Nonostante l'emergenza
sanitaria, le sanzioni USA e dei suoi alleati (compresa l'UE) a Paesi
quali Cuba (i cui medici stanno peraltro aiutando Paesi europei quali
Italia e Francia), il Venezuela, la Siria, lo Zimbebwe e l'Iran,
proseguono indisturbate.
Su questo sono di recente
intervenuti autorevoli personalità del mondo accademico statunitense
(fra i quali Noam Chomsky), nonché
esponenti di associazioni per la pace e i diritti civili, attraverso
una lettera aperta al governo degli Stati Uniti d'America e al
Segretario Generale delle Nazioni Unite.
La lettera è
la seguente, con tanto di firme complete in calce:
Cari amici di pace, giustizia e diritti umani nel mondo,
La diffusione globale di COVID-19 ha messo in luce la pratica illegale e immorale di imporre misure coercitive unilaterali (sanzioni economiche) da parte del governo degli Stati Uniti contro più di trenta nazioni. La guerra economica contro quelle nazioni aveva già provocato inimmaginabili sofferenze della gente nelle nazioni bersaglio anche prima della pandemia di COVID-19.
Con la devastazione della pandemia globale, i Paesi presi di mira - in particolare Venezuela, Cuba, Iran, Siria e Zimbabwe - trovano proibizionalmente difficile proteggere e salvare la vita dei loro cittadini di fronte all'attuale emergenza globale. Queste sanzioni costituiscono crimini contro l'umanità.
Invece di aiutare questi Paesi a combattere gli effetti devastanti della pandemia COVID-19, il governo degli Stati Uniti sta ora usando la distrazione pubblica causata dalla pandemia per intensificare le sue azioni militari contro le nazioni colpite. Sta aumentando le sue minacce contro l'Iran e la Siria impegnandosi nuovamente in un silenzioso accumulo delle sue forze militari in Iraq, e ha inviato le sue navi da guerra navali sulle coste del Venezuela, chiedendo la resa totale del governo venezuelano negli Stati Uniti.
Solo un'ondata globale di protesta popolare può fermare queste politiche e azioni anti-umane.
Si prega di utilizzare il link fornito di seguito per firmare la lettera aperta al governo degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, indirizzata al presidente degli Stati Uniti e al segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo che tutte le sanzioni statunitensi e delle Nazioni Unite contro le nazioni designate essere revocato, e tutte le minacce e le azioni militari statunitensi contro di loro saranno immediatamente fermate.
Abbiamo a che fare con un'emergenza globale e dobbiamo agire rapidamente.
Le sanzioni uccidono !
Tim Anderson, Centre for Counter Hegemonic Studies
Cari amici di pace, giustizia e diritti umani nel mondo,
La diffusione globale di COVID-19 ha messo in luce la pratica illegale e immorale di imporre misure coercitive unilaterali (sanzioni economiche) da parte del governo degli Stati Uniti contro più di trenta nazioni. La guerra economica contro quelle nazioni aveva già provocato inimmaginabili sofferenze della gente nelle nazioni bersaglio anche prima della pandemia di COVID-19.
Con la devastazione della pandemia globale, i Paesi presi di mira - in particolare Venezuela, Cuba, Iran, Siria e Zimbabwe - trovano proibizionalmente difficile proteggere e salvare la vita dei loro cittadini di fronte all'attuale emergenza globale. Queste sanzioni costituiscono crimini contro l'umanità.
Invece di aiutare questi Paesi a combattere gli effetti devastanti della pandemia COVID-19, il governo degli Stati Uniti sta ora usando la distrazione pubblica causata dalla pandemia per intensificare le sue azioni militari contro le nazioni colpite. Sta aumentando le sue minacce contro l'Iran e la Siria impegnandosi nuovamente in un silenzioso accumulo delle sue forze militari in Iraq, e ha inviato le sue navi da guerra navali sulle coste del Venezuela, chiedendo la resa totale del governo venezuelano negli Stati Uniti.
Solo un'ondata globale di protesta popolare può fermare queste politiche e azioni anti-umane.
Si prega di utilizzare il link fornito di seguito per firmare la lettera aperta al governo degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, indirizzata al presidente degli Stati Uniti e al segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo che tutte le sanzioni statunitensi e delle Nazioni Unite contro le nazioni designate essere revocato, e tutte le minacce e le azioni militari statunitensi contro di loro saranno immediatamente fermate.
Abbiamo a che fare con un'emergenza globale e dobbiamo agire rapidamente.
Le sanzioni uccidono !
