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venerdì 30 gennaio 2015

Hugo Chavez ed il Socialismo del Ventunesimo Secolo. Una prospettiva umanitaria e libertaria per uscire dalla crisi. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Hugo Chavez, ex Presidente del Venezuela di cui abbiamo diverse volte già parlato, ha ridato, dal 1999 al 2013, digità al suo popolo.
Un popolo sfruttato prima dal colonialismo spagnolo e successivamente dalle multinazionali statunitensi ed europee e da governi locali corrotti e corruttori.
Di Chavez, qui da noi, si sa sempre molto poco, come molto poco si conosce la Storia dell'America Latina degli ultimi decenni e di quel “Socialismo del Ventunesimo Secolo” ideato dal sociologo ed intellettuale Heinz Dieterich che, lungi dall'essere uno spauracchio del nuovo comunismo o della sinistra mondiale (Chavez non è mai stato comunista, bensì socialista libertario e bolivariano), è ed è stata una prospettiva anti-ideologica, oltre la destra e la sinistra. Una prospettiva nazional-internazionalista, anti-capitalista ed anti-imperialista.
Con l'avvento di Chavez al governo di questo fiero Paese latinoamericano – alla fine del 1998 - le cose, in tutto il Continente, sono via via mutate ed i leader socialisti nazionali, libertari ed umanisti hanno ben presto trionfato in pressoché tutti i Paesi dell'America del Sud: da Lagos e Bachelet in Cile; da Lula alla Roussef in Brasile; da Evo Morales in Bolivia, ai Kirchner in Argentina, a Mujica e Tabaré Vazquez in Uruguay sino a Rafael Correa in Equador.
Chavez che, nel 1992 tentò un colpo di Stato contro l'oligarchia corrotta al potere, diverrà Presidente democraticamente eletto pochi anni dopo e rimarrà in carica sino alla morte...ed anche oltre, se pensiamo che il suo successore Nicolas Maduro è ancora oggi al governo, pur fra luci ed ombre.
Ombre figlie di quel potere che lo stesso Chavez tentò di combattere, di quella corruzione anche interna al suo partito - prima il Movimento Quinta Repubblica e successivamente il Partito Socialista Unito del Venezuela - che pur egli tentò con ogni mezzo di allontanare.
Purtuttavia l'esempio di Chavez è ancora lì, come un faro nella notte di una globalizzazione che ingloba. Di un Sud America ferito nei secoli e di un Occidente “liberal” che, messo a confronto, sembra assai meno democratico ed assai meno pluralista. Un Occidente ove prevale un'austerità senza sentimento. Un Occidente prostituito all'economia ed alla finanza, che imbroglia ed imbriglia i suoi stessi cittadini, prede inconsapevoli del marketing e del consumismo, ovvero di un “piacere” effimero destinato ad annientarci.
Hugo Chavez ha ispirato la sua azione di governo a Simon Bolivar, “El Libertador” che sconfisse l'Impero di Spagna nei primi anni dell'800 e che divenne Presidente delle Repubbliche di Venezuela, Colombia, Bolivia, Ecuador, Panama e Perù.
Hugo Chavez che, lungi dall'avere un'ideologia preconfezionata (come non aveva un'ideologia preconfezionata lo stesso Bolivar, né il nostro Giuseppe Garibaldi che, negli anni, pur si ispirerà al socialismo umanitario e sansimoniano), aprirà le porte ad una vera Terza Via (alla faccia di quella “liberal” dei Clinton e dei Veltroni), ovvero a quel Socialismo del XXIesimo secolo che farà rifiorire il meglio di quella che nell'800 – in Europa – fu l'idea di emancipazione sociale della Prima Internazionale dei Lavoratori, alla quale aderirono socialisti, mazziniani, repubblicani, garibaldini ed anarchici.
Il governo di Chavez, lungi dall'essere rivoluzionario in senso stretto – visto che non riuscirà a superare il capitalismo e dunque l'economia di mercato – purtuttavia offrirà importanti prospettive al popolo venezuelano. E ciò attraverso la nazionalizzazione dell'industria petrolifera ed attraverso la fondazione di Missioni Sociali finanziate anche grazie ai proventi derivanti dal petrolio. Pensiamo alla Mision Barrio Adentro (letteralmente “dentro il quartiere”), dedicata all'assistenza sanitaria gratuita specie nei quartieri popolari, ove sono stati istituiti consultori medici famigliari, centri diagnostici integrati e centri ospedalieri specializzati. Il tutto grazie anche alla consulenza ed all'intervento di medici cubani (e non dimentichiamo che, a dispetto di quanto si tende a credere da noi, Cuba ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, sia in termini di efficienza che di risultati, con tassi di mortalità infantile fra i più bassi al mondo ed un ottimo sviluppo delle biotecnologie).
Pensiamo poi alla Mision Robinson, dedicata all'alfabetizzazione, che ha portato ad imparare a leggere e a scrivere un milione e mezzo di persone; alla Mision Ribas, dedicata a completamento degli studi secondari superiori; alla Mision Sucre dedicata al sostegno degli studenti di livello universitario.
Vi sono poi altre missioni sociali istituite dal Governo Chavez, quali la Mision Negra Hipolita, dedicata al recupero delle persone emarginate e la Mision Sonrisa, che mira a dotare di protesi dentaria le persone che non se le possono permettere economicamente.
Quale altro governo al mondo avrebbe fatto questo ? In quale altro continente se non nell'America Latina sfruttata, repressa, ma ove l'amore e la spiritualità – pur fra molta violenza e diffusissima criminalità – hanno sempre trovato un posto nel cuore di quei popoli ?
Si dirà che tali missioni sono state accompagnate anche a fenomeni di clientelismo e di corruzione ed è vero. Purtuttavia non a causa del Presidente Chavez che, quando ha potuto, ha rimosso i responsabili e lo ha fatto anche e soprattutto su pressione del popolo, coinvolto direttamente nel sistema delle Missioni, a livello volontaristico, sociale, politico, mutualistico, umano.
Un vero e proprio sistema di autogestione sociale, pur con tutte le sue possibili imperfezioni, certo.
E la medesima cosa è avvenuta per quanto concerne l'edilizia popolare, con la costruzione di moduli abitativi moderni e poco costosi.
E, aspetto importante da sottolineare, è che nelle Missioni sociali l'80% delle persone che vi lavorano e che le dirigono sono donne le quali, smessi i panni di mogli madri e di famiglia, danno ed hanno dato un profondo contributo alla cosiddetta “rivoluzione bolivariana” avviata dallo chavismo.
E proprio le donne – già in passato guerrigliere – hanno lottato in Venezuela anche per avere una congrua rappresentanza politica del 50% nei partiti e per la depenalizzazione dell'aborto.
Si pensi, a tal proposito, che la Costituzione Bolivariana promossa da Chavez nel 1999, prevede il diritto alla salute sessuale e riproduttiva delle donne, il riconoscimento del lavoro domestico e dunque la sicurezza sociale per le casalinghe, ovvero tutte cose che non erano riconosciute dalla legislazione precedente.
Questi, in sostanza, i risultati di quel “Socialismo del XXIesimo Secolo” che è declinato non come marxismo o come “dittatura del proletariato”, bensì come “socialismo ecologico”, come “socialismo libertario”, ovvero un processo che vede al centro l'individuo e non lo Stato, ove la proprietà privata è rispettata tanto quanto lo sono l'ambiente e gli animali.

