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lunedì 2 maggio 2016

"Amore e Libertà" sostiene la campagna "Legalizziamo!" per la legalizzazione di cannabis e derivati. Articolo di Luca Bagatin

Chi scrive, a soli diciotto anni fondò, a Pordenone, il “Comitato In/Coscienza per l’uso legale della cannabis”, assieme ad amici delle più varie tendenze politiche. Era 1997 e, l’anno seguente, l’allora sottosegretario alla Giustizia, il deputato dei Verdi Franco Corleone, presentò una proposta di legge di regolamentazione e dunque di legalizzazione delle non-droghe (firmata anche dall’attuale Presidente della Regione Lombardia , Roberto Maroni).
Il nostro scopo, mediante convegni pubblici, raccolte di firme e ordini del giorno presentati in Consiglio comunale (proprio dall'ex Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello) pubblicate sulla stampa e sulle reti televisive locali, era quello di sensibilizzare la cittadinanza relativamente all’opportunità di legalizzare cannabis e derivati e, dunque, di togliere alla criminalità organizzata una buona fetta di "mercato" illegale. Inoltre, informavamo i cittadini e la classe politica relativamente al fatto che ogni anno l’Unione Europea destina fior fior di danaro in favore degli innumerevoli utilizzi industriali della canapa indiana o cannabis: dai carburanti poco inquinanti, passando al cordame, sino ai saponi, alla birra e alle fibre sintetiche. Senza contare i molti malati di tumore che, anche in Italia, fanno uso di marijuana per alleviare le proprie sofferenze. Facevamo presente, peraltro, dati alla mano, che i derivati della cannabis, ovvero marijuana e hashish, non possono essere classificati come ‘droghe’, sotto un profilo medico-scientifico, in quanto non danno alcuna dipendenza fisica (pensiamo invece a quante droghe legali esistono in commercio: dal tabacco all’alcol e ai danni devastanti che il loro uso smodato crea).
Ad oggi, dopo la fallimentare legge proibizionista "Jervolino – Vassalli" (che fu in parte abrogata con il referendum del 1993, vinto a maggioranza) e la "Fini – Giovanardi", la situazione è ulteriormente peggiorata, con grande svantaggio per i consumatori abituali di cannabis e derivati (che certo non vanno, né possono, essere considerati e/o trattati come criminali) e viceversa grande vantaggio per le organizzazioni criminali che, invece, su queste (e altre) sostanze lucrano.
Sarebbe ora, dunque, di rilanciare un sano antiproibizionismo laico sulle non-droghe, che possa guardare al civilissimo Uruguay, all'Olanda, alla Spagna ed alla Svizzera, ove addirittura i tossicodipendenti sono trattati per mezzo della somministrazione controllata di eroina, ovvero evitando il brusco passaggio alla totale astinenza (con tutti gli scompensi che ne derivano). Ad oggi, purtroppo, quasi nessuno parla più di antiproibizionismo salvo i Radicali. Nemmeno sulla ricerca scientifica. Siamo tristemente un Paese medievale, con pericolose tendenze al favoreggiamento del crimine organizzato. E ciò è veramente drammatico.
Non posso dunque non appoggiare e sottoscrivere la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare proposta in questi giorni dai Radicali e dall'Associazione Luca Coscioni per la legalizzazione di cannabis e derivati (si veda al sito http://www.legalizziamo.it) .
E, come diceva l'amico Peter Boom all'inizio di ogni nuova battaglia: Forza ragazze e ragazze ! Oléééé !

Luca Bagatin
Presidente e fondatore del pensatoio “Amore e Libertà”


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