Tim Anderson, Centre for Counter Hegemonic Studies
Noam
Chomsky, Professor Emeritus, MIT; Professor, U. of Arizona
Gerald
Horne, Historian, University of Houston, Texas
Vijay
Prashad, Tricontinental Institute for Social Research
Cornel West,
Harvard University
Iraklis
Tsavdaridis, World Peace Council
Bahman Azad,
U.S. Peace Council
Ajamu
Baraka, Black Alliance for Peace
Medea
Benjamin, CODEPINK
Jackie
Cabasso, United for Peace and Justice
Nathaniel
Chase, International Action Center
Omowale
Clay, December 12th Movement
Gerry
Condon, Veterans for Peace
Darien De
Lu, Women’s International League for Peace and Freedom — US
Section
Sara
Flounders, International Action Center
Miguel
Figueroa, Canadian Peace Congress
Margaret
Flowers, Popular Resistance
Bruce
Gagnon, Global Network Against Weapons & Nuclear Power in Space
Roger
Harris, Task Force on the Americas
Chuck
Kaufman, Alliance for Global Justice
Margaret
Kimberley, Black Agenda Report
Joe
Lombardo, United National Antiwar Coalition
Alfred
Marder, U.S. Peace Council
Makasi
Motema, People’s Power Assemblies NYC
Teri
Mattson, CODEPINK
Nancy Price,
Alliance for Democracy (US)
Cindy
Sheehan, March on the Pentagon
David
Swanson, World BEYOND War
Emily
Thomas, IFCO Pastors for Peace
Gail Walker,
IFCO: Pastors for Peace
Yasemin
Zahra, US Labor Against the War
Kevin Zeese,
Popular Resistance.
Sulla
medesima questione, alla fine del mese scorso, il Presidente
socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, aveva redatto un appello
indirizzato ai Popoli del mondo.
Il
Presidente Maduro, nel suo appello, denuncia in particolare “i
gravi fatti che si stanno commettendo contro la Pace e la stabilità
del Venezuela, proprio nel momento in cui la preoccupazione degli
Stati e dei Governi dovrebbe essere focalizzata alla protezione della
vita e della salute dei propri cittadini, in seguito all’espandersi
della pandemia del Covid-19”. Facendo
in particolare riferimento al fatto che “lo
scorso 26 di marzo il Governo degli Stati Uniti ha annunciato
un’azione gravissima nei confronti di un gruppo di alti funzionari
dello Stato venezuelano, includendo la mia persona in qualità di
Presidente Costituzionale della Repubblica Bolivariana del
Venezuela”.
Riferendosi con ciò all'accusa infondata, da parte del governo USA,
di narcotraffico e terrorismo da parte del governo venezuelano.
Maduro,
in tal senso, prosegue: “Giusto
il giorno precedente, il 25 di marzo, la Repubblica Bolivariana del
Venezuela ha denunciato all’opinione pubblica nazionale ed
internazionale, l’organizzazione in territorio colombiano di
un’operazione che aveva l’obiettivo di assassinare il Presidente
della Repubblica, i suoi famigliari e alti funzionari dello Stato;
così come quello di attaccare obiettivi civili e militari nel nostro
Paese; indicando il signor Clìver Alcalà, un generale in pensione
delle forze armate venezuelane, come capo militare di questa
operazione. Detta denuncia è stata fatta con piena responsabilità,
dopo che il 24 marzo è venuto alla luce che nel nord della Colombia,
nei pressi del confine venezuelano, la polizia colombiana ha eseguito
il sequestro di un lotto di armi da guerra che erano ubicate
all’interno di un veicolo civile. Le indagini hanno rivelato che si
trattava di un sofisticato arsenale destinato ad un gruppo formato da
ex militari venezuelani e da paramilitari colombiani, che si
addestrano in campi ubicati nel territorio della Colombia. Il 26 di
marzo, il suddetto Clìver Alcalà, dalla sua residenza nella città
di Barranquilla in Colombia, ha rilasciato una dichiarazione ad una
radio colombiana in cui confermava la sua partecipazione ai fatti
denunciati, confessando di essere il leader militare dell’operazione
e rivelando che le armi sono state acquisite su ordine del signor
Juan Guaidò, deputato nazionale, che si fa definire Presidente ad
interim del Venezuela e che agisce nel Paese come emissario di
Washington. Ha anche confermato che l’armamento serviva per
realizzare un’operazione militare per assassinare alte personalità
dello Stato e del Governo venezuelano con il fine di indurre ad un
colpo di stato in Venezuela. Il signor Alcalà ha chiarito che le
armi sono state acquisite attraverso un contratto firmato da lui, dal
