Il
Natale, da anni, sembra che sia la festa dei luoghi-non-luogni meno
spirituali del mondo: i negozi e i centri commerciali !
Anche
il Natale ridotto, dunque e da tempo, a feticcio economico. Così
come da tempo è avvenuto per l'amore, la sessualità, l'amicizia e
così via. Tutto ridotto a mercificazione, feticcio, virtualità
commerciale ed edonistica.
Anche
una forma rituale antica, oggi, diviene un simulacro di un sistema
totalizzante nel pieno della crisi dei valori, conseguenza proprio di
una società del piacere effimero, che ha perduto ogni senso di
comunità, di ritualità, di identità e, quindi, di sacralità.
Il
Natale è una forma rituale antica il cui significato originario andò
perduto già per molti versi con l'avvento del cristianesimo, il
quale utilizzò la festività pagana del Sol Invictus ovvero del Dies
Natalis Solis Invicti (Giorno Natale del Sole Invincibile), la
festività di Yule secondo il calendario celtico e dei Saturnalia
secondo quello romano, per decretare - attraverso l'Imperatore
Costantino - la nascita di Gesù detto Il Cristo.
Simbolicamente,
ad ogni modo, anche la nascita (simbolica ma non storica) del Cristo
può indicare la Luce, il Sole che illumina d'amore le coscienze
terrene e le invita al dono ed è in questo senso che il Natale può
essere celebrato e vissuto. Non certo come la festa del commercio,
del consumo, dello spreco, tanto in voga nell'occidente liberal
(anti)democratico e capitalista !
Il
Natale, dunque da tempo, nell'occidente capitalista, liberale e
globalizzato, non si celebra. Si subisce attraverso la pubblicità
commerciale in ogni dove. L'invito all'acquisto. L'invito alla
promozione commerciale. L'invito all'ennesimo sballo consumista che
culmuna nel cenone e nel pranzone successivo con profusione di
alimenti per tutte le pance e gli stomaci. Tanto poi ci si metterà a
dieta, no ? E per finire proseguirà con la fine dell'anno, con tanto
di botti che non lasciano null'altro se non qualche arto amputato.
C'è
poco di che festeggiare se non la follia dell'uomo moderno
nichilista, egocentrico, narcisista, liberal-capitalista, irreligioso
e anti-comunitario, che ha sostituito al dono delle antiche civiltà
il "libero" commercio delle odierne società cosmopolite
urbanizzate.
Quelle
del degrado delle periferie e dei baccanali del centro, che dureranno
sino a che non ci si ricorderà della crisi economica, la quale certo
non si risolverà con un aumento dei consumi indotti, ma con una
inversione di tendenza radicale: con la decrescita dei consumi e dei
bisogni indotti; con una uscita sistematica dall'attuale sistema
capitalista totalizzante e con un ritorno all'antica spiritualità,
alla civiltà dell'innocenza e dell'infanzia. Una civiltà che ci
faccia tutti tornare un po' bambini, alla ricerca di noi stessi e di
quell'armonia che abbiamo perduto divenendo, purtroppo, delle pedine
adulte senza coscienza e nelle mani di un sistema economico egoista,
cinico, totalitario.
Luca
Bagatin
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