I risultati delle recenti elezioni
amministrative di Emilia Romagna e Calabria parlano chiarissimo: ha
stravinto il non voto, ovvero hanno stravinto quei cittadini che,
stanchi della politica delle ruberie locali e dell'autoritarismo
autoreferenziale ed antisociale del governo centrale, hanno preferito
dare un chiaro segnale di dissenso alla politica nostrana.
In Emilia Romagna, dunque, hanno vinto
i cittadini astenuti con il 69,3% dei consensi; mentre in Calabria i
consensi degli “ex voto” sono stati 55,9%. Due
partiti-non-partiti decisamente largamente maggioritari ai quali
andrebbe data giusta rappresentanza attraverso un sistema che preveda
– come peraltro teorizzavo in un comunicato stampa a firma del
movimento “Amore e Libertà”, precedente le elezioni europee -
l'attribuzione dei seggi dei non votanti a tutti i cittadini aventi
diritto al voto, estraendoli a sorte.
Bisognerebbe,
in sostanza, far sì che le singole intelligenze delle persone, dei
cittadini, possano parlarsi, confrontarsi, approfondire,
autogestirsi, attraverso il buonsenso tipico delle Agorà dell'Antica
Grecia (Grecia ben diversa da quella attuale).
In
questo senso, infatti, nell'ambito del pensatoio “Amore e Libertà”
(www.amoreeliberta.altervista.org)
mi batto da tempo per un sistema elettivo tipico di quel periodo,
ovvero la nascita di assemblee popolari estratte a sorte, fra tutti i
cittadini compresi fra i 18 ed i 65 anni.
In
questo senso, peraltro, non sarebbe impossibile né di per sé
utopistico – al di là dei vari “inciuci del Nazareno” -
pensare di cambiare la legislazione elettorale vigente, introducendo
quantomeno la possibilità di attribuire, come dicevo, i seggi dei
“non votanti” ai cittadini italiani (o emiliani, o calabresi, nel
caso delle recenti elezioni amministrative), estraendoli a sorte fra
tutti gli aventi diritto al voto.
Per la
prima volta si permetterebbe così, dunque, alle singole
intelligenze, di avere un posto all'interno del Parlamento, dei
Consigli Regionali e Comunali. E dunque di costituire, via via, una
base per una prima assunzione di responsabilità politica e civile da
parte della cittadinanza attiva.
E tutto ciò al
di là del solito imbroglio partitico-mediatico-elettorale che, di
fatto, rappresenta una vera e propria "delega in bianco"
che i cittadini, ormai a larghissima maggioranza, hanno dimostrato e
stanno dimostrando di non volere più.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento