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lunedì 23 maggio 2016

"Amore e Libertà": bilancio di un pensatoio (anti)politico e (contro)culturale. Articolo di Luca Bagatin

Sono passati ormai tre anni dalla fondazione del pensatoio (anti)politico e (contro)culturale “Amore e Libertà” (www.amoreeliberta.blogspot.itwww.amoreeliberta.altervista.org), che ideai una volta preso atto della sconfitta definitiva dei partiti elettoralistici e dei limiti delle ideologie novecentesche, oltre che dell'economia capitalistico-produttivistica, la quale annichilisce ed avvelena le menti ed i rapporti umani e sentimentali.
E' così che, ponendo al centro Anita Garibaldi, eroina latinoamericana che si è battuta in Italia per l'unica Repubblica che il nostro Paese abbia mai conosciuto – quella Romana del 1849 – all'interno di un simbolo rosso – colore della passione, dell'amore e del socialismo umanitario e garibaldino – contornato da ventisei cuori bianchi – simbolo della purezza del cuore – ho dato vita a questo partito-non-partito, “Amore e Libertà” che è un partito nel senso ottocentesco del termine, non elettoralistico, ma raggruppamento di ideali ed aperto a tutti gli spiriti liberi e pensanti, ovvero un pensatoio.
Quali gli scopi di “Amore e Libertà” ? Principalmente ideali e racchiusi nel Manifesto d'Intenti: http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm.
Ma, nel corso dei tre anni, si è via via sviluppata una piattaforma ideale che ha portato, in sostanza, all'elaborazione di una vera e propria teoria socio-politica che ho definito “Civiltà dell'Amore”, che è, nei fatti, un recupero delle culture matriarcali, del socialismo delle origini, della teorie sulla decrescita economica, del recupero dell'antimodernismo e dell'antiprogressismo, ovvero dell'anticapitalismo spirituale, economico ed antimaterialistico. I nostri riferimenti sono infatti cristiano-gnostici, teosofici, ma anche sufi e si sono inverati in personalità quali Cristo, Madame Blavatsky, Giuseppe Mazzini, Pierre Leroux, Anita e Giuseppe Garibaldi, Gabriele D'Annunzio, Evita Peron e moltissime altre personalità. Né di destra né di sinistra, ma centrali proprio in quanto il fulcro delle loro analisi era l'essere umano, con i suoi sogni e bisogni.
In questo senso siamo antitetici alla società di mercato (ovvero della mercificazione-prostituzione dei corpi e delle menti, trattate come beni di consumo) che noi definiamo società del piacere effimero (che si paga in termini di produttivismo, schiavitù del lavoro e del salario, sfruttamento, coercizione indotta dalla pubblicità e dai media, rinuncia al tempo libero...), e contrapponiamo ad essa la Civiltà dell'Amore, della condivisione, del baratto, dell'autogestione del lavoro e del diritto al tempo libero ed allo sviluppo delle arti. Massimo sviluppo del potenziale umano e massimo esempio di utopia concreta in una società violenta e fintamente democratica, da combattere e superare.
Siamo pertanto per la democrazia che, prima che essere diretta, è sovranità del popolo. E' politica di e per il popolo. Ed in questo senso, come abbiamo sempre detto, siamo per l'auto-rappresentanza nelle istituzioni, in luogo delle mediazioni partitiche dei politici. Siamo dunque per il superamento delle elezioni ad ogni livello e per un sistema basato sull'estrazione a sorte fra i cittadini, per l'istituzione di comitati popolari nei quali chiunque possa partecipare e decidere, per i bilanci amministrativi partecipativi. In poche parole: per l'autogestione della politica, senza deleghe in bianco, in rosso, in nero o in giallo. Per l'Agorà Greca, massimo esempio di piazza democratica.
E ci chiediamo anche perché mai alle elezioni non possano essere rappresentati anche gli astenuti, ovvero i cittadini che non si riconoscono in questi politici. Ed abbiamo proposto di ripartire i non-voti, ovvero il numero complessivo degli astenuti, assegnando anche a costoro appositi seggi che potrebbero essere occupati da cittadini estratti a sorte fra i non votanti, in modo da dare rappresentanza anche a loro. Questa è democrazia. Ed è democrazia partecipativa e rappresentativa. Abbiamo peraltro proposto ai partiti elettoralistici storici ed a tutte le associazioni culturali storiche di trasformarsi in scuole di formazione politica, storica, culturale utili a tutti i cittadini per elevarsi e formarsi culturalmente e politicamente. Ma la nostra proposta è, come al solito caduta nel vuoto, ridotta a provocazione, allorquando la provocazione è ben altra: è lasciare i cittadini nella schiavitù e nell'ignoranza.
Questo è “Amore e Libertà”, nel solco dei grandi eroi del passato (ci rifacciamo in particolare alla Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, che auspichiamo possa mutarsi in una possibile Internazionale dell'Amore, che sani ogni sciocca antica divisione ideologica, in nome dell'emancipazione sociale e sentimentale). Ed è con questo spirito che abbiamo seguito da vicino le vicende dell'America Latina e dato il nostro sostegno al Socialismo del XXI secolo latinoamericano, che ha saputo emanciparsi dal neocolonialismo per riscoprire le proprie radici culturali indigene, autoctone ed ambientaliste.
Ed in questo senso vorremmo redarguire i governanti socialisti e libertari dell'America Latina dallo scendere a compromessi con l'altro imperialismo, oltre a quello statunitense, ovvero con l'imperialismo russo-putiniano e capital-comunista cinese, esempi neo-dittatoriali di sfruttamento e di egemonia sui poveri, come ai tempi della Guerra Fredda.
Siamo pertanto terzomondisti e terzaforzisti: fuori dai blocchi, fuori dal fascio-capital-comunismo, fuori dalle ideologie, per una alternativa ambientalista, antiglobalista, per la decrescita del pianeta e, dunque, per l'armonia fra le persone ed il loro ecosistema, che, oltre ad essere preservato, va sviluppato attraverso la de-urbanizzazione, la de-industrializzazione e la de-cementificazione.
Utopie concrete alternative per un Pianeta che non ce la fa più.
Questo, in estrema sintesi, il significato del nostro “Amore e Libertà”, della nostra “Civiltà dell'Amore” che, in questi tre anni, ad ogni modo, ha avuto la possibilità di essere diffusa su taluni organi di stampa, attraverso alcune video-interviste al sottoscritto – quale ad esempio quella di Debdeashakti (al secolo Debora De Angelis) di due anni fa - sul saggio del giornalista Gabriele Maestri “Per un pugno di simboli” (Aracne Editrice) ed attraverso un ebook del sottoscritto al momento a diffusione gratuita in rete, con prefazione di Antonio Tiberio di Dobrynia e dal titolo, appunto, “Amore e Libertà: Manifesto per la Civiltà dell'Amore”(https://drive.google.com/file/d/0B5hvm8jRoLWYNnBXZTZuYnZweVk/view).
Come sempre, non chiediamo niente a nessuno. Al massimo di essere letti e di poter ascoltare le proposte altrui. Risvegliando la nostra e l'altrui coscienza.

Luca Bagatin

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