L'intervista completa a Fabio Mengozzi è leggibile al link: http://lucabagatin.ilcannocchiale.it/post/2818161.html
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martedì 28 aprile 2015
lunedì 27 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
"Satira d'alto bordo o teologia della Liberazione" by Baglu (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
Al Ministro dell'Istruzione Stefania
Giannini, contestata alla Festa dell'Unità, è stato impedito di
parlare.
Lei ha dichiarato: "Ringrazio i manifestanti per aver evitato che io proferissi le solite cazzate". E, con il suo aplomb, ha proseguito: "Ad ogni modo, noi del governo, proseguiremo con determinazione e passione a metterlo nel deretano agli insegnanti".
Lei ha dichiarato: "Ringrazio i manifestanti per aver evitato che io proferissi le solite cazzate". E, con il suo aplomb, ha proseguito: "Ad ogni modo, noi del governo, proseguiremo con determinazione e passione a metterlo nel deretano agli insegnanti".
Allorquando gli avi di Angela Merkel
vivevano ancora nella Foresta Nera e mangiavano radici, gli avi del
popolo greco costituivano la cultura ellenica, culla della
Democrazia.
Più che avere dei debiti, il popolo greco, vanta moltissimi crediti nei confronti dell'Europa intera.
Sarebbe bene che "qualcuno" se ne rendesse prima o poi conto.
Più che avere dei debiti, il popolo greco, vanta moltissimi crediti nei confronti dell'Europa intera.
Sarebbe bene che "qualcuno" se ne rendesse prima o poi conto.
Ma che giorno della Liberazione è se ci sono ancora i fascisti al governo e all'opposizione ?
martedì 21 aprile 2015
Il 25 aprile 2015 necessita di una nuova Resistenza ! Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
Il 25 aprile del
1945 si celebrava la liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Il 25 aprile del
2015, invece, celebriamo l'avvento della dittatura del danaro,
dell'egoismo, di un'Unione Europea che se ne frega persino dei morti
del Canale di Sicilia e dei profughi che si rifiuta di ospitare,
lasciandoli tutti a Italia e Grecia, i cui popoli vivono già in
ristrettezze economiche e sono già pompati dall'UE come “vacche da
mungere”, oltre che obbligati dalla stessa a subire (contro)riforme
d'austerità.
E' un 25 aprile
triste quello che stiamo per “celebrare”. Sarà una veglia
funebre in tutti i sensi.
Sarà la vittoria
dell'economia sull'umanità. Sarà la vittoria dei nuovi Mussolini
con il volto di Mario Draghi e dei nuovi Hitler con il volto di
Angela Merkel.
Sarà la vittoria
di una nuova dittatura – più subdola – in quanto questa volta,
70 anni dopo, ha il volto “rassicurante” dello speculatore
finanziario, del governatore europeo, del banchiere, del politico che
si è fatto corrompere dalla BCE e dal Fondo Monetario
Internazionale.
Anche oggi i
partigiani sono pochi. E male armati. Se non fosse per le eroiche
“Femen” - gruppo di attiviste libertarie contro lo sfruttamento
economico, religioso e sessuale che imperversa nell'Occidente
pseudo-democratico e nell'Medioriente islamista – oggi non ci
sarebbe davvero nessuno a fare da “sentinella della democrazia”.
La Democrazia, è,
nell'accezione antica, “forza di popolo”, “governo del popolo”.
La Democrazia, quindi, è populismo allo stato puro, nell'accezione
più positiva del termine.
I politicanti di
oggi – spesso non eletti da nessuno come in Italia, oppure pagati
da lobby e multinazionali per essere eletti - invece, hanno deciso di
connotare negativamente il termine “populista”.
Il popolo, ormai,
sembra non contare davvero più nulla. Tutte le decisioni vengono
prese nei salotti di Washington o di Bruxelles: dagli aumenti
dell'IVA sino ai bombardamenti in Libia o in Iraq, magari
inventandosi l'esistenza di fantomatiche “armi di distruzione di
massa”.
Le uniche e
autentiche “armi di distruzione di massa”, oggi, sono il danaro;
lo sfruttamento del lavoro; la disoccupazione endemica; la
precarietà; la delocalizzazione delle imprese; il commercio delle
armi da parte di multinazionali senza scrupoli che andrebbero chiuse
o fatte riconvertire; la religione come mezzo di offesa e di
superstizione, anziché intesa come panacea per lo spirito; la
deportazione di migranti da parte di scafisti e politici corrotti, in
nome di presunti “diritti umani” e che finiranno presto sfruttati
nelle imprese europee.