Ed è proprio questo che lo pone in un'ottica che va oltre le ideologie sinistra-destra, al punto da far amare o aver fatto amare nel corso della Storia, personalità politiche quali Chavez, ma anche Che Guevara, Castro, Peron, Garibaldi, tanto a persone di destra che di sinistra, pur sapendo che proprio questi eroi combattenti erano oltre le ideologie, su un altro piano che li poneva al centro di una prospettiva politico-sociale umanitaria.
E forse è proprio questo che ha fatto paura, durante la Guerra Fredda, all'Urss ed agli USA, ed ancora oggi fa paura ad un'Occidente ove l'essere umano è messo in disparte e sostituito da parole quali “crescita”, “sviluppo”, “crisi economica”, “produttività”, in luogo di “decrescita”, “sviluppo del potenziale umano e sociale”, “crescita interiore” e così via.
E questa non è mera retorica “no-global”, anche perché chi scrive non ha mai militato nelle file noglobaliste, ma pura osservazione di fatti storico-sociali.
Interessante poi l'organizzazione della rappresentanza politica di base nel Venezuela chavista, ove si è giunti ad un pressoché superamento della democrazia rappresentativa, attraverso l'istituzione di Consigli Comunali aperti a tutta la cittadinanza locale. E si pensi che proprio in America Latina, a Porto Alegre in Brasile nel 1989, si è avuto il primo esempio di Bilancio Comunale Partecipativo, ovvero alla cui formazione partecipò la cittadinanza attiva stessa.
Altro che Movimento Cinque Stelle ! Altro che boutade grillesche tanto per accaparrarsi qualche voto e qualche sedia da scaldare in Parlamento pagata dai contribuenti !
Anche l'economia chavista è fondata su principi di equità, ovvero se un'azienda privata è inattiva e non è venduta dal proprietario oppure il proprietario non vuole riattivarla attraverso il contribito dello Stato, questa può essere espropriata e dichiarata di interesse nazionale e, spesso, è data in autogestione ai lavoratori medesimi.
Hugo Chavez ha potuto fare tutto questo, così come ha posto le basi per una possibile fondazione degli Stati Uniti dell'America Latina, attraverso continui dialoghi con Morales, con Lula, con i Kirchner, con Mujica, che fu suo grande amico e che oggi è considerato il miglior leader politico mondiale al punto che l'Italia gli ha dedicato il recente saggio “Le felicità al potere” (EIR edizioni), che sarà nostra cura recensire prossimamente.
E Chavez ha potuto fare questo grazie all'ampio consenso elettorale conquistato in oltre dieci anni di governo ed oltre a ciò di cui abbiamo parlato, ha varato anche leggi sulle unioni civili e contro l'omofobia. Leggi impensabili persino nella nostra “democratica” Italia.
Ma di questo in Occidente si parla poco. O se ne parla male. Si preferisce denigrare e/o oscurare.
Addirittura la trasmissione televisiva “Alo Presidente”, da noi, viene presentata come una “macchietta propagandistica”. Ed invece fu l'occasione per mostrare al popolo venezuelano un leader nella sua umanità, nella sua quotidianità. Fatta di battute istrioniche, di balli, di canti della tradizione caraibica, ma anche allo scopo di dar voce alla periferia ed alle periferie (dalle quali lo stesso Chavez proveniva) che da noi sono e rimangono emarginate e senza una voce, senza una rappresentanza, chiuse nel loro degrado urbanistico.
E si pensi che il sistema televisivo venezuelano è ben più pluralista del nostro, fondato sul duopolio/monopolio Rai-Mediaset, con programmi tutti uguali e senza alcun autentico scopo sociale e culturale.
Ed i numeri parlano chiaro: dal 1998 al 2008 in Venezuela la disoccupazione è stata ridotta dal 16% al 6%, la mortalità infantile è stata ridotta, l'analfabetismo è pressoché scomparso. Certo, il tasso di criminalità rimane ancora alto, l'inflazione è altissima, il calo del prezzo del petrolio sta creando molti problemi. Ma al popolo è stata offerta una prospettiva nazionale. Con delle basi culturali e sociali: bolivarismo e socialismo umanitario. Prospettive che andrebbero importate, specie se pensiamo che noi abbiamo avuto Garibaldi e Mazzini quali eroi nazionali, ma che abbiamo saputo vilipendere i loro ideali di un'Europa unita per prostituirla alle banche - Banca Centrale Europea in primis - ed al Fondo Monetario Internazionale, oltre che alle multinazionali ed ad un'immigrazionismo senza regole, foriero solamente di ulteriore sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di povertà e degrado generalizzato.
L'America Latina dal 1998 ad oggi sta rinascendo: con Chavez prima e con Mujica oggi. La vera Primavera del mondo è tutta lì. La vera ricetta per uscire dalla crisi globale è tutta lì: amore per il popolo, potere al popolo, socialismo del ventunesimo secolo, nazionalismo, fine dell'austerità, fine del sistema politico ed economico fondato sulla prevaricazione e sul profitto, ovvero sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e delle risorse (sempre più scarse, peraltro). Riscoperta della natura e di un'autentica dimensione sociale (e non “social”, ovvero fondata sull'onanismo del web imposto da Facebook e da Twitter).

