Pensavamo che,
l'emergenza sanitaria, fosse e fosse stata utile – quantomeno,
nella sua tragicità - ad aprire le coscienze.
A far comprendere che non
era e non è più possibile proseguire nella strada dell'austerità,
dei tagli alla sanità, dei tagli ai servizi pubblici, dell'aumento
delle imposte ai poveri cristi e nelle politiche della “crescita”
economica, che non è affatto illimitata, che genera spirali
incontrollate, inquinamento ambientale ed è pagata unicamente dalle
fasce povere della popolazione, a vantaggio di quelle ricche e in
grado di investire i loro danari nelle speculazioni
economico-finanziarie.
Pensavamo, quindi, che il
sistema liberal capitalista sul quale è fondata l'Unione Europea,
dovesse necessariamente essere sovvertito. In favore di una economia
della decrescita, dello scambio equo, dei finanziamenti massicci a
sanità, ricerca, istruzione e sulla redistribuzione delle risorse.
In realtà, all'indomani
della fine del lockdown, come se nulla fosse successo, come se i
morti e i contagiati non ci fossero mai stati, non si è affatto
discusso di tutto ciò.
L'UE e i Paesi membri
hanno discusso unicamente di come fare in modo che, i rispettivi
popoli, potessero ancora essere più imbrigliati e indebitati.
Attraverso i vari MES e i vari Recovery fund. Che non sono soldi
stampati e dati gratis (vista l'eccezionalità dell'emergenza),
purtroppo, o buoni senza alcuna condizionalità, ma richieste di
nuove garanzie che i cittadini di ogni singolo Paese europeo dovranno
rispettare. Senza essere minimamente stati interpellati !
Tali garanzie richieste
ai cittadini, potrebbero tradursi, prossimamente, in nuove tasse che
andranno a colpire le fasce più deboli. Già si parla di
reintroduzione dell'IMU sulla prima casa; di prelievi forzosi sui
conti correnti (ovvero sui risparmi) e, non improbabile, di un nuovo
aumento dell'IVA. Misure raccomandate dall'UE e fortemente
anti-sociali, tali da poter aggravare ulteriormente una situazione
già molto difficile per i cittadini.
C'è da chiedersi quali
siano stati, in tutti questi anni, i vantaggi dell'esistenza
dell'Unione Europea per i cittadini che, formalmente, la compongono.
Una entità non eletta da nessuno, che ha unicamente funzioni
economicistiche e politiche. Che decide ingiuste sanzioni a Paesi
sovrani, laici democratici e socialisti come il Venezuela e la Siria,
specie in un periodo di emergenza sanitaria. Che vorrebbe imporre
misure economiche ai singoli Stati che la compongono, esattamente
come in tutti questi anni ha fatto il Fondo Monetario Internazionale
(FMI) con la gran parte dei Paesi del Terzo Mondo.
Fondo Monetario
Internazionale già guidato nel recente passato da Christine Lagarde,
oggi alla guida della Banca Centrale Europea.
Tali politiche definite
“europeiste” sono politiche liberal-capitaliste a tutto vantaggio
dei ricchi investitori, del sistema bancario e delle multinazionali.
Politiche peraltro non diverse da quelle imposte finanche da Putin in
Russia (che, non a caso, ha aumentato l'età pensionabile e l'IVA e
distrutto, negli anni, le conquiste sociali sovietiche dei decenni
precedenti). Le medesime che il FMI impone agli Stati e che non
accetta governi né misure socialiste.
Governi socialisti e
laici che, oggi come ieri, venivano e vengono contrastati dal FMI
proprio perché si sono liberati o hanno tentato di liberarsi dalle
nefaste politiche di indebitamento e di conseguente austerità da
esso imposte. Pensiamo al Cile di Allende, alla Libia di Gheddafi, al
Burkina Faso di Sankara, alla Romania di Ceausescu, all'Argentina di
Peron e dei Kirchner, alla Bolivia di Morales, al Venezuela di Chavez
e Maduro e così via.
L'ultimo socialista italiano e europeo degno di questo nome, Bettino
Craxi, non a caso, nei suoi scritti e discorsi ha sempre lanciato
moniti in tal senso. Craxi disse: “Si presenta l’Europa come
una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre…
L’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, per noi nella migliore
delle ipotesi sarà un limbo. Nella peggiore delle ipotesi l’Europa
sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta
facendo. Perché la cosa più ragionevole di tutte era quello di
richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché
se l’Italia ha bisogno dell’Europa l’Europa ha bisogno
dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di
Maastricht”. E disse anche: “Dietro la longa manus della
cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi
imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente
finanziaria e militare”.
Sappiamo bene la fine
ignominiosa che fu fatta fare a Craxi. La stessa fine che fecero fare
a molti socialisti autentici e originari come lui.
Chi si indebita rinuncia
alla sua sovranità personale e nazionale. Lo fanno gli Stati con i
prestiti e lo fanno le persone con i mutui. Mai vivere al di sopra
delle proprie possibilità ! Sempre cercare di vivere con lo stretto
necessario, con rettitudine e onestà.
Occorre un cambio
radicale di mentalità. Un cambio di forma sociale, economica e
politica.
Un cambio fondato sullo
scambio equo e sulla ridistribuzione equa delle risorse. Affinché
nessuno sia lasciato indietro e tutti abbiano il necessario per
vivere dignitosamente. Né più, né meno.
Una forma sociale fondata
sulla fratellanza e sul rispetto fra le genti e i popoli. Non sulla
concorrenza, sulla slealtà, sulla prevaricazione, sull'arricchimento
dei pochi a scapito dei molti.
Luca Bagatin
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