E dopo Marco Pannella se n'è andato
anche Fidel Castro.
Nello stesso anno, a distanza di sei
mesi l'uno dall'altro.
Ad aprile di quest'anno scrissi un
articolo nel quale accomunai questi due grandi eroi del XX e del XXI
secolo
(http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/04/fidel-castro-e-marco-pannella-due-eroi.html).
Un articolo che destò non poche polemiche, ma che rivendico e
rivendicherò sempre in quanto in esso – se si avrà la pazienza di
leggerlo e/o di rileggerlo – paragonavo la temerarietà dell'uno e
dell'altro. La passione civile e militante delle tante battaglie
vinte in favore degli ulitmi. Di quegli ultimi di cui i politicanti
d'accatto se ne sono sempre fottuti e continuano a fottersene, pur
riempiendosi la bocca di parole che in realtà non conoscono o non
praticano, quali “democrazia” e “libertà”.
Marco e Fidel, questi due giovani
vecchi, ci hanno insegnato tanto la democrazia quanto la libertà.
La loro vita ne è stato un grande
esempio !
Nel ricordare qui Fidel Castro, vorrei
in particolare fare riferimento ad un articolo che scrissi nel luglio
del 2015, nel quale parlai di Cuba come della “democrazia dei
Caraibi”, costruita grazie al sangue dei martiri e degli eroi.
Così scrissi in proposito:
Fidel Castro a
differenza di Che Guevara, che fu un marxista della prima ora, era un
comunista utopista. La stessa “Revolucion cubana” del 1959 non fu
una rivoluzione socialista, bensì una rivoluzione di popolo e per il
popolo. Il socialismo arrivò dopo, ma spesso in forme piuttosto
libertarie, autogestionarie, piuttosto che comuniste/collettiviste
tout-court.
Soprattutto
nessuno dei rivoluzionari si sognò mai di esportare la rivoluzione,
ma nessuno di loro rinunciò a dare sostegno ai movimenti di
emancipazione sociale e nazionale in giro per il mondo: dall'Angola
sino al Sudafrica che subì – sino al benefico ed auspicato trionfo
di Nelson Mandela – il regime dell'apartheid.
Sì, è vero,
Cuba si alleò ai sovietici. Avrebbe potuto rimanere un Paese non
allineato ed invece si alleò con i russi. Ma che avrebbero mai
potuto fare Fidel ed il Che con un embargo economico e con un rischio
d'invasione da parte degli yankee ? Perché mai rinunciare alla
sovranità nazionale e rischiare, oltretutto, di morire completamente
di fame ? Ricordo che la stessa Repubblica libertaria di Fiume di
Gabriele d'Annunzio si fece riconoscere dai sovietici. Certo, i russi
erano una dittatura e nemmeno delle migliori, ma dall'altra parte era
davvero così rosea la situazione come ci hanno fatto credere per
decenni di pubblicità commerciale edonista e rimbabimento politico ?
Gente che bambarda altra gente inerme e che impone il proprio sistema
economico “libero”, può dirsi una democrazia ? Un governo che fa
pagare le cure mediche a chi non ha danaro è una democrazia ? Un
sistema politico che prevede la concorrenza fra candidati che
spendono milioni di dollari o di euro a caccia di voti...anziché
spenderli in progetti sociali, culturali ecc...è una democrazia ?
Lo ripeto, non
sono né sarò mai comunista, ma sicuramente non dirò mai che il
sistema yankee o capitalista sia un sistema democratico e civile.
Sono entrambi sistemi criminali e antiumanitari e ne ho già spiegato
le ragioni in innumerevoli articoli, oltre che nel mio ultimo saggio.
A Cuba la
sanità è gratuita ed i medici sono all'avanguardia. Ed operano in
tutto il mondo, senza egoismi. Ma questo quasi nessun giornale
“libero” lo scrive.
A Cuba è
riconosciuta la libertà di culto, anche se ho sentito assurde
leggende metropolitane che vorrebbero che a Cuba il Natale non si potesse festeggiare sino al 1998, allorquando il papa dei cattolici
incontrò il Lider maximo.