Lo
scrissi in un articolo che solo Politicamagazine.info accettò di
pubblicare, il settembre scorso e che sarà rieditato anche nel mio
prossimo saggio: “...Non vi può
essere vera cultura dei diritti se, nel mondo, vi sono ancora bambini
che soffrono, che muoiono, che hanno fame. E la stessa cosa vale per
donne e uomini, trattati come carne da macello e schiavi della
dittatura del Potere, del Danaro, della Religione”... “Occorre
essere consapevoli di ciò e riconoscere che occorre riunire ciò che
è sparso. Smetterla con le contrapposizioni sterili e comprendere
che l'unica contrapposizione vera è fra Civiltà dell'Amore da una
parte ed inciviltà dell'odio, del piacere effimero e del dolore
dall'altra.
L'Amore fra i
popoli potrebbe essere l'unica ideologia possibile da contrapporre al
Potere ed allo sfruttamento. L'unica alternativa al sistema
capitalistico ed a quello delle Religioni e delle Ideologie
istituzionalizzate che, di fatto, ci stanno costringendo, ogni
giorno, a pagare un prezzo altissimo in termini economici, umani ed
intellettuali.
L'obiettivo
di “Amore e Libertà”
(pensatoio
che ho fondato nel maggio 2013. N.d.A.),
in questo senso, è di un ripristino dell''Agorà dell'Antica Grecia,
ovvero un sistema che permetta a chiunque di autogestirsi, di
auto-governarsi. E' la nascita dell'Internazionale dell'Amore, che,
recuperando gli ideali della Prima Internazionale dei Lavoratori del
1864, vada a sanare le divisioni ideologiche fra mazziniani,
anarchici e socialisti e vada a recuperare il meglio del pensiero
mazziniano, anarchico e socialista. Per un'alternativa libertaria,
umanitaria e sentimentale. L'obiettivo di
“Amore e Libertà” è la socializzazione dell'economia,
ovvero l'autogestione delle aziende da parte dei singoli cittadini,
affinché siano loro stessi a trarne vantaggio, con amore e libertà.
Perché l'avvenire o può seguitare a mostrarci un mondo fatto di
violenza e sfruttamento, oppure può essere radioso e gestito o,
meglio autogestito, da tutti i cittadini uniti, come fratelli.
Questo è
peraltro anche il messaggio del Cristo e di tutti i Grandi Iniziati
che mai vollero fondare religioni o sostenere governi, ma predicarono
l'eguaglianza, l'amore e la libertà fra le genti”.
Il
25 aprile 2015, in sostanza, necessita di una nuova Resistenza !
Luca
Bagatin
lunedì 20 aprile 2015
"Fuorilegge dell'Universo !". Aforismi by Luca Bagatin
Come
Abbie Hoffman, ho sempre ritenuto che ai bambini bisognerebbe
insegnare a diffidare e a contestare l'autorità, perché questa
stride con il concetto di democrazia intesa come "forza di
popolo". E ciò in modo che possano diventare persone
autorevoli, autonome e autogestite.
Secondo
l'ennesimo studio di cotanti cervelloni, la prima causa della
depressione nel mondo sarebbe l'aver subito maltrattamenti da
bambini.
L'unico liberoscambismo che riconosco è quello fondato sul dono reciproco, LIBERO da interesse economico.
Secondo
l'ennesimo studio di cotanti cervelloni, la prima causa della
depressione nel mondo sarebbe l'aver subito maltrattamenti da
bambini.
Non, quindi, il fatto che il mondo fa schifo in quanto
oggetto di secoli di maltrattamenti da parte dell'essere umano. Certo
che certi psicologi farebbro meglio a cambiare mestiere.
giovedì 16 aprile 2015
NO alla DITTATURA della BCE (e del Fondo Monetario Internazionale) !
La fine della sovranità nazionale. L'alternativa alla dittatura del danaro proposta da Alain De Benoist. Articolo di Luca Bagatin (clikka per leggere l'articolo)
Vorremmo vedere questo banchere cagars...addoss....ehm...imbarazzarsi (chi ha detto cagarsi addosso ???!!!) di fronte a una donna più spesso.
