Oggi
sappiamo che quelle “primavere” erano delle estati torride,
oppure dei freddi inverni.
Oggi sappiamo che
quelle “primavere arabe” furono dei veri e propri Colpi di Stato
sostenuti dalla NATO, da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti
d'America in primis e non hanno affatto portato democrazia, anzi,
hanno completamente spazzato via - in Libia - la Jamahiriyya,
ovvero il governo delle masse popolari voluto dal Colonnello Mu'Ammar
Gheddafi, barbaramente ucciso nel 2011.
Oggi
Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia, Germania e compagnia
triste, piangono per l'avvento di un'immigrazione incontrollata da
loro peraltro causata, attraverso la destabilizzazione di Paesi
sovrani, dalla Libia alla Siria, oggi in mano a Daesh, ovvero
quell'Isis terrorista di cui sentiamo tanto parlare, per decenni
peraltro finanziato dagli amici degli Stati Uniti d'America, come di
recente raccontato dall'ex generale Wesley Clark, in funzione
anti-sciita.
Ecco
che cosa ci hanno “regalato” i nostri sedicenti governanti
“democratici e liberali” che oggi si stracciano le vesti, come
Obama – il quale farebbe bene ad iniziare ad accogliere un po' di
profughi, viste le sue totali responsabilità belliche che
meriterebbero un'incriminazione, assieme a Sarkozy e Cameron, per
violazione dei diritti umani – come le varie Merkel, Hollande,
Renzi...e quel Cameron che pensa che sia sufficiente chiudere,
nazisticamente, le frontiere...sic !
Che
tristezza questi “soloni” euro-yankee, i cui padri politici hanno
per secoli sfruttato il Terzo Mondo, arricchendosi alle spalle dei
poveri, sfruttando le loro risorse anziché insegnare loro ad usarle
al meglio.
E'
per questo che saggi come “Socialismo e Tradizione” di Mu'Ammar
Gheddafi, edito dalla casa editrice Edizioni all'Insegna del Veltro
(www.insegnadelveltro.it)
aiutano a conoscere meglio un grande idealista e successivamente Capo
di Stato, ingiustamente accusato di barbarie e di essere un vile
dittatore.
Mu'Ammar
Gheddafi, di cui ci ripromettiamo di parlare in diversi altri
articoli, nato in una poverissima famiglia di beduini, fu un
rivoluzionario incruento che, nel 1969 – a soli ventisette anni –
rovesciò il regime monarchico di Re Idris I al-Senussi. Egli
rovesciò quel regime corrotto senza alcun spargimento di sangue,
solo con la forza della ragione, del carisma nel convincere le masse
incolte, povere e sfruttate. Ed alle masse restituì il potere e la
sovranità, in accordo con i principi del Socialismo Arabo enunciati
da Gamal
Abd el-Nasser, Presidente dell'Egitto negli Anni '50 e primi '60. Un
socialismo – quello di Nasser e Gheddafi - alternativo rispetto al
comunismo marxista ateo e materialista ed al capitalismo sfruttatore.
Un socialismo che ricercava l'autogestione dei mezzi di produzione e
l'inclusione delle masse nell'attività di governo, al posto dei
partiti e dei parlamenti.
Un
socialismo adatto ai Paesi non allineati e del Terzo Mondo, ma
assolutamente esportabile in ogni Paese che volesse e voglia
includere il popolo nelle decisioni politiche, in ogni Paese che
abbia compreso che democrazia significa “forza di popolo” e non
“forza di una parte del popolo”, ovvero delle oligarchie
partitocratiche, delle sette, delle ideologie totalitarie o dei
sistemi economici fondati sullo sfruttamento del lavoro salariato.
Di
questo il Presidente Gheddafi parla diffusamente nel suo “Libro
Verde”, nel quale enuncia i principi della sua rivoluzione
sociale e di cui parleremo in successivi articoli.
Il
saggio “Socialismo e Tradizione” è invece un raro testo, di
piccole e maneggevoli dimensioni, presentato da Claudio Mutti, già
presidente dell'Associazione Italia-Libia negli Anni '70.
Nell'introduzione
Claudio Mutti spiega il ruolo strategico e geopolitico della Libia di
Ghieddafi, la quale, con la “Rivoluzione Verde” del '69, è
riuscita a liberarsi non solo della monarchia corrotta, ma anche e
soprattutto dell'imperialismo statunitense e inglese, rilanciando il
panarabismo ed il panafricanismo, ovvero ricercando l'unità – in
pieno spirito di fratellanza - dei popoli arabi e africani.
Tentativi, purtroppo, tutti falliti, ma che ricordano molto i
tentativi del Presidente del Venezuela Hugo Chavez – ottimo amico
di Gheddafi – di ricercare un'unità dei Paesi Latinoamericani e,
nel passato, i tentativi del Presidente dell'Argentina Juan Domingo
Peron, di ricercare l'unità dei Paesi non allineati e non asserviti
né all'URSS, né agli USA.
Come
ricorda Claudio Mutti, fu dal 1999 in poi che Gheddafi diventò in
particolare “Ghieddafi l'Africano”, intervenendo spesso nella
risoluzione di conflitti sul continente africano e fu anche forse
l'unico ad arginare il fondamentalismo islamico, ricordando che
l'Islam è fondamentalmente una religione di pace, che guarda
all'emancipazione dei popoli.
Solo
i governi dell'unico vero Centro-Sinistra che l'Italia abbia mai
conosciuto, ovvero i governi Craxi e Andreotti dialogheranno con
questo leader africano e così farà - opportunisticamente e per un
breve lasso di tempo - il solito Berlusconi che purtuttavia – con
il sostegno dei cattocomunisti oggi al governo - tradirà Gheddafi
ben presto e sosterrà anche lui la guerra contro la Libia a fianco
delle potenze imperialiste e neo-colonialiste.
Nel
saggio “Socialismo e Tradizione” troviamo dunque un'importante
testimonianza di chi sia stato il Colonnello e Capo di Stato Mu'Ammar
Gheddafi. Nel testo, infatti, sono riportati suoi importanti discorsi
pronunciati nel corso degli Anni '70, che delineano le linee guida
della Rivoluzione Verde Libica e dell'Unione Socialista Araba.
Mai
come oggi è necessario comprendere chi sia stato questo uomo. Solo
così possiamo capire le ragioni per le quali è stato barbaramente
ucciso ed il drammatico presente che stiamo solo per iniziare a
vivere. Un presente drammatico per il quale dobbiamo ringraziare solo
i tanti sedicenti “democratici e liberali” di cui abbiamo già
parlato, assetati di potere e di ricchezza. Da Obama a Cameron, da
Hollande alla Merkel sino a Renzi e compagnia. Persone tutt'altro che
amate dai loro stessi popoli, i quali, presto o tardi, dovranno
iniziare a risvegliarsi.
Luca
Bagatin
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