C'è chi, ancora oggi, si stupisce
della corruzione presente nella Capitale, delle infiltrazioni
mafiose, della commistione malavitosa fra vip, imprenditori e politici di destra e
sinistra.
C'è chi, purtuttavia, in tempi non
sospetti, quel malaffare lo denunciava già. Parliamo degli “Amici
de Il Mondo”, ovvero dei radicali di Mario Pannunzio – Ernesto
Rossi in primis (entrambi nella foto qui sotto) - che, sin dagli Anni '60, denunciavano la
speculazione edilizia e la commistione fra politica, criminalità ed
imprenditoria.
La stessa cosa fece Moana Pozzi alla
guida del Partito dell'Amore – unico partito totalmente
autofinanziato - allorquando nel 1993 si candidò a Sindaco di Roma.
Ancora oggi, su youtube, su Radio Radicale e sul sito
www.partitodellamore.it
è possibile ritrovare i filmati ed i documenti relativi alle
conferenze stampa di quel periodo (una fra queste moderata dal
direttore de L'Opinione Arturo Diaconale), ove Moana denunciava e
proponeva una sistematica lotta al malaffare, alla corruzione
politica ed alla criminalità organizzata infiltrata nella città,
oltre che proponeva un progetto per rilanciare le attività culturali
romane; proponeva – già vent'anni fa – di chiudere al traffico
il centro storico ed iniziative su come rilanciare l'occupazione
giovanile e risolvere il problema dei parcheggi.
Moana la pragmatica, ma anche
l'inascoltata che, all'epoca, prese solamente lo 0,52% dei consensi e
che morì l'anno successivo, pur indimenticata dalle persone che
l'hanno seguita ed amata.
Il Partito dell'Amore - che non
smetteremo mai di dire che non era il partito delle pornostar, bensì
il partito delle persone comuni, al punto che l'unica persona
popolare in lista era Moana, mentre tutti gli altri candidati erano
persone provenienti dalla cosiddetta società civile, fra cui
un'insegnante di lettere ed un postino – fu la prima lista civica
italiana. Una lista civica che, non avendo rendite di posizione né
posti di potere da garantire e/o da auto-garantirsi, andava al cuore
dei problemi.
E candidava Moana – simbolo-icona del
Partito stesso - che, abbandonata definitivamente la carriera di
pornodiva, pur senza rinnegarla, accettava di entrare seriamente in
politica, con determinazione e lanciando lo slogan “Governare con
più Amore”, ovvero stare più vicino ai problemi della gente
comune, come lei stessa ricordava in una video-intervista dell'epoca.
La Roma di Moana e del Partito
dell'Amore, così come quella degli intellettuali del settimanale “Il
Mondo” e del primo Partito Radicale guidato da Mario Pannunzio ed
Ernesto Rossi, sarebbe stata certamente molto diversa.
Per uscire dal
pantano occorre ripartire da lì.
Luca Bagatin
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