Forse scopa poco e se ne rende conto solo alla soglia dei settanta ?
Cambi mestiere !
I pornoattori vintage pare siano molto quotati.
martedì 14 aprile 2015
Insegnante di Terni sospeso dall'insegnamento. Aveva compiuto il dovere civico di rimuovere il crocifisso dall'aula (sic !). Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
E' vergognoso, scandaloso e aberrante,
ma tant'è.
Tant'è che ad un insegnante di lettere
di un'Istituto per Geometri di Terni – il prof. Franco Coppoli -
si impedisca di insegnare e lo si sospenda per un mese dal percepire
lo stipendio.
E' vergognoso, scandaloso e aberrante
perché la motivazione è la seguente: ha tolto il crocefisso
dall'aula in cui insegnava.
E allora ? Allora ha fatto bene, perché
la scuola è un luogo pubblico ed un crocifisso appeso al muro
c'entra come un cane in chiesa !
E invece no. Il Consiglio Nazionale
della Pubblica Istruzione, ha deciso che “il comportamento
contestato al Sig. Coppoli Franco, nonostante le motivazioni addotte
nella difesa, costituisce una violazione dei doveri connessi alla
posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la
condotta di un docente” per cui ha ritenuto “legittimo
erogare la sanzione disciplinare della sospensione dall’insegnamento
per trenta giorni”.
La medesima cosa era peraltro accaduta al prof.
Coppoli nel 2009 e per la medesima motivazione.
Cioè, fateci capire, il fatto di aver
compiuto il dovere civico di rimuovere un simbolo inopportuno in un
luogo pubblico costituisce...una violazione ???
Ma in che razza di Stato neo-islamico
viviamo !!!???
In un articolo del 2011, riportato anche
nel mio saggio “Universo Massonico” (Bastogi Editrice), a
proposito dell'inopportunità dei simboli religiosi nei luoghi
pubblici scrivevo: Ogni simbolo ha un
significato primordiale ed insito dentro noi stessi, così come ci
ricorda Jung. Purtroppo però, nel corso della Storia taluni, per
ignoranza e/o bramosia, hanno deciso di far propri certi simboli e
attribuire ad essi altri significati, spesso fuorvianti e deleteri.
Non è isolato il caso della croce cristiana, simbolo Egizio (la
famosa Ankh o croce ansata) mistificato dall'Imperatore Costantino,
autentico fondatore della religione cristiana (Gesù detto Il Cristo
fu inchiodato ad una "tau", come in uso al tempo dai Romani
e non certo su una croce), ma anche la swastica, simbolo vedico che
rappresenta il sole (o, se vogliamo, la Luce, il Divino entro noi
stessi, secondo la medesima tradizione), che Hitler trasformò nel
simbolo del nazismo.
Personalmente metto in discussione l'utilizzo propagandistico e deleterio di taluni simboli universali, che vengono dati in pasto alle masse così, senza nessun back ground culturale e spirituale alla base. Ogni simbolo ha in sé una valenza molto grande e potente e sono pochi a conoscerne veramente la portata. Ogni simbolo può essere utilizzato a fini buoni come a fini totalmente negativi. Così è stato nei Secoli e così è tutt'ora.
Nella fattispecie parliamo di inopportunità di certi simboli in determinati luoghi. Un crocifisso posto al muro di un locale pubblico ha il medesimo significato della swastica nazista posta in un locale pubblico: l'autorità del simbolo politico-religioso (non nella sua accezione spirituale, ma etica, totalitaria e totalizzante !) su coloro i quali si trovano in quel preciso luogo. Non è un caso che i regimi totalitari abbiano fatto ampio utilizzo di simboli (spesso di origine religiosa-magica-alchemica). Un simbolo, diversamente, dovrebbe essere interiorizzato. Così come una dottrina, un percorso spirituale. Individuale e mai collettivo, pena la collettivizzazione delle menti. Che è ciò che coloro i quali hanno bramosia di Potere meglio preferirebbero. (…).
(…) La laicità, in questo senso, è l'unico strumento per garantire equilibrio e rispetto delle singole individualità. Oltre che rispetto di ogni tradizione e percorso spirituale. (…).
