Nelle scorse settimane, ben tre deputati del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), Mikhail Metveyev, Oleg Smolin e Vyacheslav Markhaev, hanno condannato l'attacco militare contro l'Ucraina.
“Penso che la guerra dovrebbe essere fermata immediatamente” - ha dichiarato il deputato comunista Matveyev. Aggiungendo che “Votando per il riconoscimento delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk, ho votato per la pace, non per la guerra. Affinché la Russia diventasse uno scudo, affinché nessuno bombardasse più il Donbass e non ci fossero più conflitti con Kiev”.
Il deputato Oleg Smolin ha dichiarato di essere rimasto “scioccato” al momento dell'attacco e rimane convinto che “la forza militare dovrebbe essere usata, in politica, solo come ultima risorsa”.
Anche il deputato comunista Markhaev ha condannato l'attacco militare russo all'Ucraina e ha dichiarato che il governo di Putin ha tenuto nascosti i suoi piani alla Duma, parlamento russo.
“Con mio grande sgomento, l'intera campagna per il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass è stata motivata da intenzioni e piani completamente diversi, che inizialmente erano tenuti nascosti. Ora, di conseguenza, abbiamo uno scontro militare su vasta scala e una guerra fra due Paesi”.
Il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass, infatti, voluta da sempre dall'opposizione di sinistra al governo liberal capitalista di Putin, doveva servire a proteggere i russi in quei territori e a evitare ogni conflitto. Cosa che il governo Putin evidentemente non ha voluto fare, prendendola a pretesto per scatenare un conflitto utile solo alle autocrazie.
I deputati comunisti condannano altresì le strategie dell'Occidente nel voler soffiare sul conflitto, imponendo sanzioni - che danneggiano solamente i popoli - e seguitando ad armare l'Ucraina.
E, proprio in Ucraina, il 7 marzo scorso, secondo quanto denunciato dalla Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY), organizzazione non governativa di sinistra, riconosciuta dall'ONU, sono stati arrestati gli attivisti dell'Unione della Gioventù Comunista Leninista dell'Ucraina, Mikhail e Aleksander Kononovich.
I due, contrari ad ogni conflitto, sono stati arrestati unicamente per aver partecipato a una manifestazione pacifica davanti all'Ambasciata degli USA a Kiev, chiedendo che gli USA fermassero il loro espansionismo militare in Europa.
Secondo quanto riferito dalla WFDY, i due sono stati picchiati più volte, ma sono ancora vivi.
Gli eurodeputati del Partito Comunista Greco (KKE), hanno presentato un'interrogazione all'alto rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri, Josip Borrell, per denunciare la detenzione dei due attivisti comunisti pacifisti e per esprimere la propria posizione sulla questione delle persecuzioni anticomuniste in Ucraina.
Il Partito Comunista, in Ucraina, è infatti stato proibito sin dal 2015.
Richieste per la liberazione dei due attivisti sono giunte da tutti i partiti comunisti del mondo: dall'Europa all'America Latina, sino agli Stati Uniti d'America.
L'Unione della Gioventù Comunista Leninista dell'Ucraina, si era peraltro più volte espressa contro la privatizzazione dei terreni agricoli pubblici da parte del governo del Presidente Volodymyr Zelensky.
Politiche, quelle di Zelensky, peraltro non dissimili da quelle del governo russo di Putin che, in tutti questi anni, ha privatizzato il privatizzabile e ridotto all'osso lo stato sociale.
A rimetterci, in sostanza, dai confilitti e dall'irragionevolezza di certi governi, di matrice tanto capitalista quanto autoritaria, solamente e sempre i popoli. Che dovrebbero essere sempre uniti e fratelli.
Luca Bagatin
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