Non si fermano gli arresti di dirigenti e deputati comunisti in Russia.
E' il caso, questa volta, del deputato della Duma regionale di Tyumen, Yuri Yukhnevich, classe 1980, peraltro Primo Segretario del Partito Comunista della Federazione russa della sua regione.
Condannato e arrestato, il 3 marzo scorso, con l'accusa di diffondere materiale estremista, per aver pubblicato sulla sua pagina socialv- su VK (il noto social russo) - un video intitolato “Ricordati dei truffatori e ladri del 2002”, che punta il dito contro il partito di governo “Russia Unita”.
Il video, postato il 5 settembre 2020, è stato notato dalle autorità governative solo recentemente e ha portato all'arresto del deputato da parte della polizia regionale, che ha invocato l'articolo 20.29 del codice amministrativo della Federazione Russa.
Tale articolo esclude la possibilità di partecipare alle elezioni per un anno, dopo l'entrata in vigore della decisione del tribunale.
Come immediatamente denunciato dai dirigenti nazionali del Partito Comunista della Federazione Russa, si è trattato dell'ennesimo tentativo di ostacolare la campagna elettorale dei comunisti, visto che le prossime elezioni legislative si terranno il 19 settembre prossimo e il partito di governo non gode più da tempo di grande consenso popolare, in particolare dopo la riforma pensionistica e altre misure in sfavore delle classi meno abbienti.
In Russia, da tempo, anche nel silenzio della gran parte dei media Occidentali, che si limitano a citare il caso di Aleksej Navalny (che è solo uno dei tanti leader di opposizione, peraltro in Russia molto minoritario), le autorità tendono a mettere i bastoni fra le ruote agli oppositori, con arresti e inciminazioni (solitamente con accuse di “estremismo” o di “partecipazione a manifestazioni non autorizzate”).
Sia a quelli rappresentati alla Duma, il Parlamento russo, ovvero i comunisti di Gennady Zjuganov - principale partito di opposizione - che ai nazionalbolscevichi de “L'Altra Russia di Eduard Limonov” che, quest'anno, dopo il congresso del 24 aprile prossimo, intendono avviare la procedura per la registrazione del partito nelle liste elettorali, sempre che – almeno questa volta – il loro partito sia accettato dalle autorità governative.
Alle elezioni di settembre, il partito governativo liberal conservatore di Putin, “Russia Unita”, dovrà vedersela in particolare i comunisti di Zjuganov; i liberaldemocratici nazionalisti di Zhirinovskj; la coalizione di sinistra patriottica composta dai socialidemocratici di “Russia Giusta”, dai “Patrioti Russi” e da “Per la Verità”; i nazionalbolscevichi di Limonov (che ultimamente stanno collaborando in varie iniziative con i “Comunisti di Russia” di Maxim Suraykin); i nazionalisti di “Rodina” e i liberali di “Piattaforma Civica”).
Luca Bagatin
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