Era la leggenda di sé
stesso.
Era Lazzaro Santandera,
il suo alter ego letterario, in grado di sgominare bande di criminali
incalliti e persino di resuscitare.
Andrea G. Pinketts - al
secolo Andrea Giovanni Pinchetti - con le sue cravatte fantasia, le
sue giacche e cappelli colorati - era immortale e tale rimarrà.
Ex pugile, ex
fotomodello, ex istruttore di arti marziali, giornalista
investigativo e soprattutto scrittore di gialli e di racconti noir.
Grande viveur, bevitore
di birre enormi (nello storico locale milanese "Le Trottoir"
gli fu dedicata - oltre che una sala - la birra formato gigante
battezzata, per l'appunto, "birra Pinketts") e fumatore di
sigari. Andrea Pinketts era scrittore funambolico e poliedrico.
Negli Anni '80 recitò un
piccolo ruolo nel film di Carlo Vanzina "Via Montenapoleone".
Diventeranno celebri le sue inchieste giornalistiche per "Esquire"
e "Panorama", che lo porteranno, negli Anni '90, ad
incastrare alcuni camorristi nella città di Cattolica;
all'incriminazione della setta dei "Bambini di Satana" e a
suggerire agli inquirenti il profilo del "mostro di Foligno"
Luigi Chiatti.
Furono queste esperienze
che gli permisero di scrivere i suoi numerosi romanzi e racconti
gialli e noir: da "Lazzaro vieni fuori" a "La capanna
dello zio Rom", passando per "Il vizio dell'agnello",
"Il conto dell'ultima cena", "Il senso della frase"
e moltissimi altri (almeno una ventina).
Il protagonista era
sempre lui, ovvero il suo alter ego: Lazzaro Santandrea. Un
perdigiorno che vive con la madre ed il cagnolone Benvenuto e si
mantiene con l'eredità della ricca zia Olghina. Frequentatore
seriale di bar, amici e belle donne, Lazzaro si ritrova
inevitabilmente sempre coinvolto in casi di cronaca nera che...armato
del suo sigaro (rigorosamente Antico Toscano) e del suo "senso
della frase", condito di giochi di parole funambolici e della
sua abilità nel provocare e vincere risse, riuscirà immancabilmente
a risolvere. Incastrando il criminale o i criminali di turno,
riuscendo a, come dice stesso Lazzaro, "fare giardino",
ovvero risollevare le sorti di una situazione disastrosa riscrivendo
e "sovvertendo" ogni regola.
I romanzi di Andrea erano
e rimangono dei pezzi unici di letteratura per diverse ragioni: sono
tratti da casi di cronaca nera che lui ha vissuto in prima persona; i
personaggi sono tutto tranne che immaginari, ma rappresentano -
spesso con tanto di nome e cognome reali - i suoi amici e conoscenti
(uno dei quali ho avuto modo di conoscerlo personalmente); sono uno
scoppiettante susseguirsi di assonanze e giochi di parole e
letterari, battute comiche ad effetto, pur calate in un contesto da
romanzo giallo, noir, ricco di colpi di scena.
Andrea Pinketts li ha
scritti regolarmente tutti nel locale che ha sempre frequentato ogni
sera e notte - "in mezzo al casino", che gli permetteva di
concentrarsi, come diceva lui - ovvero Le Trottoir, in pieno centro a
Milano. E sono stati tutti scritti con la sua fedele penna Mont
Blanc, in quanto non amava le tecnologie e, quando lo conobbi, sapeva
a malapena maneggiare un telefono cellulare di vecchissima
generazione.
Luca Bagatin e Andrea G. Pinketts, aprile 2004 |
Come Jack Kerouac, anche
Andrea, oltre ad essere uno sregolato in tutto, era legatissimo a sua
madre. E come Jack Kerouac, anche Andrea era amico di Fernanda
Pivano, la quale lo definì, nelle prefazioni ai suoi libri "un
duro dal cuore di meringa".
Andrea Pinketts era "un
duro", sin da ragazzino. Sin da quando fu espulso dal liceo per
aver "menato" il preside. Ragazzo irrequieto, insofferente
alle costrizioni, evase dalla caserma dei granatieri di Orvieto e si
finse psicopatico. Bevitore e fumatore incallito sin da ragazzo, non
smise mai quel suo vizio che, come da lui stesso ammesso, finirà per
portarlo nella tomba, novello Kerouac, novello "scrittore
maledetto" che, sino all'ultimo ha lottato, non già contro i
suoi vizi, che per lui erano piaceri e virtù, ma contro la tristezza
della sofferenza, contro la tristezza della malattia. Quella
tristezza che ti fa essere e sentire debole, mentre Andrea Pinketts,
documentando la sua degenza all'ospedale Niguarda di Milano con
numerosi video su Youtube, ci appare come sempre pieno di spirito e
di giochi di parole funambolici.
Quei giochi di parole
usati anche nelle sue apparizioni televisive in qualità di showman o
di opinionista, ove, presentandosi sempre completamente ubriaco
(esattamente come Kerouac nelle sue celebri interviste), e pieno di
spirito (non solo alcolico), ribaltava ogni canone mediatico,
lasciando di stucco la presentatrice o il presentatore di turno che,
rimasto senza parole, non poteva che arrendersi al genio e alla
sregolatezza di questo artista dei nostri tempi.
Pinketts era, come il suo
personaggio letterario Lazzaro, un antieroe. Un "cattivo
ragazzo", ma sempre dalla parte dei più deboli e sempre dalla
parte dei "buoni" contro i "cattivi", fossero
costoro corrotti, stupratori, stalker, balordi che si divertivano a
dar fuoco ai barboni. Andrea Pinketts interveniva sempre, in prima
persona, con il suo metro e novanta di stazza e le sue capacità di
"persuasione".
I romanzi di Andrea
Pinketts, a onor del vero, erano più letti all'estero che in Italia.
Non era un profeta in Patria, in sostanza. Amatissimo in Francia e lì
pluri-premiato, fu apprezzato molto dal regista e sceneggiatore
Claude Chabrol che, in ogni suo film, omaggerà Pinketts con un cameo
dei suoi romanzi e che avrebbe voluto realizzare un film tratto dal
romanzo (a parer mio il più bello) "Il conto dell'ultima cena".
Con Andrea Pinketts, che
se ne va a soli 57 anni, non se ne va Lazzaro Santandrea, in quanto,
l'ultimo romanzo che lo vede protagonista - "La capanna dello
zio Rom" - lascia un finale aperto.
Forse nemmeno Andrea
Pinketts se ne va del tutto. Almeno non se ne andrà dal mio cuore,
ove lo tengo fra i miei "eroi-antieroi" preferiti, viventi
e non, conosciuti da me personalmente o meno (assieme a Jack Kerouac,
William Burroughs, Moana Pozzi, Mario Appignani, Peter Boom, Eduard
Limonov).
La madre Mirella così lo
ricorda, nel suo necrologio ed è con queste toccanti parole - le
parole della persona che più lo ha amato al mondo - che vorrei
concludere questo mio articolo in sua memoria:
"Con passo
marziale sta valicando i confini degli spazi celesti e dei cieli
infiniti Andrea G. Pinketts, scrittore-giornalista. Ha accanto
l’amore di chi lo ha preceduto che lo accoglie con gioia accorata,
così presto! Lazzaro Santandrea, la sua creatura, è ansioso di
future, mirabolanti avventure da vivere insieme. Mirella Marabese
Pinketts è fiera del tuo talento e della tua genialità. Prosegue il
cammino terreno come tu vuoi. Non ti dirò mai addio. Mamma".
Luca
Bagatin
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