Personalmente metto in discussione l'utilizzo propagandistico e deleterio di taluni simboli universali, che vengono dati in pasto alle masse così, senza nessun back ground culturale e spirituale alla base. Ogni simbolo ha in sé una valenza molto grande e potente e sono pochi a conoscerne veramente la portata. Ogni simbolo può essere utilizzato a fini buoni come a fini totalmente negativi. Così è stato nei Secoli e così è tutt'ora.
Nella fattispecie parliamo di inopportunità di certi simboli in determinati luoghi. Un crocifisso posto al muro di un locale pubblico ha il medesimo significato della swastica nazista posta in un locale pubblico: l'autorità del simbolo politico-religioso (non nella sua accezione spirituale, ma etica, totalitaria e totalizzante !) su coloro i quali si trovano in quel preciso luogo. Non è un caso che i regimi totalitari abbiano fatto ampio utilizzo di simboli (spesso di origine religiosa-magica-alchemica). Un simbolo, diversamente, dovrebbe essere interiorizzato. Così come una dottrina, un percorso spirituale. Individuale e mai collettivo, pena la collettivizzazione delle menti. Che è ciò che coloro i quali hanno bramosia di Potere meglio preferirebbero. (…).
(…) La laicità, in questo senso, è l'unico strumento per garantire equilibrio e rispetto delle singole individualità. Oltre che rispetto di ogni tradizione e percorso spirituale. (…).
Da
gnostico e da cristiano, oltre che da laico, trovo dunque una vera
bestemmia l'apposizione in un luogo pubblico - quale è una scuola -
di un simbolo religioso, peraltro imposto dall'Imperatore Costantino
per “accattivarsi” i cristiani in epoca antichissima (e non dal
Cristo, che mai fondò una religione e che mai impose alcun simbolo
!).
Il
cristiano, del resto, porta la fede dentro il suo cuore, senza la
necessità di trovarsi un crocifisso in un luogo “profano”, in un
luogo pubblico, ove il suo significato potrebbe essere frainteso o
creare sciocche divisioni.
In
questo senso il prof. Franco Coppoli, oltre ad aver esercitato il suo
diritto/dovere civico nel rimuovere un simbolo religioso da un'aula
scolastica, ha esercitato anche il ruolo di educatore di menti
giovani che non devono mai essere preda di simboli imposti
dall'esterno.
In
questo senso la sospensione dall'insegnamento, anche solo di un mese,
è profondamente ingiusta, illegittima, diseducativa e degna solamente di un
Paese barbaro e incivile.
Auguriamoci
che
la questione, oltre ad essere già seguita dal sindacato, sia
oggetto anche di una tempestiva interrogazione parlamentare. E che,
finalmente, i crocifissi, siano rimossi dai luogni pubblici !
Luca Bagatin
mercoledì 8 aprile 2015
"Maria Elena Boschi I love you !": riflessioni sbarazzine by Luca Bagatin (tratte da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
Mai dare
nulla per scontato.
Mai pensare che se si nasce quadrati si deve
per forza morire tondi o viceversa.
Mai pensare che la morte sia
una cosa negativa e la vita una bellezza.
Mai seguire le opinioni
della maggioranza, perché sicuramente saranno errate.
Mai seguire
l'effimero, il desiderabile, perché è un'inutile perdita di tempo.
Il
termine "qualunquista" deriva dall'Uomo Qualunque, partito
fondato dal repubblicano Guglielmo Giannini con un programma liberale
ed in favore delle persone comuni.
"Populismo", invece,
significa "politica in favore del popolo".
Non ho mai
compreso perché nel mondo cosiddetto "Occidentale" debbano
essere identificati in modo negativo. Forse per mero calcolo
politico.
"Destra" e "sinistra", invece, trovo
siano termini negativissimi e nei quali si rifugiano i partiti
dell'oligarchia e del capitale.
Il
capitalismo economico finanziario non è certo colpa della
Massoneria, come afferma qualche pagliaccio prezzolato (anzi !).
Il
capitalismo economico finanziario è originato dall'egoismo umano e
dall'ideologia del desiderio.
Sin tanto che l'egoismo (ed il
desiderio) sarà alla base dei rapporti umani, teniamoci la schiavitù
del capitale.
I cosiddetti "figli di papà" per me sono e rimangono dei figli di pappone.