A Cuba
peraltro i massoni – cosa strana...visto che persino nell'Italia
degli Anni '90 sono stati perseguitati – sono liberi di riunirsi
nelle loro Logge. Che sono peraltro molto numerose sull'isola
caraibica, anche perché la gran parte dei rivoluzionari
appartenevano alla Massoneria.
A Cuba
l'istruzione è libera e gratuita e l'analfabetismo è praticamente
debellato, come, nonostante l'embargo economico, la gente non muore
più di fame.
Oltretutto i
diritti umani sono rispettati...nonostante ciò che ci raccontano
dalle nostre parti.
I diritti
delle donne sono esattamente gli stessi rispetto a quelli degli
uomini e l'Assemblea Nazionale, ovvero il Parlamento cubano, è
composto da quasi il 50% di donne. Eh sì, perché anche Cuba ha un
Parlamento regolarmente eletto a suffragio universale e Fidel Castro
o, meglio, oggi suo fratello Raul, non ha affatto un potere
illimitato.
E sui diritti
degli omosessuali, la deputata Mariela Castro, figlia di Raul Castro,
si sta battendo affinché possa essere riconosciuto il matrimonio fra
persone dello stesso sesso.
C'è un
partito unico, il Partito Comunista Cubano (www.pcc.cu),
che purtuttavia non si presenta alle elezioni, ma è un simbolo: il
simbolo della Rivoluzione. E poi, visto il pluripartitismo
elettoralistico dei Paesi cosiddetti “liberal-democratici”...possiamo
davvero dire che ciò sia una pecca ? Fra l'altro a Cuba ogni
candidato all'Assemblea Nazionale è uguale all'altro, visto che non
esiste – come nei nostri Paesi “liberal-democratici” - alcun
tipo di propaganda elettorale ove vengono spesi milioni di euro per
ottenere voti...spesso frutto di “amicizie” interessate e
clientele (sic !).
Oggi
finalmente anche il Presidente degli USA Obama ha capito che
l'embargo nei confronti di Cuba era una follìa. Per quanto chi
scrive teme che Cuba – anche con il possibile arrivo di Dominique
Strauss-Kahn (uno che dovrebbe andare a nascondersi visti i suoi
trascorsi !) nell'isola quale consulente di Raul Castro...il futuro
dei Caraibi sembra tingersi di grigio !
Raul non è
Fidel. Così come in Venezuela Maduro non è Chavez. Ma al momento
meglio loro che qualcun altro.
Confidiamo ad
ogni modo nei popoli caraibici e latinoamericani. Che la Rivoluzione
sia sempre nei loro cuori e nelle loro menti e che non finisca tutto
come la Grecia di Tsipras: nella resa ai potenti ed agli sfruttatori
criminali di turno.
Questo
è ciò che scrissi lo scorso anno e questo è quanto auspico nei
giorni della morte di Fidel Castro, l'ultimo leader del mondo moderno
e contemporaneo.
Di
leader come lui ne nascono pochissimi. La gran parte sono stati
leader latini. Ci sono stati Simon Bolivar, José Martì, Giuseppe
Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Juan Domingo Peron, Sandino... e
recentemente ne abbiamo conosciuto solo un altro, ovvero Hugo Chavez
e nel recente passato Mu'Ammar Gheddafi, barbaramente ucciso e
vilipeso quando invece i suoi ideali si fondavano sulla democrazia
diretta delle masse popolari. Una forma di governo ancora ritenuta
purtroppo utopistica !
Ma
è di utopia che necessitiamo ! E' di democrazia vera che
necessitiamo ! E' di formazione intellettuale e morale che
necessitano le persone, oltre che di pane per gli affamati e di
emancipazione per gli sfruttati di tutto il mondo !
L'ideale
socialista autogestionario, libertario e patriottico – oltre la
destra e la sinistra - non è morto con la fine di questi eroi.
Rimane nel cuore di coloro i quali sono pronti a coglierlo e ad
ascoltarlo.
Viva
Fidel ! Viva la Patria ! Viva il Socialismo ! Viva la Victoria !
Luca
Bagatin
Storico intervento di Juan Domingo Peron in cui parla di Che Guevara e Fidel Castro
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