Luca Bagatin


giovedì 29 gennaio 2015

"Eretico, erotico, eroico": aforismi e riflessioni by Luca Bagatin (tratti da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)


L'elezione del nuovo Presidente della Repubblica non mi riguarda davvero. E a voi ? A voi riguarda ?
 
Assieme ad ebrei, testimoni di geova, zingari, oppositori politici ed omosessuali, nei lager nazisti finivano anche i massoni.
Ma perché i mass-media italiani OSCURANO ancora questa notizia ?

Dopo aver fatto politica per quasi vent'anni sono giunto alla conclusione che sarebbe preferibile una (pseudo)"dittatura" castrista o chavista ad una (pseudo)"democrazia" europeista, merkeliana, obamiana, globalista, imperialista.
La vera crescita dovrebbe essere umana, spirituale, sociale.
Lasciando la fredda economia e la fredda politica ai frustrati ed ai repressi di sempre.
A ragion veduta preferirei essere stato un componente della Loggia Propaganda nr. 2 piuttosto che un membro (e sottolineo membro) del Movimento 5 Stelle.
La Squadra ed il Compasso, simbolo cardine della Massoneria, è un'allegoria che rappresenta, per molti versi, l'unione fra il Cielo – principio maschile rappresentato dal Compasso – che si unisce con il principio femminile rappresentato dalla Squadra, la quale potrebbe allegoricamente rappresentare la Dea Madre Terra, in una perfetta unione d'amore cosmico che, per molti versi rappresenta a sua volta la vera Porta Alchemica che dà la vita, ovvero una Vagina

martedì 27 gennaio 2015

Più che un Tsipras ci vorrebbe un Mujica. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

