L'8 settembre si sono
tenute, in Russia, diverse tornate amministrative: il rinnovo dei
governatori di 16 regioni, il rinnovo di deputato locali in 13
regioni, mentre, in 22 città del Paese si sono tenute le elezioni
comunali.
Piuttosto importante la
tornata amministrativa che ha riguardato il rinnovo del consiglio
comunale della Capitale, Mosca, svolta in 45 collegi elettorali a
seggio unico.
La partecipazione
cittadina, in generale, è stata piuttosto bassa. Alle 18.00, ovvero
due ore prima della chiusura dei seggi, a Mosca si è registrata una
affluenza del 17,2% (alla chiusura dei seggi, alle ore 20.00,
arriverà al 21,04%), mentre, nel resto del Paese, era del 33,75%,
come diffuso dalla presidente della Commissione Elettorale Centrale,
Ella Pamfilova.
Il partito
nazionalbolscevico “Altra Russia”, guidato dallo scrittore Eduard
Limonov – il quale chiede da sempre una rivoluzione complessiva
dell'economia, dello Stato e della politica, che l'attuale governo
non è in grado di fare - avendo invitato al boicottaggio e
all'astensionismo, in quanto ha ritenuto tali elezioni una farsa, può
dunque esultare. Al partito, come a molti altri candidati, specie
indipendenti, non è stato infatti permesso di presentarsi.
Nonostante le denunce di
brogli, esulta anche il Partito Comunista della Federazione Russa
(KPRF), guidato da Gennady Zjuganov, che di fatto rappresenta l'unica
opposizione parlamentare al partito liberal capitalista di Putin
“Russia Unita” ed i cui candidati hanno incassato persino il
sostegno del liberale Navalny, in chiave anti-Putin.
A Mosca il KPRF ottiene
14 dei 45 seggi in consiglio comunale (alla scorsa tornata ne aveva
ottenuti solo 5) , mentre “Russia Unita” scende a 26 consiglieri,
perdendo un terzo dei seggi, pur mantenendo la maggioranza. Il
partito liberale Yabloko ottiene 3 seggi, mentre entra per la prima
volta in consiglio, con un seggio, il partito socialdemocratico
“Russia Giusta”. Non ottengono invece seggi i partiti di estrema
destra, ovvero il Partito LiberalDemocratico e il partito “Rodina”.
Il KPRF aumenta i suoi
voti un po' ovunque, soprattutto grazie alle imponenti manifestazioni
condotte da un anno a questa parte, in particolare contro l'aumento
della povertà nel Paese; contro le ingiuste sanzioni imposte da
Europa e USA; contro l'aumento dell'IVA e dell'età pensionabile
imposte dal governo e lottando in favore della nazionalizzazione dei
settori chiave dell'economia russa, che vanno al più presto
sottratti ai privati e agli oligarchi.
Il Partito Comunista
della Federazione Russa entra così - per la prima volta - nel
Parlamento di Sebastopoli, in Crimea, ottenendo il 18,7% dei consensi
e 3 deputati; con oltre il 50% dei voti, nella città capoluogo del
Distretto Federale della Siberia – Novosibirsk – conferma il
sindaco comunista Anatoly Lokot; ottiene il 35,7% nella città di
Ulaan-Ude, capitale della Repubblica autonoma dei Buriati; nella
città di Anadyr', capitale del distretto autonomo di Chukotka
(Okrug), ottiene il 25,57%; anche nel Caucaso, nella Repubblica di
Karachay-Cherkessia – roccaforte dei liberal-capitalisti di “Russia
Unita” - il KPRF aumenta i consensi, ottenendo il 15,72%; nella
Repubblica dell'Altai, in Siberia, i comunisti ottengono il 28,54%
dei voti, rimanendo il primo partito in diversi collegi elettorali,
superando il 30% e l'attuale partito di governo “Russia Unita”.
Infine, nella regione Sakhalin Oblast, nell'Estremo Oriente russo, il
KPRF ottiene il 23,21%, piazzandosi sempre al secondo posto.
In conferenza stampa, i
rappresentanti del Partito Comunista, hanno dichiarato che sono
riusciti a dimostrare di essere l'unico partito rivoluzionario e
nazional-patriottico con un vero e proprio programma in grado di far
uscire il Paese dalla crisi e garantire la sua ripresa. Hanno altresì
dichiarato che, più persone vanno a votare, e più è difficile
utilizzare il meccanismo delle frodi da parte delle autorità
governative.
Le autorità governative,
per contro, immaginando un risultato a loro piuttosto sfavorevole,
avevano puntato il dito contro Google, Facebook e Youtube,
accusandoli di “interferenze straniere”, in quanto hanno
permesso, nella giornata di domenica, di pubblicare messaggi
elettorali, in violazione della legge russa.
Ciò, a dirla tutta,
ricorda un po' le accuse che muovono le autorità USA e dell'Unione
Europea alla Russia, quando a vincere sono i partiti cosiddetti
“populisti” e, a loro dire, “sostenuti da Putin”.
Il punto è che il
liberal capitalismo e l'austerità, ormai da tempo, non convincono più
i cittadini dell'Eurasia che, o si astengono in massa (pratica sempre
più diffusa), oppure preferiscono votare contro i candidati
dell'austerity e del Fondo Monetario Internazionale, siano essi di
destra, centro o sinistra.
In Russia, ad oggi,
avanzano i comunisti. Gli unici a quanto pare, ad oggi, in Eurasia,
secondo chi scrive, a voler dare una risposta chiara e rivoluzionaria
alla crisi generata - da qualche decennio - dalla globalizzazione.
Luca Bagatin
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