Matteo Salvini è identico a Matteo Renzi: entrambi della stessa inconcludente generazione (che poi è la mia), senza alcuna cultura politica; entrambi dalla sguardo e dal sorrisino "sveglio"; entrambi a intortare le masse, ovvero a raccontare loro le medesime frottole da "consumati politicanti".
Fra le mie utopie c'è quella di accendere il cuore di Maria Elena Boschi. In tutti i sensi. Non smetterò mai di ripetere che ella necessita solo di riscoprire la sua natura di Donna Selvaggia, nel senso junghiano del termine, al fine di liberarsi dal Patriarca Renzi. Ovvero riscoprire la centralità politica della sua femminilità.
C'è chi ti vorrebbe affibbiare etichette politiche per forza: sei socialista, sei liberale, sei...Sono me stesso ed è già qualcosa. Anzi, sono per la Civiltà dell'Amore e, pertanto, le ideologie politiche trovo abbiano ben poco senso.
venerdì 3 aprile 2015
La fine della sovranità nazionale. L'alternativa alla dittatura del danaro proposta da Alain De Benoist. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
Come siamo arrivati alla crisi economica
globale ? Come siamo arrivati a perdere potere d'acquisto ? Come
siamo arrivati ad essere spremuti come limoni da Stati europei che
hanno, conseguentemente, ridotto drasticamente il welfare, i servizi
pubblici e privatizzato indiscriminatamente ?
Come siamo
arrivati, dunque, a perdere la nostra sovranità nazionale in favore
di un'economia globalizzata, governata da lobby, multinazionali e
sistema bancario ?
Alain De Benoist,
scrittore, filosofo ed intellettuale francese dei nostri giorni ce lo
spiega in un bellissimo ed agile saggio che andrebbe letto da ogni
cittadino e da ogni personalità politica intellettualmente onesta,
pubblicato in Italia da Arianna Editrice con introduzione di Eduardo
Zarelli e dal significativo titolo: “La fine della sovranità –
Come la dittatura del denaro toglie potere ai popoli”.
De Benoist ci
spiega che la fine del mondo è avvenuta. Pressoché senza che ce ne
rendessimo conto, spalmata su più decenni. Nel “vecchio mondo” i
bambini sapevano leggere e scrivere, venivano ammirati gli eroi e non
le vittime, la politica non era ancora al servizio dell'economia e vi
erano frontiere che garantivano ai popoli di vivere tranquillamente,
all'interno di una società che conoscevano.
Il “nuovo
mondo”, diversamente, ha spazzato via tutto. E' diventato liquido,
in nome dell'ideologia del danaro, del capitalismo, del
libero-scambismo, dell'ideologia del desiderio – ovvero
dell'egoismo - e, nei fatti, ha reso schiavi i popoli e li ha
omologati. Un mondo osannato sia da quella che De Benoist definisce
la “destra finanziaria” che dalla “sinistra multiculturale”,
che si regge su quella che è definita la governance,
ovvero una sorta di cesarismo finanziario che governa i popoli
tenendoli in disparte rispetto a qualsiasi decisione democratica e
civile.
E' così che,
l'Europa, sotto la spinta delle politiche di austerità, sta
scivolando nella recessione, con un costante aumento della
disoccupazione e l'altrettanto costante smantellamento dei servizi
pubblici ed il conseguente crollo del potere d'acquisto delle
persone, che, sempre più, stanno scivolando nella povertà.
Alain De Benoist,
profondo critico del capitalismo, spiega nel suo saggio come un tempo
l'internazionalizzazione degli scambi commerciali non ha mai
implicato l'integrazione delle diverse comunità umane in un'unica
società di mercato. Le merci potevano circolare liberamente, ma ciò
non ha mai impedito ai singoli Stati di esistere. Attualmente,
invece, assistiamo sia all'esportazione di capitali attraverso
investimenti all'estero, sia al fenomeno della delocalizzazione delle
imprese, che sfruttano manodopera a basso costo in Paesi ove è più
conveniente reperirla - o che magari hanno legislazioni meno
restrittive in materia ambientale - , causando pertanto
disoccupazione ove la manodopera è ritenuta più costosa e danni
all'ambiente e all'ecosistema.
Il capitalismo
speculativo e finanziario, dunque, ha preso il posto del capitalismo
industriale e di mercato e pertanto, siamo completamente sottomessi
alla logica del profitto e l'economia, di fatto, governa sulla
politica e sui cittadini.
