Forse sarà una mia
personale percezione, ma ogni anno noto che si tende ad anticipare
sempre più tale festività, attraverso addobbi in ogni dove, a
cominciare dal posto meno spirituale del mondo: il negozio ed il
centro commerciale.
Quest'anno sembra che gli
addobbi siano addirittura comparsi i primi di novembre !
Anche il Natale ridotto,
dunque e da tempo, a feticcio economico. Così come da tempo è
avvenuto per l'amore, la sessualità, l'amicizia e così via. Tutto
ridotto a mercificazione, feticcio, virtualità commerciale ed
edonistica.
Anche una forma rituale
antica, oggi, diviene un simulacro di un sistema totalizzante nel
pieno della crisi dei valori, conseguenza proprio di una società del
piacere effimero, che ha perduto ogni senso di comunità, di
ritualità, di identità e, quindi, di sacralità.
Il Natale è una forma
rituale antica il cui significato originario andò perduto già per
molti versi con l'avvento del cristianesimo, il quale utilizzò la
festività pagana del Sol Invictus ovvero del Dies Natalis Solis
Invicti (Giorno Natale del Sole Invincibile), la festività di Yule
secondo il calendario celtico e dei Saturnalia secondo quello romano,
per decretare - attraverso l'Imperatore Costantino - la nascita di
Gesù detto Il Cristo.
Simbolicamente, ad ogni
modo, anche la nascita (simbolica ma non storica) del Cristo può
indicare la Luce, il Sole che illumina d'amore le coscienze terrene e
le invita al dono ed è in questo senso che il Natale può essere
celebrato e vissuto. Non certo come la festa del commercio, del
consumo, dello spreco.
Il Natale, dunque da
tempo, nell'occidente capitalista, liberale e globalizzato, non si
celebra. Si subisce attraverso la pubblicità commerciale in ogni
dove. L'invito all'acquisto. L'invito alla promozione commerciale.
L'invito all'ennesimo sballo consumista che culmuna nel cenone e nel
pranzone successivo con profusione di alimenti per tutte le pance e
gli stomaci. Tanto poi ci si metterà a dieta, no ? E per finire
proseguirà con la fine dell'anno, con tanto di botti che danneggiano
tutti e non lasciano null'altro se non qualche arto amputato.
C'è poco di che
festeggiare se non la follia dell'uomo moderno nichilista,
egocentrico, narcisista, liberal-capitalista, irreligioso e
anti-comunitario, che ha sostituito al dono delle antiche civiltà
matriarcali il "libero" commercio delle odierne società
cosmopolite urbanizzate. Quelle del degrado delle periferie e dei
baccanali del centro, che dureranno sino a che non ci si ricorderà
della crisi economica, la quale certo non si risolverà con un
aumento dei consumi indotti, ma con una inversione di tendenza
radicale, con una uscita sistematica dall'attuale sistema capitalista
totalizzante e con un ritorno all'antica spiritualità, alla civiltà
dell'innocenza e dell'infanzia. Una civiltà che ci faccia tutti
tornare un po' bambini, alla ricerca di noi stessi e di quell'armonia
che abbiamo perduto divenendo, purtroppo, delle pedine adulte senza
coscienza e nelle mani di un sistema economico egoista e
disumanizzante.
Luca Bagatin
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