signor Juan Guidò, da consulenti statunitensi e dal signor Juan Josè
Rendòn, consigliere politico del Presidente colombiano Ivàn Duque e
che è stato realizzato con la compiacenza delle autorità del
Governo colombiano. Prima di questa confessione, l’insolita
risposta del Governo statunitense è stata la pubblicazione delle
accuse menzionate all’inizio di questa lettera, con la stravagante
inclusione del nome del signor Alcalà, come se facesse parte delle
autorità del Venezuela e non invece un mercenario a contratto dagli
Stati Uniti per portare a termine un’operazione terroristica contro
il Governo venezuelano. Per dimostrare questa affermazione non ho
bisogno di altre prove, se non menzionare la supposta cattura del
signor Alcalà da parte delle forze di sicurezza colombiane e la sua
immediata consegna alle autorità della DEA statunitense, in un
curioso atto nel quale il “reo confesso”, senza manette salutava
stringendo le mani dei suoi “aguzzini”, giusto ai piedi della
scaletta dell’aereo che lo avrebbe portato negli Stati Uniti con un
volo speciale VIP. In realtà ciò dimostra che tutta questa
montatura altro non è che il riscatto di colui che viene considerato
un agente al servizio degli Stati Uniti. Va sottolineato che la
fallita operazione armata è stata originariamente preparata per
essere effettuata alla fine di marzo, mentre tutto il Venezuela sta
combattendo contro la pandemia del Covid-19. Questa è giustamente la
principale battaglia che attualmente preoccupa l’umanità. Una
battaglia che la nostra Nazione sta conducendo con esito positivo,
riuscendo a fermare la curva del contagio con un basso numero di casi
positivi e di decessi, avendo rafforzato la prevenzione sanitaria e
mantenendo la popolazione in uno stato di quarantena di massa”.
Egli
fa dunque presente che: “Il
Governo degli Stati Uniti, invece di focalizzarsi sulle politiche di
cooperazione mondiale in materia di salute durante la pandemia, sta
inasprendo le misure coercitive unilaterali e sta rigettando le
richieste della Comunità Internazionale che chiede la revoca o una
maggiore flessibilità delle sanzioni illegali che impediscono al
Venezuela di aver accesso a medicinali, equipaggiamenti medici ed
alimenti. Allo stesso tempo il Governo degli USA sta impedendo che si
possano effettuare voli umanitari dagli Stati Uniti al Venezuela, per
poter rimpatriare centinaia di Venezuelani intrappolati nella crisi
economica e sanitaria che sta vivendo il Paese del Nord.”
E
facendo appello alla Carta delle Nazioni Unite ha dichiarato:
“Dobbiamo tutti attaccarci ai
principi della Carta delle Nazioni Unite, come quelli del diritto
all’autodeterminazione, alla sovranità, alla Pace e all’
indipendenza dei Popoli, per evitare che l’unilateralismo smisurato
ci porti al caos internazionale” (…)
“Nessuna aggressione imperialista, per feroce che sia, devierà il
cammino sovrano e indipendente che abbiamo forgiato da 200 anni, come
non rifuggiremo dall’obbligo sacro di preservare la vita e la
salute del nostro Popolo di fronte alla spaventosa pandemia mondiale
del Covid-19”.
Esprimento
poi solidarietà a tutti i popoli del mondo che stanno affrontando
questa terribile emergenza sanitaria, il Presidente Maduro conclude
denunciando i modelli politici e economici fondati sull'egoismo: “I
modelli politici ed economici che sostengono l’egoismo e
l’individualismo hanno dimostrato il loro totale fallimento
nell’affrontare questa situazione. Avanziamo con fermezza verso un
nuovo Mondo di giustizia e uguaglianza sociale, dove la felicità e
la pienezza dell’essere umano siano al centro delle nostre azioni.
Ringrazio per la solidarietà permanente che avete espresso verso il
mio Paese e il mio Popolo, denunciando il blocco criminale di cui noi
siamo oggetto, tanto quanto lo sono molte altre Nazioni. Ne
approfitto per reiterarvi il mio rispetto, il mio affetto e ad
invitarvi affinché continuiamo ad arare uniti un futuro di speranza
e dignità”.
Proprio in questi giorni, il governo venezuelano, attraverso colloqui
telefonici con il Presidente cinese Xi Jinping e quello iraniano
Rohani, ha ricevuto ulteriori attestati di cooperazione e di
rafforzamento dei rapporti, anche nella lotta al Coronavirus.
Luca Bagatin
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