La
globalizzazione o, come la definisce De Benoist, la mondializzazione,
volendo integrare il mercato locale in un grande mercato planetario,
ha soppresso ogni misura protezionistica, a tutto svantaggio,
peraltro, delle colture e dei prodotti tipici locali, impoverendone i
produttori e costringendoli a chiudere le loro imprese.
La
globalizzazione, dunque, il cui processo è diventato inarrestabile
nel corso degli Anni '80 e '90, non consiste più tanto in scambi
commerciali, quanto piuttosto nella circolazione mondiale dei
capitali. Il reddito finanziario diventa così ben più importante
rispetto alla funzione produttiva e così i mercati si distaccano
totalmente dalla produzione reale di beni e servizi e, come spiega
ottimamente De Benoist, l'impennata dei dividendi degli azionisti in
borsa impone che i salari dei lavoratori diminuiscano, pur in
presenza di un'elevata produttività del lavoro !
I veri perdenti
della globalizzazione, dunque, sono i cittadini.
Sino a qualche
decennio fa la politica degli Stati si fondava su tre pilastri:
sovranità economica, sovranità militare e sovranità culturale.
Oggi non è decisamente più così.
E' così che i
sostenitori della globalizzazione e del capitalismo hanno trovato il
sistema per porre gli Stati al loro servizio attraverso
l'indebitamento dei medesimi con il sistema bancario privato e, a
loro volta, gli Stati si sono messi al servizio dei mercati
finanziari e delle agenzie di valutazione, al fine di rendersi più
“appetibili” nei confronti degli investitori privati.
E' così che la
gran parte degli Stati europei, dagli Anni '90, ha iniziato
un'attività di privatizzazione selvaggia, indiscriminata e spesso di
svendita e di regalìa. I politici che alle privatizzazioni si
opponevano, del resto - come Bettino Craxi in Italia - sappiamo bene
come sono stati liquidati (sic !). I mercati, poi, sono stati
ulteriormente deregolamentati ed il welfare state è stato ridotto
all'osso, così come sono stati ridotti all'osso i bilanci di scuola,
ricerca e santità e la legislazione sul lavoro è stata resa sempre
più flessibile, ad uso e consumo del capitale e dell'oligarchia
finanziaria.
La scuola, come
scrive De Benoist nel suo saggio, è stata trasformata – da luogo
di cultura e formazione – in luogo di prestazione di servizi e
anticamera del lavoro.
Conseguentemente
gli Stati hanno iniziato a rinunciare alla loro sovranità giuridica
affidandosi ad organismi internazionali; alla loro sovranità
finanziaria affidandosi, come già detto, alle banche private ed
infine hanno riununciato alla loro sovranità di bilancio affidandosi
alla Commissione europea, oggi Unione europea.
L'unico ambito
nel quale gli Stati non hanno ceduto sovranità e, anzi, hanno
investito, è la cosiddetta “lotta al terrorismo” (sic !).
Diversamente da
quanto sostenuto dai neo-liberali e dai capitalisti, l'arricchimento
da parte di tutti i Paesi, la riduzione delle ineguaglianze e
l'arricchimento di tutte le economie non c'è stato. Anzi.
La povertà,
l'ineguaglianza e l'esclusione sociale è aumentata a dismisura e
oggi il 10% delle persone controlla controlla l'85% delle ricchezze
mondiali !
L'esperienza
dimostra, infatti, che è un'elevata protezione sociale e non
politiche di austerità che favoriscono l'espansione economica.
Ovvero l'esatto opposto di quanto sta avvenendo ora nella quasi
totalità degli Stati d'Europa.
Venendo alla
questione del debito pubblico, Alain De Benoist dedica un'intero
capitolo alla questione. Innanzitutto ci spiega a chi dobbiamo pagare
questo debito, ovvero alle banche private, alle assicurazioni, ai
mercati finanziari ed ai fondi pensionistici. Gli istituti
finanziari, poi, a loro volta, scambiano il debito che hanno
“acquistato” in prodotti finanziari per poter speculare a loro
volta sui mercati. Il debito di ogni Stato europeo è, pertanto, in
mano ad azionisti privati stranieri !
