Il Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, ha incontrato a Pechino, dall'8 al 14 settembre, il suo omologo Xi Jinping.
Quest'ultimo, nel corso degli incontri, ha affermato che “la creazione di un partenariato strategico per tutte le stagioni tra Cina e Venezuela soddisfa le aspettative comuni dei due popoli e è conforme alla tendenza generale dello sviluppo storico”.
Il Presidente Xi ha inoltre parlato delle riforme avviate in Cina, in particolare dello sviluppo delle cosiddette Zone Economiche Speciali, avviate da alcuni anni - peraltro - anche in Venezuela, al fine di attrarre investimenti.
Venezuela e Cina, dunque, inaugurano quella che Xi ha definito “una nuova era di relazioni bilaterali”, approfondendo la cooperazione nell'ambito degli investimenti, in campo agricolo, dell'istruzione, del turismo e in ambito spaziale.
La Cina, inoltre, sostiene la salvaguardia dell'indipendenza nazionale e della sovranità del Venezuela, minacciate dalle assurde e antidemocratiche sanzioni unilaterali da parte degli USA e dell'UE, oltre che incoraggia la stabilità socioeconomica e l'autodeterminazione del Paese, ottenuta sia grazie all'opera del Libertador Simon Bolivar – nel XIX secolo - che del Presidente Hugo Chavez.
Relativamente a tale rinnovata partnership, il Presidente Maduro ha affermato che: “Tra Cina e Venezuela esiste un rapporto modello. E' un modello di ciò che dovrebbe essere il rapporto tra una superpotenza come la Cina, la grande superpotenza del 21° secolo e un Paese emergente, eroico, rivoluzionario e socialista come il Venezuela. La Cina ha inaugurato una nuova era caratterizzata dall’emergere di superpotenze non colonialiste, non imperialiste e non egemoniche”.
E ha peraltro ringraziato l'intervento della Repubblica Popolare Cinese in campo sanitario ai tempi dell'emerganza Covid19: “Dobbiamo ringraziare moltissimo la Cina. Al tempo della pandemia, se non fosse stato per la Cina, con il blocco dell’imperialismo statunitense in Venezuela, non sarebbero arrivati né i medicinali, né le forniture sanitarie, né i vaccini. Grazie alla Cina, vaccini e medicinali sono arrivati non solo in Venezuela, ma in più di 160 Paesi nel mondo”.
Il Venezuela ha riaffermato, inoltre, il suo interesse ad entrare a far parte del gruppo dei BRICS, in qualità di fornitore di energia, grazie alle sue riserve di petrolio e gas naturale.
Relativamente al conflitto russo-ucraino, Venezuela e Cina ritengono che l'unica via praticabile per risolvere tale crisi sia il dialogo e il negoziato, evitando di gettare benzina sul fuoco, incoraggiando una soluzione pacifica del conflitto.
Venezuela e Cina, entrambe ispirate a valori socialisti e democratici, hanno pertanto sottoscritto una intesa in cui - oltre ad avviare un Piano di cooperazione socioeconomica “Belt and Road” - entrambe le parti si impegnano a “lavorare insieme per sostenere i valori comuni di pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà per tutta l’umanità, e si impegnano a continuare a lavorare insieme per sostenere l’ordine internazionale basato sul diritto internazionale e sulle norme fondamentali, ovvero le norme che regolano le relazioni internazionali, il sistema internazionale con le Nazioni Unite e la sua Carta, scopi e principi al suo centro e si oppongono a tutte le forme di egemonismo e politica di potere, si oppongono a tutte le forme di unilateralismo e si oppongono alla creazione di blocchi e circoli di esclusione mirati a Paesi specifici”.
La Repubblica Popolare Cinese, peraltro, nella prima settimana di settembre – attraverso il Ministro Liu Jianchao, del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese - aveva rinnovato le relazioni con i Paesi del sud-est asiatico ad essa affini, ovvero Cambogia, Vietnam e Laos. Paesi ad essa legata dalle comuni lotte in difesa del socialismo e dell'indipendenza nazionale dall'egemonia statunitense.
Luca Bagatin
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