Poco ci appassiona, francamente, "un certo dibattito", in un
Paese ove i balzelli ed i rincari sono all'ordine del giorno, ove gli
80 euro in busta paga – appannaggio solo di chi un lavoro lo ha
già, peraltro – sono finanziati dal “gioco delle tre carte”
(ti aumento qui per poi toglierti dall'altra parte...sic !), ove i
lavoratori dipendenti rischiano sempre più spesso il posto di lavoro
ed ove i disoccupati non hanno diritto ad alcun assegno sociale. Poco ci appassiona "un certo dibattito" in
un Paese ove la corruzione ed il malaffare aumentano ed ove furti e
truffe vengono persino depenalizzate !
Poco ci appassiona, in questo Paese,
insomma, il dibattito relativo all'elezione di un Presidente che non ha alcun potere reale e
che costa ai cittadini ben oltre il mantenimento della Regina
Elisabetta ai cittadini britannici !
Stiamo parlando di quel Presidente
della Repubblica che, più in teoria che in pratica, dovrebbe
garantire la Sacra Legge, ovvero la Costituzione della Repubblica
italiana. Così non è pressoché mai stato dal 1948 ad oggi, ma
tant'è.
Oggi sappiamo solo che il Presidente
Napolitano, primo PdR ad aver accettato un secondo mandato, si
dimetterà e presto inizieranno le fatidiche “consultazioni”,
ovvero l'inverecondo spettacolo che forze partitiche e relativi
membri delle medesime metteranno in piedi, fra veti, congiure,
sgambetti, burle e varie amenità alle spalle del popolo, quello
italiano, che non è più sovrano da almeno un ventennio buono.
Questo spettacolo ai limiti
dell'assurdo non ci interessa davvero.
Diverso sarebbe se l'Italia fosse una
repubblica presidenziale, con Presidente eletto direttamente dai
cittadini, slegato dai partiti e con poteri di governo, così come
nel sogno di Giuseppe Mazzini, Randolfo Pacciardi ed Edgardo Sogno.
Ovvero sull'ispirazione della democrazia francese di Charles De
Gaulle, di quella argentina di Juan Domingo Peron e dei molti Paesi
latinoamericani che, grazie a Presidenti riformatori e autenticamente
socialisti, sono riusciti ad emergere sulla scena mondiale, rendendo
finalmente protagonisti i loro rispettivi popoli.
Nell'ambito del pensatoio “Amore e
Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.org
– www.amoreeliberta.blogspot.it),
attivo da quasi due anni, abbiamo lanciato una lucida provocazione:
proporre l'ex Presidente dell'Uruguay José “Pepe” Mujica quale
nuovo Presidente della Repubblica italiana.
José Mujica, oltre ad
aver devoluto oltre la metà del suo stipendio presidenziale ai
poveri, è riuscito a trasformare il volto dell'Uruguay, riducendo la
disoccupazione, le disuguaglianze, la povertà, aumentando il PIL del
6%, investendo in scuola, formazione, cultura: ovvero l'esatto
opposto di quanto è avvenuto da noi in Europa e nella nostra triste
e desolante Italia.
Meno chiacchiere e più fatti, quelli
attuati da José Mujica, il quale oltretutto ha avviato nel suo Paese
– oggi governato da suo compagno di partito Tabaré Vazquez – un
progetto di autogestione delle imprese da parte dei lavoratori,
rendendoli così protagonisti del processo produttivo e di
emancipazione sociale.
Altro che i nostri costosissimi
Presidenti della Repubblica senza poteri ! Altro che i nostri
Presidenti del Consiglio mai eletti da nessuno e asserviti alle
logiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale
Europea !
Occorre invertire la rotta. Pensiamoci,
quale buon proposito per il 2015.
Luca Bagatin
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