Come se non
bastasse gli Stati europei, fra il 2008 ed il 2009, hanno
malauguratamente deciso di salvare le banche dal fallimento e,
pertanto, hanno dovuto a loro volta contrarre prestiti sui mercati
finanziari, aumentando così il loro già elevato debito pubblico !
Come se non bastasse, le banche salvate, si sono trovate così
creditrici nei confronti dei propri Stati-salvatori. Il cosiddetto
“cane che si morde la coda”, insomma !
Fra la fine degli
Anni '40 e la metà degli Anni '70, anche le famiglie si sono
indebitate a dismisura con le banche private, attraverso l'accensione
di mutui per l'acquisto di immobili...sino a che si è giunti al 2007
allorquando le famiglie statunitensi – incapaci di risparmiare -
non sono più state in grado di restituire i prestiti che avevano
contratto. Ecco l'inizio della crisi globale.
Si consideri,
poi, che dalla metà degli Anni '70, negli USA, non è stato più
possibile convertire le monete in oro e ciò ha favorito la creazione
di moneta sostanzialmente virtuale e, dunque, non più legata ad un
valore reale.
Per quanto
riguarda gli Stati europei possiamo dire che la gran parte dei debiti
pubblici si trova nei conti correnti delle banche private, non
essendo peraltro possibile alla Banca Centrale Europea prestare
danaro agli Stati. Le banche private, invece, possono continuare a
chiedere prestiti alla BCE a un tasso ridicolo dell'1%, per poi
prestarlo agli Stati ad un tasso che va dal 3,5% al 7%. Se non è un
vero imbroglio legalizzato a tutto vantaggio del capitalismo
finanziario questo !!!!
Va da sé,
dunque, che il debito pubblico degli Stati – con tanto di interessi
- sia impagabile, per quanto gli Stati medesimi ci stiano imponendo
assurde, inutili e dannose misure dittatoriali di austerità, con
aumenti delle imposte dirette e indirette, con lo smantellamento dei
servizi pubblici, con riduzioni del bilancio di settori chiave
dell'economia nazionale, con politiche di flessibilità del lavoro.
L'effetto, dunque, è che la crisi economica, anziché arrestarsi,
finisce per aggraversi ogni giorno di più, con conseguente
disoccupazione, perdita del potere d'acquisto e suicidi sempre più
in aumento. Il capitalismo finanziario, dunque, non va sottovalutato
e si sta rivelando la peggiore e più pericolosa delle dittature che
l'Europa abbia mai subìto.
Quali le
soluzioni suggerite da Alain De Benoist ? La BCE dovrebbe avere la
possibilità di prestare danaro agli Stati o, meglio ancora, il
debito pubblico andrebbe cancellato, ma ciò sarebbe possibile solo
se tutti gli Stati fossero d'accordo nel chiederne la cancellazione.
Come se non
bastasse, il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), istituito nel
2012, stabilisce che ogni Stato membro deve contribuire in ragione
del proprio PIL ad aumentare il capitale inizialmente fissato in 80
miliardi di euro, sino ad aumentarlo progressivamente a 700 miliardi
di euro e, lo Stato contravvenente, potrà essere processato dalla
Corte di Giustizia dell'Unione europea !
Va da sé che gli
Stati dell'UE hanno completamente perduto ogni sovranità e che i
Parlamenti dei medesimi hanno solo formalmente la possibilità di
dibattere sugli orientamenti di bilancio e sulla messa in opera.
Alain De Benoist
spiega che l'uscita dall'euro potrebbe essere una soluzione, in
quanto permetterebbe la svalutazione delle monete nazionali, ma avrà
senso ed efficacia solo se tutti i Paesi decideranno, di concerto, di
uscirvi.
Oltre a tale
misura – per uscire dalla dittatura del capitalismo finanziario e
dei meccanismi dell'UE - andrebbe applicato un protezionismo europeo
e nazionalizzate le banche, socializzando il credito.
Nel saggio “Le
fine della sovranità”, De Benoist mette inoltre in guardia i
lettori ed i cittadini tutti di fronte all'istituzione del “Grande
Mercato Transatlantico” che di fatto ingloberà l'Europa nel
mercato statunitense, con immensi svantaggi per i nostri mercati, le
produzioni locali, l'ambiente, i diritti dei lavoratori.