Non sappiamo se esultare o meno per la vittoria di Alexis Tsipras alle elezioni politiche greche.
Tsipras non ci entusiasma granché e la sua amicizia e vicinanza con molti politici del conservatore Partito Democratico italiano certo non ce lo rendono troppo convincente.
Interessante, ad ogni modo e comunque, il fatto che la stragrande maggioranza del popolo greco abbia espresso il suo voto favorevole nei confronti di un leader anti-Fondo Monetario Internazionale ed anti-Banca Centrale Europea, che, peraltro, ha deciso di allearsi con il partito dei nazionalisti greci, altrettanto se non ancor più anti-Troika.
Non è un caso, dunque, se un leader anti-europeista ed anti-capital-globalista come Tsipras venga elogiato tanto dalla pasionaria Marine Le Pen quanto dai movimenti dell'ultra-sinistra, oltre ad essere stato votato dalla stragrande maggioranza dei liberali e moderati greci.
Ed è interessante anche un'astensionismo del 36%, che indica comunque una sfiducia importante nei confronti della politica e, forse, anche nei confronti di un sistema socio-economico che ha fatto il suo tempo. E che andrebbe superato.
Sistema politico e socio-economico purtuttavia non messo in discussione da Tsipras, così come non è messo in discussione da nessun politicante europeo. Purtuttavia i limiti della politica, ovvero di questa politica fondata sulla divisione fra fazioni, sulla ricerca del potere, del consenso a tutti i costi e dunque sul danaro e sulla società mediatica dei bisogni e consumi indotti, è proprio questo.
E' il limite di coloro i quali pretendono di rappresentare un popolo senza in realtà farlo. Poiché il popolo è e rimane soggiogato dal sistema monetario internazionale, da un debito pubblico impagabile e contratto dai politici attraverso le banche e dai cittadini attraverso l'accensione di mutui ed il tutto ad interessi altissimi e a tutto vantaggio del sistema bancario. Un sistema che, da tempo immemorabile, è peraltro non più legato alle riserve auree ed ai beni e servizi effettivamente prodotti, bensì fondato su regole materialistiche, consumistiche, egoistiche, illiberali, come denunciato da diverso tempo dal nostro movimento-pensatoio “Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.altervista.orgwww.amoreelibertalblogspot.it).
Per questo, ben vengano le critiche e le prospettive anti-europeiste ed anti-Troika di Tsipras o della signora Le Pen, purtuttavia questa dovrebbe essere l'ora dei popoli sovrani, affratellati fra loro, alla ricerca di prospettive simili a quelle concretamente realizzate da José “Pepe” Mujica in Uruguay, da Chavez in Venezuela, da Evo Morales in Bolivia, dal peronismo dei Kirchner in Argentina. E' dunque l'ora dei popoli consapevoli che non è e non sarà questo sistema politico, economico, anti-sociale ed egoistico a poterli/poterci far uscire dalla crisi e dallo sfruttamento sociale.
La prospettiva dovrebbe essere dunque la ricerca di una Civiltà dell'Amore alternativa ad una società del piacere effimero e dello sfruttamento dei molti a scapito dei pochi.
La vera crescita dovrebbe essere dunque umana, spirituale, sociale. Lasciando la fredda economia e la fredda politica ai frustrati ed ai repressi di sempre.

Luca Bagatin

Attualità della Massoneria e del Femminino Sacro. Dalla leggenda di Hiram al mito junghiano della Donna Selvaggia. Resoconto della Conferenza di presentazione dei saggi di Luca Bagatin (a cura di StudioStampa.com)


