Sulle pagine de "Il Gornale" di domenica 14 novembre scorso, è stata riportata, a cura di Andrea Lombardi, l'interessante nota introduttiva di Eduard Limonov - tradotta da Valeria Ferretti - al suo romanzo Le Grand Hospice Occidental, pubblicato in Francia nel 1993 e ripubblicato dall'editore francese Bartillat nel 2016.
Eduard Limonov, con grande lucidità, denuncia i regimi totalitari liberal capitalisti. I quali usano metodi "morbidi", da ospizio, per ingannare e manipolare le masse. E lo fanno attraverso il capitalismo e una società tecnologico-industriale fondata sul "benessere" che, per mezzo anche di uno Stato e di un sistema che "coccolano" gli individui, hanno ridotto e estirpato ogni possibile ricerca di libertà autentica e, dunque, di emancipazione sociale.
Ovvero ogni forma di libertà dalla schiavitù del salario, del lavoro, del capitale, della norma, delle convenzioni.
Eduard Limonov, in sostanza, denuncia il ciclo totalitario nasci-produci-consuma-crepa che ha disumanizzato, dall'avvento della Rivoluzione Industriale ad oggi, ogni Paese occidentale, liberale e capitalista.
Luca Bagatin
L'uomo ha rinunciato alla libertà per diventare un animale domestico "coccolato" dallo Stato.
di Eduard Limonov
I metodi morbidi di manipolazione delle masse sono nati ben
prima della fine dell'ultima guerra. Pur reprimendo le popolazioni degli
altri paesi, Hitler seduceva i suoi Germanici attraverso le lusinghe
della dottrina nazista. A partire dal 1924, incarcerato nella fortezza
di Landsberg, aveva disegnato un modello d'automobile popolare, la
Volkswagen, così come un progetto di casa ideale per il tedesco moderno:
cinque vani con bagno. Intendeva governare il suo popolo tramite una
violenza morbida.
Spaventata dalle manifestazioni del suo
stesso cannibalismo durante la Grande Guerra e più ancora la Seconda
guerra mondiale, l'umanità civilizzata si è affrancata dai regimi duri,
optando risolutamente per i regimi molli. (Due fattori essenziali hanno
ugualmente influito a tal proposito: le armi nucleari, che hanno
esercitato un'influenza dissuasiva sull'aggressività, e l'innovazione
tecnologica, che ha permesso di saziare l'appetito delle masse). Se la
violenza dura consiste essenzialmente nel reprimere fisicamente
l'individuo, al contrario la violenza morbida si basa sullo sfruttamento
delle sue debolezze. La prima tende a trasformare il mondo in una cella
di massima sicurezza, mentre la seconda mira a fare dell'uomo un
animale domestico.
Insomma, un regime morbido fa a meno di
divise nere, manganelli e tortura. Attinge dal suo arsenale: il falso
progetto del benessere materiale, il timore della disoccupazione e della
crisi, il timore e la vergogna di essere più povero e quindi meno buono
del vicino e, infine, la pigrizia. L'inerzia è tipica dell'uomo allo
stesso modo dell'energia. I suicidi di disoccupati forniscono un esempio
della forte presa della violenza morbida, del grado di pressione
psicologica subita, del canto delle sirene della prosperità a cui sono
sottomessi i cittadini delle zone civilizzate del pianeta.
Gli
schermi televisivi, del computer e dei Videotel hanno luminescenze
seducenti e gradevoli nelle vetrine della civiltà attuale. Il pubblico è
obnubilato dalla bulimia di informazioni, e dalla superpotenza dei
motori delle macchine nell'euforia di una follia collettiva. Il ritratto
di Big Brother appeso al muro farebbe una ben pallida figura a
confronto dei processi sempre più pervasivi della pubblicità. Sbalordito
dalle manipolazioni dei TASSI sotto il rullo dei tamburi della
STATISTICA (la civiltà dà grande preferenza all'aritmetica molto
relativa delle percentuali, che il pubblico non ha mai il tempo di
analizzare), immerso nel brusio di una musica pop sempre meno buona da
quando è diventata un must (la musica che si oppone ormai al pensiero),
l'abitante civilizzato delle prospere contrade industrializzate compie
la sua corsa accelerata dalla nascita al pensionamento. E si compiace
tutto felice che quel tenore di vita materiale straordinariamente
elevato venga raggiunto in Europa, negli Stati Uniti, in Australia e in
alcune enclave, essenzialmente bianche, del pianeta, come Israele e il
Sud Africa.