“La fine della
sovranità” è dunque un testo di Resistenza. Un saggio per menti
pensanti che desiderano resistere ad una nuova dittatura che, questa
volta, ha il volto “rassicurante” dello speculatore finanziario,
del governatore europeo, del banchiere, del politico che si è fatto
corrompere.
Un testo agile
per chi vuole capire e non vuole farsi inglobare all'interno di un
mercato che non ha scelto; da logiche che altri - nei salotti buoni
di Bruxelles o di Washington - hanno stabilito per lui.
Luca Bagatin
giovedì 2 aprile 2015
La necessità di rilanciare la scuola pubblica, il ruolo degli insegnanti e la formazione. Articolo di Luca Bagatin (tratto da www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
Ho sempre pensato
che la professione di insegnante sia, in assoluto, la professione più
nobile e degna che possa esistere.
La formazione,
molto più della mera e spesso mediata informazione, è lo strumento
di base attraverso il quale un bambino può non solo e non tanto
approcciare al mondo adulto, ma raggiungere la piena maturità
esistenziale, che gli permetterà di avere tutti gli strumenti –
formativi, appunto – per poter essere l'uomo o la donna del domani.
E' veramente
triste, invece, assistere da decenni – con il contributo dei
Governi e degli Stati, sempre più asserviti alle logiche dei mercati
– ad una vera e propria privatizzazione della scuola pubblica –
e, dunque, della formazione. Una privatizzazione finalizzata a
trasformare gli studenti in nuove generazioni di
consumatori/lavoratori passivi e schiavizzati da un sistema che li
sta privando, sempre più, di autentiche basi culturali, emotive,
affettive e, dunque, formative.
Uno Stato civile
e democratico, che ha a cuore il benessere delle persone, non può
permettersi di tagliare i bilanci delle scuole. E non può
permettersi di far entrare sponsor o privati nelle medesime, che è
ciò che, nei fatti, avviene da decenni, inseguendo il modello
statunitense che, peraltro, produce da sempre generazioni di somari.
Mi ha fatto molto
piacere, dunque, essere stato invitato ieri – presso l'Aula dei
gruppi parlamentari della Camera dei Deputati – alla proiezione
ufficiale del film-documentario “Educazione affettiva”, di
Federico Bondi e Clemente Bicocchi, prodotto dalla Ardaco, una casa
di produzione indipendente (www.educazioneaffettiva.com).
Molte le
insegnenti e gli studenti presenti ed anche qualche politico ha fatto
capolino.
Interessante e
leggero il documentario, realizzato dai bambini della quinta
elementare della Scuola-Città Pestalozzi di Firenze e dai loro
insegnanti, Matteo e Paolo.
Il
film-documentario racconta alcuni momenti della vita scolastica della
classe, l'ultima gita, le lezioni di educazione affettiva per
imparare a rapportarsi con l'altro ed infine i consigli che i maestri
danno agli allievi, nel difficile passaggio che accompagna i bambini
verso l'adolescenza.
E' un film, a
parer mio, che nella sua semplicità aiuta a riflettere sul ruolo
centrale dell'insegnante, sin dalle scuole elementari. Ruolo spesso
non compreso sia dai genitori dei ragazzi, che dalla classe politica
italiana che, forse, non ha nemmeno le basi formative per
comprenderlo.
Ruolo spesso
marginale o marginalizzato. Così come ritenuta marginale o
marginalizzata è l'educazione affettiva ed anche quella sessuale che
– salvo una proposta di legge dell'On. Ilona Staller negli Anni '80
ed oggi dell'On. Valentina Vezzali (che presto intervisteremo) – è
ritenuta tabù nelle scuole italiane.
Fa piacere che,
ogni tanto, anche la politica getti uno sguardo su tali tematiche.
Farebbe ancor più
piacere che si invertisse la rotta, ovvero che si iniziasse a fare
spallucce di fronte ai tanti vincoli di bilancio e, dunque, si
investisse di più nella scuola pubblica, nella formazione degli
insegnanti, nella stabilizzazione di tutti i precari (senza
costringerli a pagare fior fior di quattrini per abilitarsi !),
nell'istituzione di corsi di educazione affettiva e sessuale sin
dalle scuole elementari !
Sarebbe una bella
utopia, ma un'utopia lucida e concreta, sulla quale sarà opportuno
iniziare a ragionare e sulla quale sarebbe urgente attivarsi.
Luca Bagatin