED-Federal Reserve e BCE-Banca Centrale Europea in primis) sulla
vita, sul lavoro e sul consumo di beni e servizi dei cittadini.
Tornando
all'inizio del nostro ragionamento, forse, la nostra società
economica “avanzata”, per così dire, può essere considerata una
società del piacere,
ove ciascuno crede
di poter liberamente acquistare questo o quello (in realtà pagando
un alto prezzo in termini di libertà e potenziale umano), ovvero è
una società ove i rapporti sono regolati dalla mercificazione e dal
sistema mediatico-pubblicitario (che non ha alcun aggancio con la
bontà stessa del bene o del servizio acquistato e/o venduto).
Diversamente, una
sana Civiltà dell'Amore non necessita di rapporti economici, in
quanto si fonda sulla potenzialità dell'essere umano e non sulla sua
capacità di mercificare tutto e tutti con l'unico scopo di
accrescere il proprio ego ed il proprio cinico edonismo.
In questo senso,
i promotori della Civiltà dell'Amore possono benissimo capovolgere
la teoria dell'economista liberale Adam Smith, riscrivendola in
questo senso: “Non è dalla
benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio, che noi ci
aspettiamo la nostra cena, ma dal loro rispetto nei confronti
dell'umanità affamata. Noi
ci rivolgiamo alla loro umanità ed al loro amor proprio e parliamo
loro delle necessità della Donna e dell'Uomo, ovvero del loro/nostro
bisogno di dare e ricevere Amore”.
Quando
parliamo di umanità affamata, non ci riferiamo solo a quell'umanità
che si trova nel bisogno di nutrirsi di cibo, ma anche a coloro i
quali sono affamati d'amore, di affetto, della necessità di essere
cittadini pensanti assieme ad altri cittadini pensanti che, anziché
lottare fra loro per la pagnotta o per imbrogliarsi l'un l'altro,
lottano assieme per vivere. Per garantire e garantirsi una vita
dignitosa, senza infastidirsi, senza entrare nella sfera privata
dell'altro, senza necessità di chiedergli danaro, interessi,
vendergli merci o servizi, privandolo della sua libertà di scegliere
liberamente se farlo o meno.
In
questo senso, per quanto possa sembrare utopistico, un ritorno alla
riconsiderazione del baratto quale forma base per una possibile
Civiltà dell'Amore, potrebbe essere interessante.
Baratto
di beni e di servizi. Nessuna moneta, solo volontà di donare e
ricevere.
In
questo senso, già un anno fa, sono nati dei supermercati che
permettono a chi vuole acquistare i prodotti in esso contenuti di
pagare
attraverso
una prestazione di lavoro nel supermercato stesso.
Oltre
a ciò è nato il cosiddetto “Arcipelago SCEC”
(www.scecservice.org), che
appare come una nuova forma di baratto, moderna ed atta a restituire
“sovranità” ai cittadini sotto il profilo sociale e umano,
attraverso una nuova forma di economia auto-responsabilizzante e
solidale.
Primi
passi per una Civiltà dell'Amore ? Forse.
Una
Civiltà dell'Amore, ad ogni modo passerà certamente attraverso la
consapevolezza di singoli cittadini pensanti, liberi da ogni tipo di
ideologia precostituita (oppure forse per una sintesi solo
apparentemente ossimorica fra il socialismo libertario, il comunismo
anarchico ed i liberalismo classico, condendo il tutto con una buona
dose di sentimento e di cuore).
Cittadini
che hanno compreso che, la società
del piacere,
ovvero quella regolata dai rapporti economico-politico-finanziari, è
una truffa buona solo per coloro i quali reggono i fili del Potere e
che solo una sana Civiltà dell'Amore, libera dalla mercificazione,
dalla politica e dalla finanza, può permettere ai cittadini stessi
di mettersi in gioco e di mettere a frutto il proprio potenziale
umano.
Luca Bagatin
Presidente di Amore e Libertà
www.amoreeliberta.altervista.org
www.amoreeliberta.blogspot.it
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
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