Massoneria ed universo femminile, come conciliarli in un'unica conferenza ?
La Squadra ed il Compasso, simbolo cardine della Massoneria, è un'allegoria che rappresenta, per molti versi, l'unione fra il Cielo – principio maschile rappresentato dal Compasso – che si unisce con il principio femminile rappresentato dalla Squadra, la quale potrebbe allegoricamente rappresentare la Dea Madre Terra, in una perfetta unione d'amore cosmico che, per molti versi rappresenta a sua volta la vera Porta Alchemica che dà la vita, ovvero una Vagina”.
Questa la sintesi d'esordio di Luca Bagatin, blogger, scrittore e relatore della conferenza di presentazione dei suoi saggi dal titolo “Universo Massonico” (Bastogi editrice) e “Ritratti di Donna” (Ipertesto edizioni), dal titolo “Attualità della Massoneria e del Femminino Sacro: dalla leggenda di Hiram, al mito junghiano della Donna Selvaggia” che si è tenuta lo scorso 25 gennaio presso il Frantoio Al Casone di Vada (Livorno) in una sala gremita ed alla presenza di molte donne e persone di tutte le età.
Grazie all'intuizione di Alessia, che nella dedica al saggio “Ritratti di Donna” definisco Donna Selvaggia doc, sono entrato in contatto con l'universo junghiano legato al mito della Donna Selvaggia. Un mito nel quale ho riscontrato un forte connubio con la leggenda di Hiram, il leggendario costruttore del Tempio di Re Salomone, il quale, nel simbolismo massonico, rappresenta l'aspirante Iniziato”, prosegue così Bagatin.
La Donna Selvaggia è dunque simbolo della cratività, dell'intuito e dell'istinto femminile, ovvero di quelle donne che hanno saputo – attraverso un percorso interiore e per molti versi alchemico – liberarsi dai condizionamenti tipici della cultura patriarcale, maschilista, oppressiva, passando così da uno stato di oscurità per approdare ad uno stato di Luce, di illuminazione interiore. Un po' ciò che accade all'aspirante massone o aspirante Iniaziato, il quale, attaverso dei riti di perfezionamento passa dal suo stato di profano, condizionato dalla cultura (o incultura) dominante, ad uno stato di spiritualità interiore, di illuminazione che squarcia ed allontana l'ignoranza dalla sua psiche e dalla sua anima”.
Luca Bagatin prosegue poi nel raccontare l'origine della Massoneria, la quale deriva dagli Antichi Misteri, dalla gnosi, dagli antichi culti tipici dell'Antica Gracia e dell'Antico Egitto, proseguendo nel raccontare dei “Rex Deus”, le antiche famiglie nobili custodi della gnosi cristiana, i quali appoggieranno i Templari, i quali, a loro volta, entreranno in contatto con la cultura sufi islamica e con le corporazioni di muratori medievali, ovvero i conoscitori della cosiddetta Geometria Sacra, coloro i quali – attraverso le loro conoscenze gnostiche ed influenzati dai “Rex Deus” - costruiranno le cattedrali gotiche, racchiudendo in esse particolari simbolismi iniziatici e mistici.
Bagatin, dopo aver delineato il “viaggio” che egli compie nel raccontare il suo “Universo Massonico”, popolato da inusitate scoperte poco note persino a molti massoni, torna a parlare di universo femminile e di Donne Selvagge, tratteggiando alcune figure cardine del suo “Ritratti di Donna” fra le quali Ilona Staller ed il suo spirito fricchettone, hippie e libertario che la porterà, da pornostar, ad approdare nel Parlamento italiano proponendo leggi attualissime che vanno dalla lotta alla violenza sulle le donne sino all'insegnamento della storia delle religioni nelle scuole pubbliche, in luogo dell'ora di religione cattolica. Bagatin racconterà poi la vicenda della femminista libertaria Roberta Tatafiore, fondatrice, assieme ad altre, del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, con il quale anche Bagatin stesso, giovanissimo, collaborà e che deciderà, alcuni anni fa e per propria convinzione personale, di suicidarsi. E la figura di Debdeashakti, al secolo Debora De Angelis, attivista per le liberà sessuali, per il diritto all'affettività ed alla sessualità per i disabili, artista dell'eros e profonda studiosa di spiritualità ed esoterismo. E poi molte altre figure racchiuse e raccontate, anche attraverso interviste, oltre che articoli, presenti in “Ritratti di Donna: studiose, massone, donne di spettacolo, da Patrizia Tasselli a Metis Di Meo, da Patricia Vezzuli a Francesca Vigni, da Ursula Davis a Valentina D'Agostino e molte altre, rese da Bagatin in modo non mediatico, bensì umano, ovvero alla ricerca del loro lato più “Selvaggio”, istintuale e creativo.

Ritratti di Donna", anche in quanto parla di un universo che ha sempre eccitato – in tutti i sensi – il mio universo interiore, è forse il libro al quale sono più legato”, spiega Bagatin, aggiungendo che il saggio contiene anche alcune poesie e ballate dedicate a donne che ha amato o comunque che ama e che lo hanno ispirato nel corso della sua vita.
Universo Massonico" invece rappresenta la mia passione per la spiritualità, nata sull'onda emotiva della mia identificazione con il Generale Giuseppe Garibaldi che, pochi sanno, oltre ad essere stato un grande condottiero, fu anche un teosofo ed un esoterista, oltre che eminente massone e socialista di ispirazione umanitaria e sansimoniana”.
La Conferenza, ricca anche di moltissimi interventi dal pubblico, ha suscitato notevole curiosità ed interesse.

giovedì 22 gennaio 2015

Antonio Martino: un candidato Presidente che "Amore e Libertà" (ferma restando l'utopistica ma seria proposta di candidare José Mujica, ex Presidente dell'Uruguay), potrebbe vedere favorevolmente

Sappiamo che è, sarà e rimarrà un'illusione, purtuttavia una candidatura al Quirinale di Antonio Martino, noto liberale e libertario, potrebbe essere auspicabile.
Martino, fra le altre cose, in tempi non sospetti e parlandone diffusamente nel suo saggio "Semplicemente liberale", da Luca Bagatin recensito, propose un sistema elettorale auspicato anche dal nostro movimento-pensatoio "Amore e Libertà", ovvero  l'introduzione di un sistema elettorale a sorteggio, fra tutti gli elettori italiani, in modo da avere un Parlamento di cittadini, senza più partiti e candidati che spendono e spandono risorse pubbliche al fine di garantirsi un posto in Parlamento.
Un sistema che, in sostanza, vada a ricalcare l'Agorà dell'Antica Grecia, culla della vera Democrazia.
Per queste ragioni Antonio Martino ci appare un candidato sufficientemente credibile, pur all'interno di un sistema istituzional-prostutizionale assolutamente lontano dalla civiltà, dalla democrazia e dalla libertà.




sabato 17 gennaio 2015

"Al Potere mostriamo il sedere ! Al complottismo contrapponiamo l'esoter-erotismo !" Aforismi by Luca Bagatin (tratti da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

« Nell'insegnamento che ti impartirò io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istitutivo. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci. »

(Pier Paolo Pasolini)

« Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato. »
(Pier Paolo Pasolini)

 
Quando mi chiedono perché ho iniziato a scrivere e perché continuo a farlo, la mia risposta è sempre la stessa: per piacere a una donna. 
 
