In Francia protestano e sonoramente
contro una legge antisociale e antidemocratica (in quanto non voluta
né votata dai cittadini) denominata “Loi travail”, ovvero il
“Jobs act” francese. Una legge che, ovviamente, è sostenuta
dall'Europa” delle imprese, delle banche e delle oligarchie, a
discapito dei lavoratori, dei precari e dei poveri che sono, poi, la
maggioranza dei cittadini europei ai quali non è mai stata permessa
l'ultima parola !
Che cosa prevede, in sostanza, la “Loi
travail” avanzata dalla Ministra del Lavoro Myriam El Khomri e
fortemente voluta da Hollande e dal suo Primo Ministro Valls ? I
punti principali prevedono una diminuzione degli stipendi ed un
aumento delle ore di lavoro, qualora l'imprenditore lo richiedesse ed
il licenziamento in tronco del lavoratore, non solo se l'impresa è
in difficoltà economiche, ma anche se è necessaria una
riorganizzazione dell'impresa al fine di poter essere competitiva sul
mercato (sic !).
In Italia la legislazione che ha
introdotto il lavoro flessibile prevista dal “Jobs act” - voluta
dal duo Poletti-Renzi - è passata senza grandi proteste. In Francia,
nazione dallo spirito ben più laico e rivoluzionario, invece, il
principale sindacato – la CGT - che, a differenza dei sindacati
italiani, è assai più pluralista e autonomo e per nulla appiattito
alle logiche alla sinistra di governo che ha abbracciato il
capitalismo assoluto, ha paralizzato il Paese assieme alle proteste
di piazza di studenti e lavoratori.
Auguriamoci che la spuntino, perché è
in atto ormai da tempo uno smantellamento progressivo dei diritti dei
lavoratori, con il conseguente sfruttamento dei precari e della
manodopera a basso costo (spesso straniera, alimentata da politiche
contemporaneamente neocolonialiste ed immigrazioniste) con il
beneplacito dei vertici di Bruxelles, che, peraltro, si trova in quel
Belgio che proprio in queste ore è in fermento contro le politiche
di austerità.
Occorre ripensare completamente questa
Europa, che non garantisce nessuno se non le élites. Occorre che ai
lavoratori, ai precari, ai disoccupati ed ai poveri si garantisca la
possibilità di vivere dignitosamente. Ed occorre che tutti i
cittadini si riapproprino della propria sovranità perduta e di una
rinnovato spirito democratico distrutto da politicanti, economisti,
imprenditori e banchieri senza scrupoli che incarnano forme di un
nuovo nazifascismo dai contorni “soft”, attraverso le luci ed i
colori fasulli dei media, della pubblicità commerciale e dei
social-network che rimbambiscono le menti ed annichiliscono le
coscienze.
In questo senso le analisi dell'ottimo
pensatore francese contemporaneo Jean-Claude Michéa ci vengono
incontro. Nel suo “Il vicolo cieco dell'economia” (Elèuthera) ci
ha spiegato come l'uomo moderno sia diventato schiavo della società
capitalistico-illuminista e nel suo “I misteri della sinistra”
(Neri Pozza) ci ha dimostrato come la società liberale riconosca
unicamente relazioni basate sullo scambio commerciale e sul
“contratto giuridico” e non già sullo scambio reciproco
disinteressato e sul dono. E ciò lo possiamo notare nella nostra
quotidianità.
Ed ha dimostrato come ci sia una
profonda differenza fra il socialismo delle origini, al quale si
rifaceva anche George Orwell, fondato sulla libertà, sulla
democrazia e sui rapporti umani disinteressati, e la sinistra di
governo che ha abbracciato il capitalismo assoluto e la società
illuministico-liberale, fondata sulla mercificazione di ogni cosa e
sul conseguente sfruttamento dell'uomo sull'uomo, negando così, di
fatto, ogni autentica libertà ed ogni forma di democrazia.
Democrazia che, lo ricordiamo, è governo di popolo e per il popolo.
Ci uniamo così alle giuste proteste
del popolo francese, belga ed anche greco, auspicando un risveglio
anche delle annichilite coscienze italiche, nella ricerca di una
possibile alternativa anticapitalista, democratica e socialista
libertaria.
Luca Bagatin
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