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sabato 4 febbraio 2017

Cercasi Gesù. Cercasi l'Amore. Articolo di Luca Bagatin

Se Gesù detto “Il Cristo” tornasse sulla terra, molto probabilmente o, quasi sicuramente, non sapremmo riconoscerlo, come e peggio di quanto accadde ai suoi tempi, forse. In questo mondo sempre più corrotto, ipercecnologico, violento, che ha perduto ogni senso di rettitudine e di spiritualità, ci sfuggirà dalle mani ogni possibile incontro con il Sacro, ovvero con la semplicità dell'amore.
Metafora del Cristo ai giorni nostri è il film “Povero Cristo”, scritto e diretto dall'ottimo Pier Carpi nel 1975 e interpretato da un commovente Mino Reitano il quale, nei panni dell'anonimo e dalla vita grama Giorgio Cavero, scoprirà - lungo il suo cammino - il Cristo in sé stesso, ovvero identificherà sé stesso nel Cristo e raggiungerà la redenzione finale.
Bellissimo e poco conosciuto film interpretato da un inaspettato Beppe Grillo è peraltro “Cercasi Gesù”, diretto e sceneggiato da Luigi Comencini (e finanche da Antonio Ricci, padre di “Striscia la Notizia”) nel 1982.
Film che vorrebbe essere satirico e comico e che risulta invece commevente e profondo. Un film che fa molto riflettere e che è l'estrema metafora del Cristo ai giorni nostri.
“Cercasi Gesù” è la storia di Giovanni (Beppe Grillo), un ragazzo mite che fa l'autostop ed a cui Don Filippo (Fernando Rey), responsabile di una casa editrice cattolica, concede un passaggio, assieme ad una giovane terrorista d'estrema sinistra, Francesca (interpretata da Maria Schneider).
Don Filippo, colpito dai tratti somatici del ragazzo, così simili al Gesù dell'iconografia cristiana, propone a Giovanni di diventare il nuovo testimonial pubblicitario della casa editrice, la quale pubblicherà a puntate la vita di Gesù e successivamente finanche un album di figurine.
Giovanni accetta e così la città sarà tappezzata di manifesti pubblicitari con il suo volto. Nel frattempo, Giovanni, riceve ospitalità da un falegname, il quale è costretto – in modo rassegnato - a pagare il pizzo ad una banda di malviventi.
Giovanni è un ragazzo buono, che difende il falegname dalle aggressioni dei malviventi e regala il primo milione guadagnato dalla pubblicità ad una ragazza madre tossicodipendente, affinché non si buchi più. Inoltre è solito giocare a pallone con dei ragazzini, uno dei quali, Ivan, è un bambino paraplegico ed è solito portarli presso gli uffici della casa editrice cattolica a giocare in giardino, con grande disapprovazione delle alte sfere ecclesiastiche.
Giovanni troverà comprensione solo in Don Gaetano (Néstor Garay), l'unico prete che nella casa editrice non conta nulla – come Giuseppe stesso gli fa notare - ma che sarà il primo a chiamarlo Gesù, ricevendone pronta risposta, ovvero, forse, riconoscendo in Giovanni il Cristo.
Quanto a Don Filippo e agli altri preti, invece, penseranno solo a sfruttarne l'immagine mediatica (ma ad essi Giovanni spesso si ribellerà), sino al punto che, quando Francesca la terrorista rapirà Giovanni per riceverne un riscatto, faranno di tutto per non pagarlo.
Giovanni, durante il periodo del rapimento ad ogni modo, sarà comprensivo con Francesca. Anzi, le dirà che di lei si fida ciecamente e rimarrà con lei, sino al suo estremo pentimento. Purtuttavia il pentimento di Francesca le costerà caro, in quanto, una volta liberato Giovanni, sarà presto trucidata dai suoi compagni terroristi per averlo fatto e ciò getterà Giovanni nello sconforto.
I preti, insolentiti dal comportamento ribelle ed alle richieste di compassione e di carità verso tutti i diseredati, decideranno di spedire Giovanni in una casa di cura e diranno soddisfatti: “Finalmente ce ne siamo liberati !”. Tranne Don Gaetano e le suore, le quali guarderanno alla sua partenza con tristezza.
