Il Parlamento venezuelano ha approvato un piano che prevede l'introduzione di cosiddette Zone Economiche Speciali (Zonas Economicas Especiales), sul modello cinese, introdotte alla fine degli Anni '70 dal nuovo corso socialista riformista avviato da Deng Xiaoping e che fu alla base del successo economico del “socialismo con caratteristiche cinesi”.
Un progetto fortemente voluto dal governo socialista presieduto da Nicolas Maduro, il quale intende, in questo modo, rilanciare la ripresa economica, creare nuovi posti di lavoro e arginare gli effetti delle sanzioni imposte dagli USA.
Le Zone Economiche Speciali (ZEE) saranno ubicate nei seguenti luighi: Penisola del Paraguaná (Stato di Falcone); nel corridoio Puerto Cabello - Morón (Stato di Carabobo); a La Guaira (Capitale dell'omonimo stato); sull'Isola di Margarita (Stato di Nueva Esparta) e sull'Isola di La Tortuga (dipendenze federali).
Si tratterà, dunque, di zone nelle quali il governo abbasserà il carico fiscale per le imprese, in modo da favorire gli investitori stranieri. Zone che copriranno l'attività manifatturiera, agricola, turistica, commerciale e lo sviluppo immobiliare.
Esse saranno, ad ogni modo, supervisionate e coordinate dalla Soprintendenza delle Zone Economiche Speciali, istituita ad hoc.
Ad opporsi al progetto delle ZEE, il Partito Comunista del Venezuela (PCV), un tempo sostenitore del governo in carica.
Il PCV, infatti, ha votato contro l'approvazione di tale legge, ritenendo che tale piano possa comportare sia rischi per la sovranità del Paese, che ridurre i diritti dei lavoratori, favorendo unicamente il capitale privato.
Luca Bagatin
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