Protetto e vivendo a credito (spesso alle spese
dei paesi sottosviluppati che disprezza), l'uomo civilizzato ha una
paura incredibile della disoccupazione, in realtà di una vita fatta di
libertà. Ecco perché giura quotidianamente fedeltà allo stato tutelare,
avendo perduto (rinunciandoci volontariamente!) i privilegi essenziali
dell'uomo, quelli che gli sono propri in quanto specie biologica:
l'indipendenza e il libero arbitrio.
La sua docilità viene
ricompensata da surrogati. I suoi sogni di viaggio si realizzano nel
turismo organizzato, e può placare la sua sete di avventura accendendo
la tv o comprando un biglietto del cinema. I gialli (libri o tele) con
le loro sempiterne sparatorie sono un sostituto alla dose indispensabile
all'essere umano di lotta per la sopravvivenza. Avendo perduto
l'abitudine a difendersi, l'uomo civilizzato ha una preoccupazione
paranoica della sua sicurezza. Ma qualsiasi tentativo da parte sua per
garantire la propria sicurezza, non solo non è il benvenuto, ma finisce
subito sotto la scure della legge. In una società civilizzata sottomessa
a un regime morbido, la sicurezza dei cittadini è una faccenda
esclusiva della polizia.
Sotto un regime morbido (ed è ciò che
lo distingue fondamentalmente da un regime duro), la maggioranza
impaurita non è repressa da un Partito unico, da una banda di
malviventi. Ognuno vi partecipa in un modo o nell'altro. Tale è il
carattere delle relazioni tra individui. Ma il regime morbido è più
clemente verso parecchi di loro.
Affinché le masse domestiche
non dimentichino che vivono nella migliore delle società possibili,
vengono mostrati loro con grande gusto bambini africani malnutriti e
ricoperti di mosche. Oppure gli scheletri di Auschwitz La morale è la
seguente: è inutile architettare un'altra società. Vedi a cosa portano
simili tentativi. Quello che ha portato il marxismo in Etiopia, e anche
il Nazismo.
E le masse, terrorizzate, restano mute. Ipnotizzate dalla
pubblicità dei formaggi, dei vini e dei detersivi. Gli si propone di
comprare un rotolo di carta igienica super soffice, di vestirsi non più
di nero, ma con tessuti dai colori accesi. Alla matematizzazione e alla
sonorizzazione forzata della vita, bisogna aggiungere la sua
infantilizzazione non meno forzata.
Tra tutti i crimini, il
più orribile, e per nulla amnistiabile, è il delitto contro se stessi:
lo spreco dell'unica vita di cui ognuno di noi dispone. Si ascoltano
stupidi rumori musicali, parcheggiamo la macchina, ci consegniamo a un
lavoro meno difficile che fastidioso, ed ecco che il nostro soggiorno su
questo basso mondo si conclude. La collettività, vale a dire il preteso
mondo civilizzato ha vinto producendo un'esistenza incolore, noiosa,
desolante, privata dei veri piaceri. L'esistenza degli animali
domestici.
Di fronte alla violenza di Big Brother, del vecchio regime
duro indossante stivali e sinistre divise nere, potevamo un bel giorno
sollevarci (e la storia mostra che questo prima o poi succederà). Ma
come ribellarsi contro le proprie debolezze?
In questo libro,
verrà dato poco spazio alla polizia. In quanto nei regimi dell'Ospizio,
che non sono polizieschi, ed è un punto su cui insisterò,
l'irreggimentazione è una prerogativa della pubblica amministrazione, la
polizia propriamente detta non essendo una forza autonoma. Possiamo
dire lo stesso degli intellettuali, relegati al secondo piano dalla
società mediatica. Gli intellettuali non costituiscono più una forza
autonoma, la funzione di produrre opinioni precostituite essendo
usurpata dai media. Oggi i pensatori non sono più dei Voltaire o dei
Sartre, ma dei PPDA (Patrick Poivre d'Arvor) e dei Bernard Pivot
(entrambi conduttori televisivi). La maggior parte degli intellettuali
ha trovato modo di riciclarsi nella sfera dell'entertainment. E gli
intellettuali si liberano scrupolosamente del loro compito. Formano oggi
un gruppo di ausiliari privilegiati e le loro pretese di possesso della
verità assoluta sono tanto grottesche quanto l'idea del loro carattere
intrinsecamente rivoluzionario.
