E'
uscita in questi giorni l'ultima raccolta di poesie dell'amico
Massimiliano Giannocco dal
titolo "Baluginii" e della quale ho curato la prefazione,
che colgo l'occasione per pubblicare qui di seguito.
Per
informazioni e acquisti del testo al seguente link:
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/411752/baluginii/
L. B.
Prefazione di Luca Bagatin a "Baluginii" di Massimiliano Giannocco
Quelli di Massimiliano Giannocco sono
baluginii di vita. Timidi bagliori di speranza in un mondo in
decadenza.
I baluginii della lirica di Giannocco
sono richiami al Divino, ai suoi Angeli, all'innocenza. Sono richiami
all'onestà ed all'eterna legge morale che dovrebbe regolare ogni
civiltà degna di questo nome.
Sono baluginii, ovvero timide luci,
timidi chiarori in un mondo fatto d'opportunismo e indifferenza. Sono
richiami ad una civiltà antica, forse non del tutto perduta, ma
sicuramente dimenticata in un'epoca materialista senza più contezza
delle sue radici, della sua Storia, dei suoi Avi.
Sono versi spesso introspettivi,
avvolti di spleen baudelairiano, consapevoli dell'abisso e
dell'inferno terreno, ma che vorrebbero ricercare una via d'uscita,
guardando verso il cielo, il sublime e finanche il dionisiaco,
rappresentato da menadi bramose e da una Venere dalla turgide labbra.
Tutto pur di sfuggire alla "morte diurna delle menti",
all'appiattimento della vita moderna quotidiana !
Anche nelle descrizioni liriche dei
paesaggi si scorge una profonda nostalgia per l'antico. Per l'Antica
Urbe "dove son vaghi i ricordi del disordine
cittadino, dove ville patrizie e rocciosi manieri han per vivace
decoro"; per
gli italici borghi medievali ove i castelli troneggiavano imperiosi,
come fari maestosi a far da guida ai naviganti; per i paesaggi
medievali medesimi dell'Italia centro-meridionale, con le loro vigne,
i loro verdi ulivi e le antiche masserie.
L'Autore
sembra quindi rifuggire dalla modernità dell'Italia d'oggi, che non
rammenta il suo glorioso passato ed ove a prevalere sembrano essere i
mediocri.
Quello
che ho inteso del messaggio di Massimiliano Giannocco, attraverso le
sue liriche, ciò che in sostanza mi ha trasmesso, è un pensiero a
tratti pessimista ma non domo, non addomesticato. Un messaggio che,
forse, in questo momento storico può far riflettere per la carica di
nostalgia che esso rappresenta.
Rappresenta
un pensiero conservatore ma, forse proprio per questo, rivoluzionario
in un contesto ove il degrado della modernità ha ucciso ogni
coscienza critica, ogni senso di comunità e di appartenenza.
Da
Massimiliano Giannocco, ideologicamente, mi dividono molte cose. Più
che altro è forse l'approccio alle questioni che ci divide. Egli è
legato fondamentalmente al concetto di individuo e di libertà
assoluta dell'individuo, mentre io non posso non tenere conto del
fatto che l'individuo è un essere pensante posto all'interno di una
comunità e che senza la consapevolezza di ciò non vi può essere
alcuna ricerca della libertà.
Ciò
che potrebbe unirci è il rifiuto, ad ogni modo, della modernità che
annichilisce le menti e che, volendo essa sradicare gli esseri umani
e renderli dei senza storia, dei senza patria, toglie loro ogni senso
del Sacro, del Divino e dunque li priva della loro intima libertà,
che è interiore prima ancora che esteriore. Che è una libertà
collettiva, aggiungerei io, per quanto l'Autore di questi versi non
sarebbe d'accordo con questa mia ultima affermazione.
Penso
che questo non sarà che l'inizio di una serie di raccolte poetiche
che l'Autore ci donerà.
Il
lettore, dalla lettura delle sue liriche, non potrà che trarne fonte
di meditazione ed ispirazione.
Luca
Bagatin
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