L'ultimo saluto Giovanni lo riceverà dal piccolo Ivan, il quale sarà l'unico a riconoscere in Giovanni la figura di Gesù e gli chiederà di donargli la possibilità di camminare. Giovanni gli dirà che lui non può fare nulla, in quanto non può fare miracoli ma...una volta andatosene, scortato in automobile dai preti, il piccolo Ivan si alzerà dalla carrozzina e, per la prima volta, riuscirà a camminare.
In “Cercasi Gesù” vediamo scontrarsi la semplicità e bontà di Giovanni-Gesù (il Dio dei poveri e dei diseredati) con la violenza e materialità del mondo (la tossicodipendenza; l'indifferenza dei preti di fronte ai mali del mondo e la loro fede espressa nella forma dell'”esteriorità” mediatica; il sistema pubblicitario e lo showbusiness; il “pizzo” mafioso; il terrorismo politico; la sofferenza di un bambino paraplegico).
Agli occhi dei più, nel corso del film, sarà la violenza e la materialità a trionfare, ma in realtà non è così. La redenzione di Francesca ed il miracolo operato sul piccolo Ivan valgono più dell'ipocrisia dei preti e della violenza dei terroristi e dei malviventi.
Francesca comprenderà che uccidere è peggio ancora che morire. E il piccolo Ivan, forse perché è solo un bambino innocente, sarà l'unico a riconoscere davvero Gesù e a riceverne la Grazia.
Quanto a Giovanni-Gesù, tutto sembra scivolargli addosso. Gli daranno del “pazzo” e dello “stronzo”, ma lui prenderà tutto con filosofia e con semplicità. Si fida del prossimo e vuole fidarsi del prossimo. Riconosce al prossimo il libero arbitrio al fine di fargli comprendere da sé i propri errori, se ad essi vuole rimediare.
Non ci riuscirà con la giovane tossicodipendente, che tornerà a bucarsi. Non ci riuscirà con Don Filippo, che contiuerà a credere nel sistema mediatico-pubblicitario di una “fede” esteriorizzata e poco praticata nella quotidianità. Ma ci riuscirà con Francesca che, per la sua redenzione, sarà uccisa. Ma sarà liberata dal peccato.
Quanto a Giovanni-Gesù, ritenuto pazzo, sarà internato, così come, forse, sarebbe internato Gesù detto “Il Cristo” se oggi tornasse sulla terra e ci parlasse e praticasse l'amore.
“A me non piace far l'amore” - dice ad un certo punto Giovanni-Gesù nel film e prosegue: “il bello sarebbe poter dire siamo l'amore, non ci sarebbe né prima né dopo”. Ecco, in questa frase è forse racchiuso il messaggio d'amore di Gesù, che poi è il medesimo di tutte le correnti spirituali della terra e dell'universo conosciuto e non conosciuto.
Ma l'amore, in questo mondo, fa paura e va rinchiuso. A Giovanni-Gesù si danno due milioni per fare il testimonial pubblicitario, purchè non parli. Purché non esprima sé stesso. Purchè non esprima l'amore. L'amore è follia. L'amore è una stronzata (a Giovanni danno diverse volte dello “stronzo”) in questo mondo materiale e corrotto.
Invece l'amore è tutto. E fa miracoli. L'amore fa paura perché è semplicità e trascende la materialità. E' dono (il dono di un milione che Giovanni fa alla giovane tossicodipendente, senza chiedere nulla in cambio né come li spenderà). E' redenzione dal peccato del togliere la vita ad un altro essere umano. E' qualche cosa che gli umani non sembrano capire forse proprio per la sua semplicità, per la sua mitezza, perché va a toccare il cuore senza nulla chiedere, senza giudicare (come fa Giovanni, che si fida e non giudica).
“Cercasi Gesù” è un film che, a parer mio, merita di essere rivalutato. E così l'interpretazione di Beppe Grillo che oggi la politica sembra avere incattivito, forse perché la politica è materia e divisione, mentre noi tutti necessitiamo solo di spirito, di unità dello spirito e della semplicità dell'amore.

Luca Bagatin

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