"Ritengo che i ricchi siano il maggiore ostacolo a una società egualitaria, sana e onesta moralmente e intellettualmente.
I ricchi sottraggono risorse alla comunità e veicolano innovazione e modernità. Ovvero corruzione della società, sfruttamento dei corpi, delle menti e delle anime.
Il ricco dovrebbe estinguersi ed essere rieducato, attraverso un percorso di elevazione morale, intellettuale e spirituale"
(Luca Bagatin)
"Come ogni 14 luglio, vorrei ricordare la controrivoluzione vandeana.
Non sono né cristiano né cattolico (anzi), né un tradizionalista, ma la resistenza della Vandea merita di essere ricordata.
La resistenza di poveri contadini che rifiutavano di scendere a compromessi con i borghesi liberali "rivoluzionari", dal 1793, al 1796.
La lotta dei poveri contro la modernità borghese e liberale merita SEMPRE rispetto.
In Francia sarei stato dalla loro parte.
Dalla parte dei monarchici, degli antimoderni, dei contadini, CONTRO la feccia borghese e pseudo rivoluzionaria.
Le uniche rivoluzioni popolari furono la Comune di Parigi del 1871 e le Rivoluzioni russe del 1905 e del 1917.
Non la Rivoluzione francese, ovvero non la rivoluzione borghese e bottegaia, portatrice di una modernità che ha distrutto ogni valore, mettendo tutto in vendita"
(Luca Bagatin)
"In nessun caso i tradizionalisti e i conservatori possono essere
dalla parte della borghesia, poiché questa è ovviamente una
patologia sociale, la portatrice di decentralizzazione, invidia, bugie e cattiveria.
(Aleksandr Dugin)
Il
capitalismo è rappresentato dalla figura dell'imprenditore, ovvero una
persona che gestisce i suoi interessi egoistici, che lotta per il
proprio privato, cercando di espandere il proprio indvidualismo, che è
sempre opposto all'interesse altrui.
Pertanto, tutta la nostra storia si basa non solo sull'odio per il
capitalismo, ma su un profondo disaccordo con l'etica capitalista"(Aleksandr Dugin)
“Non c'è libertà individuale in una società che non è
globalmente libera.
La retorica dei diritti maschera nuove forme di
alienazione umana. E' forse a partire da questa constatazione che
bisogna analizzare il tragico fallimento del progetto di
emancipazione dell'Illuminismo: l'avvento di una società di
sorveglianza totale, dove si proclamano i diritti di tutti, ma dove
il sociale è sempre più sottomesso all'implacabile logica del
capitale”
(Alain De Benoist)
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