“Limonov e Pasolini”,
questo il titolo del docu-film di Mimmo Calopresti - regista celebre
per i suoi film e documentari di carattere sociale - che sarà
proiettato oggi 17 maggio alle ore 19.00, presso il Nuovo Cinema
Aquila di Roma.
Limonov, celebre
scrittore, attivista e rivoluzionario russo, si racconta e lo fa
visitando i luoghi simbolo della Roma di Pasolini, nell'ambito del
tour di presentazione del suo romanzo autobiografico “Zona
industriale”, edito da Sandro Teti, che si tenne esattamente un
anno fa.
Eduard Limonov, al secolo
Eduard Veniaminovich Savenko è un personaggio che, con Pasolini, ha
dei forti punti di contatto. Egli stesso afferma: “Secondo me è
possibile, con una lieve forzatura, paragonare la mia vita a quella
di Pasolini: un uomo-scandalo, una persona di grande talento che
veniva accusata continuamente di tutti i peccati possibili, non
importa se fossero veri o falsi”.
Limonov ha sempre dato
scandalo o, meglio, “scandalo”. Lo ha fatto nella sua Russia,
dissidente da sempre, e in giro per il mondo. Sin dagli Anni '60/70
quando fu vagabondo e poi maggiordomo di un miliardario di New York;
lo ha fatto negli Anni '80, quando fu scrittore bohémien a Parigi; e
lo ha fatto ancora negli Anni '90, quando fu combattente nella guerra
di Transnistria (in sua difesa) e in quella dell'ex Jugoslavia, dalla
parte dei serbi. Per poi tornare in Russia e qui fondare il Partito
NazionalBolscevico (PNB), assieme al filosofo Aleksandr Dugin e al
chitarrista Egor Letov, aggregando i giovani delle periferie russe,
delusi dal crollo dell'URSS e dall'avvento del capitalismo assoluto.
Aggregando quelle generazioni “perdute”, gli emarginati, i punk,
i dissidenti, i libertari, alle quali si rivolgeva anche Pasolini e
dando loro una bandiera, contro il consumismo, contro l'omologazione,
contro la decadenza liberale.
Giovani
nazionalboscevichi capaci di occupare – goliardicamente - persino
le sedi del Potere e che Anna Politkovskaja difenderà a spada tratta
e definirà: "giovani coraggiosi, puliti, gli unici o quasi
che permettono di guardare con fiducia all'avvenire morale del
Paese".
Congresso di “Altra Russia”. Fra i molti attivisti, al centro, seduto, Eduard Limonov |
Giovani
che, ancora oggi, seguono Limonov nel suo partito nazionalbolscevico
“Altra Russia”, sorto dopo lo scioglimento del PNB voluto dal
governo liberale di Putin. Partito che ancora oggi non viene
riconosciuto, dal Potere, come movimento che può presentarsi alle
elezioni (l'ultima giustificazione pare sia stata una fantomatica
mancanza di documentazione o di firme). Ma composto di attivisti che
lottano in Donbass contro l'autoritarismo del governo ucraino e che
lottano in patria per una Russia diversa, socialista, e in diverse
manifestazioni lo fanno marciando assieme ai comunisti del KPFR e
agli attivisti del Fronte di Sinistra.
Limonov, oggi 76 enne, il
quale si fece ben due anni di carcere con l'accusa di un inesistente
traffico di armi, si definisce un nazionalista moderato, un
socialista “dalla linea dura”, un anticapitalista capace di unire
i valori della destra patriottica e della sinistra sociale tipici del
Socialismo Russo, che è poi il miglior socialismo originario europeo
dell'Ottocento: quello del populismo russo del XIX secolo, quello di
Pierre Leroux, di Marx, Engels, Bakunin, Proudhon di cui parlano
scrittori queli Michéa e De Benoist.
Egli va molto fiero di
essere un "dissidente dalla parte dei ribelli e dei deboli"
e di aver creato “un
partito senza politici di professione. Ma basato sulla Punk
Generation” e, dopo ben 25
anni di assenza, ha rivisitato Parigi alcuni giorni fa, al fine di
esprimere il suo sostegno alla lotta civile e sociale dei Gilet
Gialli.
L'omaggio
che Mimmo Calopresti fa a questo grande scrittore e attivista
contemporaneo è dunque di inestimabile valore civile, artistico e
politico.
Una
ventata di aria sana in un'Europa – per citare Limonov medesimo –
in “crisi di coscienza” in quanto, egli afferma, “L'Europa sta
uccidendo i paesi dissidenti, i diversi paesi, i diversi uomini”.
Pensiamo
alla Siria, ma, ancor più, al Venezuela socialista, che questa
Europa sanziona e non riconosce.
Anche
a Limonov e Pasolini, oltre che a molte altre figure del socialismo e
del libertarismo, fra l'altro, saranno dedicati dei capitoli del mio
prossimo saggio “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà
dell'Amore”.
Luca
Bagatin
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