L'amicizia è una cosa troppo seria per essere concessa a tutti. Sarà per questo che a tutti ho sempre negato la mia.


 Il mondo o quantomeno l'Italia diventerà più vivibile allorquando le compagnie telefoniche saranno autogestite dai cittadini-utenti medesimi.

Non è che non credo nell'Europa. Non credo nei politici europei.

I complottisti all'italiana sono un fenomeno stranissimo. Prima chiacchierano a destra e a manca, fingono di contestare i Potenti, diffamano, infangano. Successivamente scrivono libelli di dubbia veridicità. Ed infine...fondano un partito/movimento politico, per magari poi finire per essere eletti e pesare sulle tasche della collettività !
Al Potere, che anche costoro rappresentano, ad ogni modo, noi come sempre preferiamo mostrare un bel sedere !

giovedì 15 gennaio 2015

Intervista dell'artista Daniele Pacchiarotti allo scrittore, giornalista, attivista (anti)politico e Presidente di "Amore e Libertà" Luca Bagatin

Nell'intervista - a braccio, senza filtri e senza tagli -  fatta dall'artista Daniele Pacchiarotti e realizzata dal fotografo Antonello Ariele Martone a Luca Bagatin, Presidente e fondatore di Amore e Libertà - si parla di temi di scottante attualità: Massoneria, politica, (anti)politica, religioni e fondamentalismo, donne, mass-media, Risorgimento, Amore e Libertà, libertà civili e sessuali, arte, erotismo e molto altro.


domenica 11 gennaio 2015

"Non so se sono Charlie. Posso solo dire che sono triste. Perché a prevalere è sempre la stupidità degli uomini" Monologo by Baglu (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)


Sulla questione ho preferito non scrivere nulla e nemmeno dichiarare "Io sono Charlie" o, appunto, "Je suis Charlie".
Io, Charlie Hebdo, sino all'altro giorno, nemmeno lo conoscevo, così come immagino molti altri non ne avessero mai sentito parlare, nel nostro Paese e/o altrove. Mi sarebbe sembrato ipocrita associarmi ad un coro che ho trovato e trovo assai mediatico.
Mi sono sentito vicino alla moglie del direttore ucciso, Stéphane Charbonnier. Mi sono commosso quando lei ha pianto, in televisione. Così come mi sento vicino al dolore di tutte le famiglie che hanno perduto i loro cari a causa di un gesto di profonda violenza e stupidità perpetrato da due balordi in nome di un Dio che credevano, così, di onorare.
Il dolore è intimo e va pertanto rispettato.
Così come va rispettata la satira, che è spesso più seria della cronaca, del mero giornalismo mediatico d'accatto. La satira, lo si è visto, come il dolore, fa riflettere e va sempre a segno.
Ho visto le vignette di Charlie e francamente non solo le condivido, ma mi piace il loro spirito libertario e graffiante. E, una volta di più, penso che le tre Religioni Monoteiste Istituzionalizzate siano da sempre foriere di stupidità, ignoranza, violenza intima. Perché vilipedono lo stesso Dio che dicono, ma solo a parole, di onorare. 

Baglu

sabato 10 gennaio 2015

"Attualità della Massoneria e del Femminino Sacro. Dalla leggenda di Hiram al mito junghiano della Donna Selvaggia". Conferenza pubblica con Luca Bagatin il 25 gennaio prossimo a Vada (Livorno)

Sono onorato di poter presentare i mei due saggi "Universo Massonico" (Bastogi) e "Ritratti di Donna" (Ipertesto Edizioni) nell'ambito di una conferenza nella quale avrò la possibilità di illustrare l'attualità del pensiero gnostico-teosofico e massonico e del Femminino Sacro, ovvero la spiegazione e la riscoperta dell'antico mito della Donna Selvaggia, anche in chiave moderna, attraverso una serie di personalità  femminili del mondo della cultura, dell'eros, dello spettacolo, della controcultura e di muse che hanno attraversato - talvolta perforandolo - il mio cuore e la mia anima.
Qui di seguiro il testo ufficiale del comunicato relativo alla Conferenza, gli orari ed il luogo.
Vi aspetto numerosi e - soprattutto - numerose !!!
Luca Bagatin

Il Frantoio il Casone Antico di Vada propone un ciclo di incontri culturali: davanti a un bicchiere di buon vino e alle bruschette toscane, una serie di scrittori, musicisti e scienziati raccontano il loro lavoro e le loro teorie. All'incontro segue la cena a base di carne, verdure alla griglia e altre delizie.
 Il prossimo incontro:
Domenica 25 Gennaio , dalle 17 alle 20, parliamo di "Attualità della Massoneria e del Femminino Sacro. Dalla leggenda di Hiram al mito junghiano della Donna Selvaggia" con Luca Bagatin, giornalista e scrittore.
L'incontro è gratuito e aperto, e si svolgerà presso il Frantoio il Casone Antico di Vada in Via Aurelia Sud, 48 – 57016 Vada (LI). La prenotazione alla conferenza è obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni consulta il sito: www.oliosaccomani.it
Oppure  chiama il numero: 0586-786162 oppure 349 300 7737
I due Libri presentati: 
"Universo Massonico" con prefazione di Luigi Pruneti.
"Ritratti di Donna" con prefazione di Debdeashakti.



venerdì 9 gennaio 2015

Civico20news est Charlie: un articolo di Allegra Romana Monti tratto da www.bdtorino.eu che ci aiuta a riflettere e a comprendere. Senza la solita retorica mediatica.


Civico20news est Charlie (tratto da: http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=14666


Civico2onews ha partecipato e sostenuto la manifestazione spontanea e apolitica tenutasi giovedì 8 gennaio a Torino, in difesa della libertà alla risata e all'espressione. Invitiamo tutti a riflettere su quanto è accaduto, per non dare questo episodio in pasto agli sciacalli: questo il miglior modo per onorare le vittime


Alle 17:35 piazza Castello era ancora vuota. In pochi minuti però, le persone hanno iniziato ad affluire numerose, sotto la statua dell'alfiere dell'esercito sardo.
Giovani e meno giovani, tutti per salutare i dodici artisti di Charlie Hebdo che hanno perso la vita nell'11 settembre parigino, tutti presenti per dire “no” alla violenza e schierarsi dalla parte della libertà di espressione, un principio nato nel secolo dei lumi e ormai fondamento della nostra cultura.
A prendere parte all'iniziativa, anche volti noti come Chiamparino, Fassino e Younis Tawfik, noto scrittore iracheno.
Come cittadina e come giornalista voce di Civico20news, ho sentito l'esigenza di essere presente, per difendere la nostra cultura, condannando però chiunque schiacci quella altrui: dai fondamentalisti, alle grandi potenze occidentali che con la loro politica di guerra hanno acuito odi e differenze e questi sono i risultati.
Una lecita mobilitazione per il diritto alla risata, anche la più scorretta, ma non limitiamoci a questo proposito, riflettiamo su quanto accaduto, perché l'indignazione poi si allenta e passa, la comprensione resta.
Puniamo i responsabili, ma non solo coloro che materialmente hanno colpito la sede del giornale satirico, ma anche chi questi episodi li ha scatenati e li scatena, li ha sfruttati e li sfrutta per giustificare le proprie azioni: la famelica USA e la supina e asservita UE.
Bisognerà ragionare non solo sui mandanti e sui loro fini, ma pure su chi in qualche modo beneficerà di questa tragedia, perché c'è sempre qualcuno che lo fa e che prova a fiorire sulle ceneri altrui. La risposta a questo episodio non può essere quella delle bestie rabbiose e neppure quella della paura, come si è letto nella manifestazione madre parigina, a place de la Rèpublique: “La punizione sarà più generosità, più tolleranza, più democrazia”.
Gli interrogativi del caso restano ancora molti. Ad esempio come gli attentatori abbiamo potuto fuggire in auto in pieno giorno nel traffico fluente parigino, come si possa pensare di commettere un attentato e portarsi dietro (per poi dimenticarla in auto) la carta di identità e sbagliare pure numero civico; solleva dubbi anche la naturale tranquillità durante la fuga degli attentatori che, invece di fuggire celermente, si sono avvicinati all'auto camminando. Qualcosa non torna ed è chiaro, ma ancor più cristallino è che a pagare il prezzo di questa guerra non è chi l'ha scatenata e la porta avanti, ma siamo noi. 


Allegra Romana Monti

giovedì 8 gennaio 2015

Rivoluzione popolare Vs. fanatismo terroristico

Chi fece la Rivoluzione, quella vera, di Popolo e per il Popolo (non per mere superstizioni o dogmi di fede), certo non aveva necessità di compiere stupidi attacchi intimidatori/terroristici, ma combatteva - fieramente - a viso aperto e scoperto.
E con il cuore colmo d'Amore e Libertà.




lunedì 5 gennaio 2015

Assenteismo e disservizi ? Autogestiamo i servizi pubblici ! Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

