Prima previste per
maggio, sono successivamente state rinviate – dal Tribunale
Elettorale della Bolivia - al 6 settembre. Con la scusa
dell'emergenza sanitaria, sono state ulteriormente rinviate ad
ottobre.
Ennesimo tentativo
dell'autoproclamato governo guidato dalla liberale e fondamentalista
religiosa Jeanine Anez, per prendere tempo. La Anez, infatti, non è
stata eletta alla Presidenza. Si è semplicemente autoproclamata
tale, lo scorso autunno, dopo aver costretto alle dimissioni e
all'esilio all'estero – con l'appoggio delle forze armate - il
Presidente socialsita Evo Morales.
La Anez, evidentemente,
teme i sondaggi, che danno il candidato socialista (sostenuto da
Morales) – Luis Arce – al 41,9% (ai primi di luglio era al 33%).
La Anez, secondo i
sondaggi, sarebbe invece in coda con il 13,3% (ai primi di luglio era
al 16%) dei voti, preceduta da Carlos Mesa, candidato di
centrosinistra (anti-socialista), con il 26,8% (che ai primi di
luglio si attestava al 18%).
Luis Arce, economista e
già Ministro di Evo Morales, preoccupato dal precipitare
dell'economia boliviana, a causa delle nefaste scelte dell'illegittimo
governo liberale e dell'emergenza sanitaria, nei giorni scorsi ha
proposto un piano di rilancio generale. A partire dalle micro e
piccole imprese, dall'agricoltura, dal turismo domestico, oltre che
misure per spingere la domanda interna.
Arce ha così dichiarato,
in una intervista alla Radio Panamericana: “Nell'immediato
abbiamo fondamentalmente il settore manifatturiero, il settore
agricolo, l'intero settore turistico interno per generare movimento
economico e all'interno del settore manifatturiero, naturalmente,
l'attore più importante che deve svolgere un ruolo fondamentale sono
le micro e piccole imprese”.
Oltre a ciò, Arce,
prevede di rilanciare il settore della fabbricazione di cemento,
della produzione di elergia elettrica da esportare; oltre che lo
sviluppo di biocarburi, che vadano in sostituzione dell'importazione
di deasel e benzina.
Arce ha altresì
ricordato come il piano che il governo socialista di Morales aveva
iniziato ad applicare dal 2006 in avanti, stava dando ottimi
risultati.
Ricordiamo che la
Bolivia, con Morales, fra le altre cose, raggiunse una crescita del
5% annuo; ebbe un surplus fiscale; accumulò 15,5 miliardi di dollari
in riserve internazionali; fece uscire dalla povertà mezzo milione
di persone; garantì sussidi per bambini ed anziani.
Tutte conquiste distrutte
dall'illegittimo governo liberale della Anez, che ha aperto la strada
al ritorno nel Paese del Fondo Monetario Internazionale, con le sue
politiche di deregolamentazione, di privatizzazione selvaggia, di
austerità e di indebitamento.
La stessa nefasta strada
intrapresa dall'Ecuador del neoliberale Lenin Moreno; del liberale
cileno Pinera; del liberale Bolsonaro e dell'ex Presidente liberale
dell'Argentina Macri.
Se le elezioni autunnali
non dovessero essere vinte da Arce, per la Bolivia, il futuro potrebbe
essere seriamente compromesso.
Luca Bagatin
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