Lo scrittore e amico Andrea G. Pinketts ci lasciava un anno fa e gli amici del suo locale preferito, Le Trottoir, gli dedicheranno una serata in suo onore, venerdì 20 dicembre, a partire dalle ore 19.00.
Al Trottoir, Pinketts, praticamente lavorava, ovvero scriveva, fra una birra (Pinketts !) e l'altra. E, anche per questo, una sala gli fu da tempo dedicata.
Il Trottoir di Piazza XXIV Maggio, a Milano, del resto, è il luogo di incontro degli artisti per eccellenza.
Purtroppo non potrò essere presente, ma, ad ogni modo, come ho detto all'organizzatrice della serata, Michelle Vasseur, che mi ha gentilmente invitato, ho comunque voluto trasmettere un messaggio, che desidero qui di seguito riportare.Per onorare la memoria di Andrea.
Un duro dalla parola e della penna scoppiettante, che ci ha insegnato molto. Anche a vivere.
Luca Bagatin
LAZZARO SANTANDREA E'
QUI CON NOI E NON GLI DIREMO MAI ADDIO
di Luca Bagatin
Purtroppo, per varie
ragioni, non posso essere presente a questa serata in onore
dell'amico Andrea, ma ho voluto comunque che fosse trasmessa questa
mia missiva, ringraziando Michelle Vasseur e l'ufficio stampa
dell'organizzazione, che mi hanno cortesemente invitato.
Dico e sottolineo “serata in onore” e non in
ricordo, perché, ogniqualvolta penso ad Andrea, penso al senso di
festa che trasmetteva la sua presenza, fatta di frasi scincillanti,
di battute mai scontate. Di giacche, cravatte e cappelli
coloratissimi che indossava.
E' stato un onore conoscerlo ed essere suo amico e,
quindi, preferisco onorarlo, piuttosto che ricordarlo.
Come scrissi lo scorso anno, nell'articolo in
omaggio alla sua memoria, Andrea era un caro amico, che ho avuto
l’onore e il privilegio di conoscere nella primavera del 2004,
proprio qui al Trottoir.
Qui ci siamo dati appuntamento, dopo che avevo
divorato gran parte della sua produzione letteraria e ne ero rimasto
affascinato. Da allora ci siamo visti spesso, in quegli anni, abbiamo
bevuto e fumato sigari a lungo sia al Trottoir che allo Smooth di Via
Buonarroti, vicino a dove abitava con la madre Mirella, la quale,
ricordo, gli preparava le valige ogniqualvolta era invitato a tenere
presentazioni dei suoi libri, oppure doveva presiedere qualche
concorso in qualità di giurato.
Come Jack Kerouac, anche Andrea, oltre ad essere uno
sregolato in tutto, era legatissimo a sua madre. E come Jack Kerouac,
anche Andrea era amico di Fernanda Pivano, la quale lo definì, nelle
prefazioni ai suoi libri “un duro dal cuore di meringa”.
Andrea Pinketts era “un duro”, sin da ragazzino.
Sin da quando fu espulso dal liceo per aver “menato” il preside.
Ragazzo irrequieto, insofferente alle costrizioni, evase dalla
caserma dei granatieri di Orvieto e si finse psicopatico. Bevitore e
fumatore incallito sin da ragazzo, non smise mai quel suo vizio,
novello Kerouac, novello “scrittore maledetto” che, sino
all’ultimo ha lottato, non già contro i suoi vizi, che per lui
erano piaceri e virtù, ma contro la tristezza della sofferenza,
contro la tristezza della malattia. Quella tristezza che ti fa essere
e sentire debole, mentre Andrea Pinketts, documentando la sua degenza
all’ospedale Niguarda di Milano con numerosi video su Youtube, ci
appare come sempre pieno di spirito e di giochi di parole
funambolici.
Quei giochi di parole usati anche nelle sue
apparizioni televisive in qualità di showman o di opinionista, ove,
presentandosi sempre completamente ubriaco (esattamente come Kerouac
nelle sue celebri interviste), e pieno di spirito (non solo
alcolico), ribaltava ogni canone mediatico, lasciando di stucco la
presentatrice o il presentatore di turno che, rimasto senza parole,
non poteva che arrendersi al genio e alla sregolatezza di questo
artista dei nostri tempi.
Pinketts era, come il suo personaggio letterario
Lazzaro, un antieroe. Un “cattivo ragazzo”, ma sempre dalla parte
dei più deboli e sempre dalla parte dei “buoni” contro i
“cattivi”, fossero costoro corrotti, stupratori, stalker, balordi
che si divertivano a dar fuoco ai barboni. Andrea Pinketts
interveniva sempre, in prima persona, con il suo metro e novanta di
stazza e le sue capacità di “persuasione”.
Andrea Pinketts, ovvero Lazzaro Santandrea, il suo
alter ego nei romanzi, in realtà non se ne è mai andato. L'ultimo
romanzo che lo vede protagonista, ovvero “La capanna dello zio
Rom”, lascia – forse non per caso - un finale aperto.
Lazzaro Santandrea è qui con noi e non gli diremo
mai addio.
Luca Bagatin, blogger, saggista e scrittore
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