Pagine

sabato 9 aprile 2016

Gamal Abd Al-Nasser, il socialismo arabo e la rivoluzione egiziana. Articolo di Luca Bagatin

Gamal Abd Al-Nasser (1918 – 1970) fu il leader della Rivoluzione Egiziana, oltre che figura chiave del Socialismo Arabo – ovvero dell'Unione Socialista Araba - della lotta all'imperialismo e per l'emancipazione del Terzo Mondo e dei Paesi Non Allineati.
Fra i leader dell'organizzazione dei Liberi Ufficiali – organizzazione militare clandestina costituita da ufficiali repubblicani - Nasser partecipò al colpo di Stato del 1952 che detronizzò la monarchia egiziana retta da Re Faruq, sostenuta dalla Gran Bretagna e, proclamata la Repubblica, nel 1953 ne divenne Presidente con i seguenti obiettivi: mettere fine al colonialismo inglese; abolire il feudalesimo ancora esistente in Egitto; ridurre il potere del capitalismo e fondare una società socialista e democratica.
Al fine di fare ciò Nasser tentò un rafforzamento del fronte dei Paesi Non Allineati, in opposizione all'imperialismo statunitense e sovietico, rafforzando così i rapporti con l'India di Nehru e la Jugoslavia di Tito. Nel 1956, peraltro, egli nazionalizzò la Compagnia del Canale di Suez dichiarando che, attraverso le sue entrate, avrebbe provveduto al finanziamento della diga di Assuan.
Nasser, dunque, rifonda l'Egitto su basi socialiste non-marxiste (il suo slogan è infatti “Unità, Libertà, Socialismo), aborrendo la lotta di classe e ogni forma di ateismo e dichiarando che il Socialismo Arabo è fondato sul dono, sull'equità distributiva, sul diritto di ogni membro del popolo a partecipare ai frutti del reddito nazionale. Su queste basi, peraltro, si ispirerà il “Libro Verde” di Mu'Ammar Gheddafi (1942 – 2011) - che ebbe proprio in Nasser un suo punto di riferimento - pur andando oltre e fondando una Repubblica – la Jamahiriya – che guarderà alla democrazia diretta del popolo e ad un'economia basata sull'autogestione del lavoro e dell'impresa.
L'obiettivo di Nasser, peraltro mutuato dalla visione baathista del politico siriano Michel Aflaq (1910 - 1989) (i cui ispiratori erano peraltro europei, ovvero Mazzini, Marx e Nietzsche), fu quello di unificare l'identità araba in un'unica grande Repubblica ed in questo senso, il 1 febbraio 1958, annunciò la nascita della RAU, ovvero della Repubblica Araba Unita, nata dalla fusione fra Egitto, Siria e Yemen del nord. Progetto, ad ogni modo, destinato a fallire tre anni dopo, nel 1961, a causa delle differenti condizioni politiche, economiche e sociali degli Stati che in essa si erano fusi.
Ad ogni modo il progetto socialista di Nasser porterà ad un aumento del reddito pro-capite, all'istituzione di scuole pubbliche gratuite per tutti, al debellarsi delle diffusissime malattie oftalmiche nella regione, risultati mai più eguagliati dai suoi successori, i quali attueranno politiche completamente diverse.
L'esempio politico di Nasser, al pari di quello di Gheddafi - di cui parlammo già in diversi altri articoli - possono dunque incardinarsi nel quadro di quel socialismo laico e nazionale che seppe coniugare i valori religiosi dell'Islam con la laicità delle istituzioni; la lotta agli opposti imperialismi (capitalista e comunista) con l'emancipazione sociale, pur nell'ambito di realtà socio-economiche tutt'altro che semplici e preda, da secoli e da sempre, di influenze da parte delle potenze straniere e delle relative multinazionali sfruttatrici, oltre che, come purtroppo sappiamo bene, del fondamentalismo islamico che, forse, solo leader socialisti arabi avrebbero potuto sradicare.

Luca Bagatin

Nessun commento:

Posta un commento