Gamal Abd Al-Nasser (1918 – 1970) fu
il leader della Rivoluzione Egiziana, oltre che figura chiave del
Socialismo Arabo – ovvero dell'Unione Socialista Araba - della
lotta all'imperialismo e per l'emancipazione del Terzo Mondo e dei
Paesi Non Allineati.
Fra i leader dell'organizzazione dei
Liberi Ufficiali – organizzazione militare clandestina costituita
da ufficiali repubblicani - Nasser partecipò al colpo di Stato del
1952 che detronizzò la monarchia egiziana retta da Re Faruq,
sostenuta dalla Gran Bretagna e, proclamata la Repubblica, nel 1953
ne divenne Presidente con i seguenti obiettivi: mettere fine al
colonialismo inglese; abolire il feudalesimo ancora esistente in
Egitto; ridurre il potere del capitalismo e fondare una società
socialista e democratica.
Al fine di fare ciò Nasser tentò un
rafforzamento del fronte dei Paesi Non Allineati, in opposizione
all'imperialismo statunitense e sovietico, rafforzando così i
rapporti con l'India di Nehru e la Jugoslavia di Tito. Nel 1956,
peraltro, egli nazionalizzò la Compagnia del Canale di Suez
dichiarando che, attraverso le sue entrate, avrebbe provveduto al
finanziamento della diga di Assuan.
Nasser, dunque, rifonda l'Egitto su
basi socialiste non-marxiste (il suo slogan è infatti “Unità,
Libertà, Socialismo), aborrendo la lotta di classe e ogni forma di
ateismo e dichiarando che il Socialismo Arabo è fondato sul dono,
sull'equità distributiva, sul diritto di ogni membro del popolo a
partecipare ai frutti del reddito nazionale. Su queste basi,
peraltro, si ispirerà il “Libro Verde” di Mu'Ammar Gheddafi
(1942 – 2011) - che ebbe proprio in Nasser un suo punto di
riferimento - pur andando oltre e fondando una Repubblica – la
Jamahiriya – che guarderà alla democrazia diretta del popolo e ad
un'economia basata sull'autogestione del lavoro e dell'impresa.
L'obiettivo di Nasser, peraltro mutuato
dalla visione baathista del politico siriano Michel Aflaq (1910 -
1989) (i cui ispiratori erano peraltro europei, ovvero Mazzini, Marx
e Nietzsche), fu quello di unificare l'identità araba in un'unica
grande Repubblica ed in questo senso, il 1 febbraio 1958, annunciò
la nascita della RAU, ovvero della Repubblica Araba Unita, nata dalla
fusione fra Egitto, Siria e Yemen del nord. Progetto, ad ogni modo,
destinato a fallire tre anni dopo, nel 1961, a causa delle differenti
condizioni politiche, economiche e sociali degli Stati che in essa si
erano fusi.
Ad ogni modo il progetto socialista di
Nasser porterà ad un aumento del reddito pro-capite, all'istituzione
di scuole pubbliche gratuite per tutti, al debellarsi delle
diffusissime malattie oftalmiche nella regione, risultati mai più
eguagliati dai suoi successori, i quali attueranno politiche
completamente diverse.
L'esempio politico di Nasser, al pari
di quello di Gheddafi - di cui parlammo già in diversi altri
articoli - possono dunque incardinarsi nel quadro di quel socialismo
laico e nazionale che seppe coniugare i valori religiosi dell'Islam
con la laicità delle istituzioni; la lotta agli opposti imperialismi
(capitalista e comunista) con l'emancipazione sociale, pur
nell'ambito di realtà socio-economiche tutt'altro che semplici e
preda, da secoli e da sempre, di influenze da parte delle potenze
straniere e delle relative multinazionali sfruttatrici, oltre che,
come purtroppo sappiamo bene, del fondamentalismo islamico che,
forse, solo leader socialisti arabi avrebbero potuto sradicare.
Luca Bagatin
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