La città di Roma, a dispetto della sua Storia millenaria, della sua arte, della sua cultura, del suo essere Capitale di un Paese stoicamente glorioso, del suo essere una fra le più grandi metropoli al mondo, è una città che – oggettivamente – ha numerosi e gravi problemi strutturali, infrastrutturali, di organizzazione politica, logistica eccetera eccetera.
Il problema è annoso e risale almeno sin dai tempi dell'avvento della Partitocrazia, ovvero allorquando l'Italia divenne una pseudo-Repubblica in balìa dei partiti e di politicanti talvolta corrotti, talaltra senza scrupoli.
Lontani sono, in sostanza, i fasti della Roma Antica e di quella post-Risorgimentale governata dal Sindaco mazziniano Ernesto Nathan.
Non parliamo poi dell'ultimo Ventennio neo-burocratico: da Rutalli a Veltroni passando per Alemanno e Marino. Quattro sindaci che, oltre a non aver risolto nemmeno un decimo dei problemi di questa città, l'hanno addirittura completamente rovinata. E non ci si stupisca – infatti – dei vari Fiorito e dell'inchiesta“mafia Capitale” !
La mafia, a Roma, in sostanza, è stata quasi legalizzata. E non ci si stupisca nemmeno del recente assenteismo dei vigili urbani, dei disservizi dell'Ama, dell'Acea, dell'Atac, ovvero di gloriose aziende pubbliche fondate proprio da Ernesto Nathan a beneficio dei cittadini - specie meno abbienti - e che nei primi anni del '900 erano il fiore all'occhiello della città ed oggi invece sono spesso fonte di disagio per il cittadino-contribuente.
Come tentare, quantomeno, di risolvere/arginare il problema ? In modo ovviamente radicale e non con i renziani “decreti salva-Roma” che di fatto sono stati dei “decreti salva politicanti da strapazzo” e che sono costati ai contribuenti fior fior di quattrini !
Innanzitutto occorrerebbe chiamare a rispondere di tasca propria i Sindaci e le giunte che hanno malgovernato la città, facendo loro ripianare quantomeno parte del disavanzo pubblico e dei disservizi, oltre che dichiarandoli incandidabili ed ineleggibili per tutte le future tornate elettorali.
Occorrerebbe poi abolire il perverso sistema delle gare d'appalto, foriero nel nostro Paese di corruttela, ovvero occorrerebbe far gestire i servizi pubblici direttamente ai cittadini stessi, attraverso apposite assemblee alle quali i residenti dei rispettivi Municipi potrebbero partecipare. In questo modo, ovvero rendendo i vari enti (Ama, Atac, Acea...) completamente autogestiti dai cittadini medesimi, il personale preposto – composto a sua volta di cittadini con pari diritti e doveri – diverrebbe a quel punto responsabile diretto nei confronti del servizio offerto. Se un dipendente è sgarbato o inefficiente, insomma, ne dovrebbe direttamente rispondere al cittadino a cui ha offerto il servizio inadeguato, pena una decurtazione dello stipendio o un possibile rischio di licenziamento.
In questo modo, finalmente, i vari enti pubblici – a Roma, ma volendo questa cosa potrebbe essere estesa a tutte le città italiane – non sarebbero più soggetti al controllo politico, ovvero non rientrerebbero più nella cosiddetta “macchina del consenso” che, spesso, ha favorito l'assunzione dei cosiddetti “amici degli amici”.
Le assunzioni potrebbero anzi avvenire semplicemente in modo trasparente, diretto, controllabile da parte di ogni cittadino residente, anche online volendo. Ed i servizi erogati, essendo controllati/autogestiti dai cittadini medesimi, difficilmente potrebbero risultare scadenti proprio in quanto a scapito del singolo e dunque della collettività nel suo complesso.
Una proposta semplice, radicale, solo apparentemente utopistica in quanto siamo troppo abituati a delegare agli altri, anziché assumerci le nostre responsabilità.
La medesima cosa vale peraltro per i sistemi elettorali: noi deleghiamo sempre ad altri, ai politici, ai governanti, con un voto che, di fatto, va spesso a favorire/eleggere il più ricco, il più paraculo, il politico che sa vendersi (o svendersi) meglio. Ma che, alla fine, si fa gli affari suoi e che spesso non ha mai lavorato in vita sua !
Diversamente, con un sistema ricalcato sull'Agorà dell'Antica Grecia, ovvero fatto di assemblee popolari, di quartiere, senza un governo centrale e centralizzato, il cittadino-contribuente sarebbe costretto ad assumersi le sue responsabilità: civiche, civili, politiche, ideali, pecuniarie e così via.
Esempio di autogestione da parte dei cittadini - anche delle imprese private peraltro, oltre che di diversi servizi pubblici - esistono peraltro da diversi anni in America Latina (in Venezuela e Uruguay in primis). Paesi con una cultura peraltro non così dissimile dalla nostra ed ove sino ad alcuni decenni fa la corruzione politica la faceva da padrone.
Oltretutto è da Porto Alegre in Brasile che si è avuta, nel 1989, la prima esperienza di bilancio parcetipativo, ovvero la parcecipazione attiva dei cittadini nell'elaborazione della politica municipale.
Altro che le solite chiacchiere da bar pseudo-partecipative del Movimento Cinque Stelle che, assieme a Pd e Forza Italia, si spartisce il potere in Parlamento, in sostanza ! Occorrono fatti ed assunzioni di responsabilità da parte di una cittadinanza che deve imparare ad alzare la testa e a smettere di delegare al prossimo la gestione dei servizi di pubblica utilità.

Luca Bagatin