A sinistra: manifesto storico del Partito dell'Amore; a destra: simbolo di "Amore e Libertà"
Se i politicanti credono di poter dare
una boccata d'ossigeno ai cittadini italiani con 80 euro mensili –
peraltro solo a coloro i quali già lavorano, come se i disoccupati
in continuo aumento nemmeno esistessero (sic !) - si sbagliano di
grosso.
E se credono di metterli in condizione,
così, di farli ricredere nella politica e convincerli ad andare a
votarli alle europee, si sbagliano un'altra volta di grosso.
Avrebbero, semmai, dovuto accorgersene
prima. Prima di aumentare l'IVA di due punti percentuali negli ultimi
tre anni, ad esempio. E prima di tartassare il contribuente in ogni
modo, senza fornirgli alcun servizio, alcun incentivo, alcun
tornaconto. Imbrogliandolo ed imbrigiandolo, talvolta costringendolo
persino al suicidio (perché non aprire una commissione d'inchiesta
in questo senso, a proposito ?) !
Tutti d'accordo e nessuno si smarchi.
Dal Pd a Forza Italia passando per i loro sodali. Così come tutti
d'accordo lo sono sempre stati allorquando pompavano e pompano
allegramente la macchina degli sprechi di danaro pubblico, dal nord
al sud, permettendo ad intere categorie statali, parastatali,
sindacalizzate, comunali, provinciali, regionali, politicizzate, di
mangiare in barba a tutti gli altri.
Il populismo, in questo senso, forse, è
preferibile al papponismo di Stato, come andiamo dicendo da qualche
tempo.
Peccato che, dalla parte del popolo –
come lo erano durante il Risorgimento i soli Mazzini e Garibaldi con
il loro Partito d'Azione – oggi non ci sia davvero nessuno.
Nemmeno i “riccetti der quartierino”
Grillo e Casaleggio che, con la storia dell'”uno vale uno”,
comandano a bacchetta i loro deputati in un bailamme di confusionismo
senza costrutto.
Che fare ?
Ribellarsi democraticamente con lo
sciopero del voto. Mandarli a farsi “benedire” con l'Ex Voto
proposto da quel dì dal Partito dell'Amore erede di Moana Pozzi (ma
anche di Giuseppe Garibaldi), auspicando, come auspica il nostro
partito-non-partito “Amore e Libertà” (che ha fatto del coraggio
di Anita Garibaldi la sua bandiera), l'estrazione a sorte fra tutti i
cittadini al fine di concorrere a formare un'Assemblea Legislativa
davvero democratica, secondo le regole dell'Agorà dell'Antica
Grecia.
Senza finanziamenti pubblici a questo o
a quello. Senza imbrogli e ruberie di Stato e di mercato. Solo
passione, sudore della fronte, amore per la patria, per l'umanità e
per la libertà.
A guidarci è certamente l'utopia. Ma
un'utopia creativa e creatrice che animò i grandi del passato in
un'incessante ricerca di evoluzione interiore, umana, politica,
civile (ci si ricordi delle personalità già citate, i Mazzini e i
Garibaldi, ma si aggiungano anche Gandhi, Gabriele D'Annunzio
nell'impresa di Fiume, Ernesto Nathan e molti altri).
Se questa è (anti)politica, ben venga
l'(anti)politica allora. Ma sia un'(anti)politica garibaldina dell'Amore. L'unica alternativa popolare e umanitaria
oggi possibile.
Luca Bagatin (nella foto con Debdeashakti)
Civiltà dell'Amore contro società del piacere
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