Nel maggio scorso il
socialista Nicolas Maduro vinceva, ancora una volta, le elezioni
presidenziali in Venezuela con il 67,6% dei consensi (riconfermando
il trend positivo che dava al Partito Socialista Unito del Venezuela
e alla sua coalizione bolivariana la vittoria anche nella gran parte
degli Stati venezuelani, alle amministrative dell'ottobre 2017).
Elezioni peraltro anticipate rispetto alla scadenza naturale del
mandato, come richiesto dalle opposizioni. Elezioni eseguite con voto
digitale (e quindi ogni broglio sarebbe stato impossibile) e avallate
finanche dall'osservatore internazionale José Luis Rodriguez
Zapatero, ex premier spagnolo. Elezioni nelle quali, ad ogni modo, il
partito di opposizione “Volontà Popolare”, ha deciso di non
presentare una propria lista o di appoggiare uno dei candidati in
corsa e quindi, oggi, non potrebbe certo pensare di lamentarsi.
E invece che cosa è
accaduto ? Che uno degli esponenti di “Volontà Popolare”, Juan
Guaidò, ha deciso – a pochi giorni dall'insediamento ufficiale di
Maduro – di autoproclamarsi Presidente del Venezuela. Grottesco, se
non fosse ancora più grottesco e tragico il fatto che questi è
sostenuto a spada tratta dagli USA di Trump e da gran parte dei Paesi
dell'Unione Europea, salutato come un “eroe nazionale” e non come
un usurpatore, un golpista.
Cosa si sarebbe detto se
fosse accaduto da noi ? Di certo che chi si autoproclama Presidente o
non è sano di mente o sta facendo un colpo di Stato bianco.
In Venezuela, si sa, c'è
il petrolio, che è stato nazionalizzato sin dai tempi di Hugo Chavez
e dove c'è il petrolio gli USA e le multinazionali private debbono
metterci lo zampino. In barba alla democrazia, alla volontà popolare
e alla sovranità degli Stati.
L'Italia, con il Premier
Conte, ha quantomeno assunto una posizione di equilibrio e grande
senso di responsabilità, rispetto alle pericolose derive prese
dall'Unione Europea. Pur non prendendo una posizione in favore del
governo legittimo di Maduro, Conte ha affermato di voler “scongiurare
un'escalation di violenza nel Paese evitando che, attraverso
l'intervento impositivo di Stati stranieri, il Venezuela diventi
terreno di confronto e divisioni”.
Condanna al tentativo di
colpo di stato in Venezuela è arrivata dallo studioso statunitense
Noam Chomsky e da altri 68 studiosi, i quali in una lettera aperta
hanno scritto fra l'altro:
“Il governo degli Stati Uniti deve cessare di interferire nella politica interna del Venezuela, specialmente nell’intento di rovesciare il governo del paese. Le azioni dell’Amministrazione Trump e dei suoi alleati nell’emisfero peggioreranno la situazione in Venezuela, portando a inutili sofferenze, violenze e instabilità umane (…) Il sostegno degli Stati Uniti ha appoggiato i settori dell’opposizione intransigenti nel loro obiettivo di estromettere il governo Maduro attraverso proteste spesso violente, un colpo di stato militare o altre vie che eludono l’urna.”
“Il governo degli Stati Uniti deve cessare di interferire nella politica interna del Venezuela, specialmente nell’intento di rovesciare il governo del paese. Le azioni dell’Amministrazione Trump e dei suoi alleati nell’emisfero peggioreranno la situazione in Venezuela, portando a inutili sofferenze, violenze e instabilità umane (…) Il sostegno degli Stati Uniti ha appoggiato i settori dell’opposizione intransigenti nel loro obiettivo di estromettere il governo Maduro attraverso proteste spesso violente, un colpo di stato militare o altre vie che eludono l’urna.”
Sostegno al governo
legittimo di Maduro è arrivato a livello internazionale da tutto il
mondo socialista e comunista, dall'America Latina all'Africa,
all'Europa sino all'Asia. Fra i principali esponenti citiamo il
leader laburista britannico Jeremy Corbyn, il leader socialista
francese Jean-Luc Mélenchon, il leader comunista italiano Marco
Rizzo, il leader comunista russo Gennady Zyuganov, il leader
nazionalbolscevico russo Eduard Limonov.
I primi governi a
esprimere solidarietà nei suoi confronti sono stati quelli di Cuba,
Bolivia, Uruguay, Messico, Nicaragua, Russia, Turchia e Cina. La
Cina, ancora una volta, si sta dimostrando anche in questo caso una
grande mediatrice al fine di evitare ogni tipo di conflitto e di
persuadere Trump a evitare di trasformare il Venezuela in un nuovo
Iraq, Jugoslavia, Libia, Siria...l'elenco degli interventi
illegittimi USA contro il socialismo del resto, è sconfinato, anche
se guardiamo al passato (Vietnam, Nicaragua, Uruguay, Paesi africani
non allineati alle politiche capitaliste....).
Quel socialismo scomparso
in Europa moltissimi decenni fa. Quel socialismo umanitario, laico,
autogestionario, contro ogni fondamentalismo e per una democrazia
sempre più partecipata. Quel socialismo rinato in America Latina
grazie a Chavez, proseguito con Maduro, i Kirchner in Argentina, Pepe
Mujica e Tabaré Vasquez in Uruguay, Evo Morales in Bolivia,
Diaz-Canel a Cuba, Ortega in Nicaragua.
In Europa molti si dicono
socialisti ma non lo sono. Non possono essere socialisti i
sostenitori dell'austerità e delle politiche del Fondo Monetario
Internazionale. Non possono essere socialisti i detrattori del
socialismo latinoamericano. Non possono essere socialisti coloro i
quali non promuovono la socializzazione dell'economia e della
politica, rendendo così il termine “democrazia” non già un
ideale astratto, ma qualcosa di concreto: ove il popolo dirige e il
politico esegue.
In Europa, a parte il
movimento popolare e trasversale dei Gilet Gialli, peraltro sostenuto
dallo stesso Maduro, il quale vuole un rinnovato stato sociale in
Francia e una democrazia sempre più partecipativa, ogni aspetto
sociale è morto. L'Europa ha fatto balzi indietro di decenni, forse
finanche di qualche secolo. E tristemente, in nome dell'anacronistico
“liberalismo” (ovvero la libertà del ricco di sfruttare il
povero e il popolo, che ha però il “diritto/dovere” di
consumare). E non se ne rende nemmeno conto.
Una Europa sempre più
fotocopia degli USA, governata dalle destre e dalle sinistre del
capitale. Che sono lo specchio stesso della società tecno-mercantile
senz'anima in cui viviamo. L'esatto opposto rispetto ad una Civiltà
ove l'Amore, la Fratellanza, l'Uguaglianza, la Libertà (vera) siano i
valori fondanti. Il fondamento di un socialismo originario, con basi
spirituali, non materialiste.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento