Due anni fa nasceva il pensatoio
(anti)politico e (contro)culturale “Amore e Libertà” per la
Civiltà dell'Amore, rappresentato dall'effige di un'Anita Garibaldi
rivoluzionaria, che imbraccia una bandiera rossa.
Pensatoio politico, storico,
sentimentale, erotico, spirituale. Un'alternativa alla politica
dell'ultimo Ventennio ed alla partitocrazia antirepubblicana
dell'ultimo secolo, così come recita l'home page del sito
ufficiale www.amoreeliberta.altervista.org.
E così due anni fa ne stilai il
Manifesto d'intenti e, oltre al sito, aprii anche il blog ufficiale
www.amoreeliberta.blogspot.it.
Nel corso di questi due anni abbiamo
raccolto impressioni, teorie, materiale storico, culturale,
spirituale. E siamo persino stati citati nel saggio del giornalista
Gabriele Maestri “Per un pugno di simboli” (Aracne Editrice),
ove, per la prima volta, è raccontata in un libro la storia di
“Amore e Libertà”.
E proprio prossimamente sarà edito
dalla Ipertesto Edizioni in e-book ed in versione cartacea, su
richiesta, il saggio “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà
dell'Amore” da me scritto e che ha ottenuto la bellissima
prefazione del principe Antonio Tiberio di Dobrynia.
Ed è così che, in anteprima, desidero
proporvi alcuni stralci della prefazione medesima, che fornisce già
un'anticipazione del saggio stesso.
Saggio di strettissima attualità che
propone una visione critica, ma soprattutto alternativa, dell'attuale
sistema politico-economico-sociale. Alla luce non già delle vecchie
e dogmatiche ideologie novecentesce, ma di una rinnovata visione
spirituale dell'individuo e dell'Umanità intera.
Dalla prefazione di Antonio Tiberio
Dobrynia al saggio “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà
dell'Amore” (Ipertesto Edizioni)
(…) Eretico: così si definisce
Luca Bagatin nell’incipit di questo suo nuovo saggio. E lo è,
senza finzioni o maschere di compiacenza, tanto da farne della sua
“eresia” intellettuale un sistemico progetto. (...) Da qui sorge
l’idea da parte dell’Autore di fondare il movimento “Amore e
Libertà” - eresia per eccellenza! - un “pensatoio” fuori dai
luoghi comuni, fuori da rotte sclerotizzate, che scorre irrefrenabile
su nuove carte nautiche dell’anima; coniugando costellazioni
politiche, storiche, massoniche, sentimentali, erotiche, spirituali,
laiche, creative, visionarie, in alternative alchimie antisistema che
possano approdare a quell’isola felice (che ancora non c’è)
della “Internazionale dell’Amore”, contrapposta alle terre
morte e devastate della perdente ideologia materialista del “Lavoro”,
da superare con formule e algoritmi “spaventosamente”
semplificati, in una sola definizione: con la “Civiltà
dell’Amore”.
Se vogliamo risalire alle idee di
liberazione della coscienza alla base del pensiero di Luca Bagatin, a
ritroso nel tempo occorre andare sulle tracce di quella cultura
underground newyorkese degli anni ’50-’60 che nel fenomeno della
Beat Generation trovò il massimo esponente nello scrittore Jack
Kerouac, le cui opere hanno segnato un tempo mitico, insieme a
Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, scuotendo le certezze di un mondo in
decadimento con versi forti urlati dalla strada, dagli inchiostri
acidi, sui ritmi esistenziali di musiche affacciate all’immaginario,
e restituendo all’individuo un valore altro d’indipendenza
interiore, e sostituendo all’abbattimento psicologico provocato da
un marcio sistema politico e finanziario, un’alternativa e sana
“follia”: capace di ribaltare sterili dogmi e riconquistarsi e
riconoscere “le proprie stelle”.
(…) L’anima dei Popoli ribolle,
ma l’evoluzione è ribelle: la politica dell’America Latina ha
saputo affrancarsi dalle logiche partitocratiche, dai poteri forti
che annientano le società civili; da qui dall’oceano, per contro,
l’Europa ancora soggiace allo sguardo dell’invisibile Medusa, e
l’unione delle genti da tanti intellettuali auspicata, è ancor
miraggio nella desertica schiavitù morale ed economica degli stati
sopraffattori. Nella letteratura anti sistema, l’Autore non
dimentica di argomentare anche con il filosofo francese Alain De
Benoist, e il suo “J’accuse” al “mostro dalle mille facce”
del potere bancario e di certa mala politica che lo sostiene, che
domina incontrastato il mercato, il libero commercio, la speculazione
internazionale, il debito pubblico, controllando e lucrando sulla
moneta di scambio come fosse sua esclusiva proprietà, così
conducendo gli stati privati della loro sovranità nazionale a perire
sotto una montagna di debiti insanabili, e spingendo i popoli
inconsapevoli verso il baratro di crisi economiche spesso volute a
tavolino, individui da tartassare, dissanguare e distruggere alle
fondamenta della loro libertà, dignità, diritti umani.
Una “terza via” possibile, verso
la dorata “Civiltà dell’Amore”, è necessario ricercare, ma
interclassista, e non più di scontro di ideologie perverse franate
ormai sotto i colpi di una mutata realtà che anela riprendersi sé
stessa, interamente, libera d’orpelli di cattivi pensatori e
dommatiche zavorre, sì che possa risvegliarsi libera ed evolvere,
dal cencio imprigionato d’ogni Adamo, una Umanità Nuova.
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