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domenica 20 febbraio 2022

Crisi Ucraina. Cina propone mediazione pacifica. Comunisti russi vogliono proteggere la popolazione del Donbass. Articolo di Luca Bagatin

Relativamente alla crisi Ucraina, è intervenuto – alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza - il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi.

Il Ministro ha fatto presente che la Cina vuole evitare ogni forma di conflitto in ucraina e ricerca “una soluzione pacifica che garantisca sicurezza e stabilità in Europa”, ricordando anche che “nessuno è al di sopra del diritto internazionale”.

L'Ucraina deve essere un ponte che unisce Est e Ovest e non una linea di fronte per una competizione tra diverse potenze”, ha fatto presente il Ministro degli Esteri cinese.

Pechino, dunque, intende svolgere “un ruolo costruttivo per la pace”.

Il Ministro Wang Yi ha proseguito, affermando che “anche le preoccupazioni della Russia devono essere rispettate” e, all'Europa ha fatto presente che, “Se ci sarà un allargamento dell'Alleanza Atlantica ci sarà davvero garanzia della pace?” E' una domanda che i nostri amici in Europa si devono porre seriamente”.

Perché le parti non possono sedersi ad un tavolo, condurre colloqui dettagliati ed elaborare un piano per mettere in atto le intese di Minsk?”, si chiede il Ministro Wang Yi.

E, lanciando un monito alle parti: “Questo è quello che si dovrebbe fare, invece di aumentare le tensioni e provocare il panico. Ora tutti i Paesi dovrebbero assumersi responsabilità ed impegnarsi per una soluzione pacifica”.

Il Ministro degli Esteri cinese, ha ricordato come “si è tornati ad una mentalità da Guerra fredda, ma è sbagliato riportare indietro le lancette della Storia. Per trasformare il mondo in un posto migliore, i Paesi devono lavorare insieme, in un clima fondato sulla cooperazione, non sulla competizione”.

E, facendo presenti le sofferenze patite dal mondo intero durante la pendemia, anche in termini economici, il Ministro Wang ha aggiunto: “Dopo la pandemia l'economia mondiale si sta riprendendo lentamente e, per avviarci verso un progresso sostenibule, ci appelliamo a tutti i Paesi per agire insieme”.

Sulla questione è intervenuto, su Facebook, anche il leader del Partito Comunista della Federazione Russa, Gennady Zjuganov, maggior partito di opposizione presente nel Parlamento russo e promotore della risoluzione, votata a maggioranza il 15 febbraio scorso, di riconoscimento delle Repubbliche popolari del Donbass.

Zjuganov ha scritto, fra le altre cose, che “Si intensificano i bombardamenti nei territori delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, costringendo la popolazione a una evacuazione di massa. Si sta alimentando una guerra dell'informazione contro la Russia da parte dell'Occidente e dei media ucraini filo-occidentali e nazionalisti. Tutto ciò è la prova dello stretto coordinamento delle provocazioni militari e dell'aggressione informativa”.

Zjuganov ha inoltre fatto presente che, tutto ciò, è orchestrato dal governo degli USA e che “Washington sta iniziando a risolvere i suoi problemi a spese dell'economia dei suoi alleati della NATO”.

Secondo Zjuganov, dunque, una guerra “al centro dell'Europa e sanzioni forzate contro la Russia”, porteranno ad una “caduta dell'attività economica nell'UE e ciò garantirà l'aumento della competitività degli Stati Uniti d'America”.

In tutto ciò, a nome dei comunisti russi, Zjuganov rilancia la posizione di proteggere i civili del Donbass e invita le autorità russe a riconoscere le Repubbliche popolari.

I comunisti russi, come riportato dai social, stanno peraltro inviando aiuti umanitari alla popolazione del Donbass.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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