Rispetto alla ramificazione
che prevale nel settore professionale, il comportamento sociale può
essere ricondotto a degli archetipi semplici. Ecco perché, nel libro,
utilizzo concetti come Popolo, Amministrazione, Malato ideale, Agitati,
Vittime e non le nozioni consacrate, in sociologia, di colletto blu,
colletto bianco, ecc. L'omologazione crescente dei modi di vita, dei
gusti, dei bisogni e dei prodotti consumati sfocia nella confusione di
gruppi che si differenziano per professione, età, potere d'acquisto,
ecc. all'interno di un insieme socio-psicologico unico: il POPOLO. Ho
rinunciato intenzionalmente al concetto di borghesia e utilizzo poco il
termine classe media, in quanto sappiamo bene che, ormai, la mentalità
comportamentale dell'operaio si distingue solo poco, se non per niente,
da quella del borghese.
Ho perfino dato poca importanza agli
avversari fittizi del sistema dell'Ospizio. I sindacati, il Partito
Comunista e i gruppi estremisti tipo Action directe non contestano
davvero i principi di civiltà dell'Ospizio: Prosperità e Progresso. Non
fanno obiezione che al sistema di ripartizione della ricchezza
nazionale, a cui si propongono di sostituire un sistema che pretendono
più giusto. In un certo senso, non esiste opposizione negli Ospizi. Gli
ecologisti e il Front National sono solo oppositori, rispettivamente, di
una sola sfaccettatura del loro pensiero.
La mia analisi è
vista dal mondo dell'Ospizio occidentale: dalla Francia, dove vivo, e
dagli Stati Uniti, dove ho vissuto sei anni. Dedico numerose pagine al
mondo dell'Ospizio dell'Est Europa e molte meno al mondo esterno
all'Ospizio, che copre i tre quarti del pianeta. Perché la civiltà
dell'Ospizio proviene dalla lotta dei due Blocchi contro il Nazismo, e
poi tra loro. In secondo luogo, perché la mia attenzione è proporzionale
all'interesse... sproporzionato dell'Occidente per i paesi dell'Est.
Noi siamo ossessionati dall'Est, ha riconosciuto post factum Edgar
Pisani, un alto funzionario di Stato. E, indica, le nostre relazioni con
il Sud sono molto più importanti per noi... In compenso, le nostre
relazioni con l'Est sono un problema non più strategico, ma
economico-culturale.
È stato sempre evidente che solo i
criteri economici quantitativi separano i due mondi (tanto è vero che la
cultura di Tolstoj, echov e Solgenitsin è anche quella di Stendhal,
Flaubert e Camus). Ci è voluto il narcisismo e la leggerezza
dell'Occidente, la necessità in cui si trovava di confrontarsi con il
Nemico assoluto, creato da zero, per impedirgli di riconoscere il suo
fratello gemello. Il Nemico assoluto è altamente necessario alla salute
interna dell'Occidente. Consente di mantenere i suoi cittadini in una
sottomissione timorosa, di incanalare l'odio e l'aggressività dal grembo
della società verso l'esterno. In mancanza del Nemico (o piuttosto
dell'idea di nemico, poiché uno scontro reale non è auspicato ed è
evitato), la civiltà dell'Ospizio non può essere sicura del suo
perpetuarsi in quanto essa si definisce negando, condannando moralmente
l'avversario.
Ho espresso, nel libro, riflessioni poco lodevoli sul
Popolo. Ebbene, prima o poi, qualcuno doveva dirlo. Da troppo tempo il
Popolo ha beneficiato di uno straordinario privilegio, pretendendosi una
vittima dei governi, mentre era in realtà il loro complice e
condivideva con loro i profitti. Gli Amministratori conoscono la vera
natura, profondamente ipocrita, del Popolo, ma preferiscono mantenere il
silenzio per salvaguardare il mito dei cattivi governi (opposti ai
Popoli invariabilmente buoni e innocenti). Questo per mantenere la
possibilità di sedurre il Popolo tramite un governo buono. Mi sembra che
elevarsi oggi contro la dittatura del Popolo sia un atto tanto nobile
quanto, duecento anni fa, insorgere contro l'Assolutismo.
Eduard Limonov
Vedi anche tutti gli articoli e saggi di Luca Bagatin su Eduard Limonov al seguente link: http://amoreeliberta.blogspot.com/search/label/eduard%20limonov
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