Dal 3 agosto, in Bolivia,
sono iniziati blocchi stradali (che, ad ogni modo, hanno sempre
permesso il passaggio di ambulanze e mezzi di soccorso), nell'ambito
di uno sciopero nazionale indetto ad oltranza.
Il governo illegittimo,
presieduto dalla liberale Jeanine Anez, ha autorizzato le Forze
Armate e dell'ordine – con un decreto del 6 agosto - a reprimere i
manifestanti.
La ragione dello
sciopero, oltre a quella di pretendere una data certa per lo
svolgimento delle elezioni senza più ulteriori rinvii, anche la
richiesta di maggiore assistenza sanitaria e di sostegno ai settori
dell'istruzione e del lavoro, particolarmente penalizzati dopo
l'avvento al governo boliviano della Anez, la quale ha, con il
sostegno dell'esercito, costretto il Presidente rieletto Evo Morales
a chiedere asilo politico all'estero.
Recentemente, la data per
le elezioni presidenziali, era stata rinviata - dal Tribunale Supremo
Elettorale (T.S.E.) – al 18 ottobre (inizialmente era prevista per
il 6 settembre). Così, il maggiore sindacato boliviano, il C.O.B.,
ha indetto lo sciopero, pretendendo che la data fosse anticipata al 6
settembre, come già da tempo previsto.
Il 5 agosto scorso, il
tentativo di negoziato fra il sindacato e il Tribunale Supremo
Elettorale è ad ogni modo fallito.
Il Segretario esecutivo
del C.O.B., Juan Carlos Huarachi, ha così dichiarato: “Non c’è
volontà politica da parte del T.S.E., (…). Abbiamo partecipato per
la seconda volta, non vogliono spostare la data del 18 ottobre (…)
Questo è prendersi gioco del popolo boliviano. D’ora in poi il
T.S.E sarà responsabile di tutto ciò che accade nel Paese. Abbiamo
fatto una proposta, né il 18 ottobre né il 6 settembre, ma una data
con garanzie da parte delle organizzazioni internazionali e della
Chiesa e non c'è, ad oggi, alcuna volontà di stabilirla”.
Lo
stesso giorno del fallito negoziato, la Presidente Anez ha nominato,
quale nuovo Ministro della Pianificazione, Branco Marinkovic,
proprietario terriero croato e, si dice, simpatizzante del fascismo
Ustascia e suprematista bianco, oltre che, in passato, avversario di
Evo Morales, tentando di organizzare - contro di lui - un colpo di
Stato nel 2008.
La
nomina di Marinkovic ha suscitato ulteriore indignazione nel Paese.
L'ex
Presidente socialista Morales, intanto, nel suo esilio in Argentina,
su Twitter ha scritto un drammatico messaggio, il 7 agosto scorso:
“Un nuovo colpo di stato è in atto in #Bolivia, il cui
piano è nelle mani dei generali Ortiz e Orellana. Stanno cercando di
istituire un governo di civili e militari. A tal fine, due aerei con
armi provenienti dagli Stati Uniti sono arrivati e i cecchini sono
stati spostati a El Alto e al Chapare”.
Il candidato del partito
socialista di Morales, il MAS, ovvero l'economista Luis Arce, risulta
sempre il favorito nei sondaggi con circa il 42% dei consensi.
Sempre che, in Bolivia,
si potrà, in un prossimo futuro, ancora votare.
Luca Bagatin
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