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venerdì 24 novembre 2023

Recensione di Alberto De Marchi a "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" di Luca Bagatin

  

per acquisti: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/

Luca Bagatin, “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà dell’Amore”, Ilmiolibro/Kataweb, 2019, 123 pagine, 12 euro

Un titolo che non deve trarre in inganno per questo terzo saggio di Luca Bagatin, che segue “Universo Massonico” (Bastogi Editore, 2013) e “Ritratti di Donna” (Ipertesto Edizioni, 2014) e che ne anticipa ufficiosamente due, per ora, però, ancora uno soltanto, e cioè “L’Altra Russia di Eduard Limonov – I giovani proletari del Nazionalbolscevismo” (Ilmiolibro/Kataweb, 2022); sembrerebbe, infine, essere di imminente uscita il saggio dal titolo “Ritratti del Socialismo”, ma, fino all’ufficializzazione del tutto, Luca preferisce che se ne parli il meno possibile, anche (e soprattutto) per precisa scelta militante.

Del titolo, si parlava: di primo acchito lo si potrebbe riferire – più che erroneamente! – ad una pubblicazione pregna di buoni sentimenti e “volemose bene” un tanto al chilo, ma basta intervenga il sottotitolo per riportarci sulla buona strada, perché effettivamente trattasi di un manifesto, (anti)politico e (contro)culturale ma pur sempre un manifesto; anzi, molto probabilmente proprio per questo un Manifesto!

Introdotto da una composizione in versi dello stesso Bagatin, dalla prefazione del Principe Antonio Tiberio di Dobrynia, da uno scritto esplicativo e da un “Manifesto d’intenti di Amore e Libertà” a firma sempre dell’autore del saggio tutto, esso si sostanzia di tre parti: la prima e più corposa è il manifesto “politico” vero e proprio, la seconda è una raccolta di biografie (“Alcune figure storico-politiche che hanno ispirato Amore e Libertà”), il tutto si conclude con qualche pagina di “Recensioni a film e serie tv d’Amore e Libertà”.

Che cosa Amore e Libertà sia per Luca Bagatin è arduo da spiegare, soltanto lui lo potrebbe fare; ad ogni modo, recensire è anche un po' identificarsi non tanto con l’autore dello scritto che ci si ritrova fra le mani per consigliarne o sconsigliarne la lettura, quanto almeno coi suoi propri intenti, dunque ci proverò.

Amore e Libertà è la denominazione di un blog (anzi, di un pensatoio, come lui preferisce chiamarlo) che Luca ha fondato nel non certo lontanissimo ma neppure poi tanto vicino 2013 e che da allora e continuativamente aggiorna.

Gli argomenti trattati in esso si ritrovano in quelli di cui ha voluto riempire le pagine di questo saggio e che hanno una fortissima attinenza anche con quelli dei suoi saggi passati e futuri: esoterismo e massoneria, studi sul Risorgimento e sul socialismo originario (nelle sue varie declinazioni al di là del tempo e dello spazio), pensieri sparsi sul femminile, ritratto nel suo senso eterno e perenne, nulla a che vedere, quindi, col femminismo di matrice borghese che confonde la sacrosanta uguaglianza con l’identità fra uomo e donna (indi per cui: fra maschile e femminile), venendo sbugiardato fin dalla più basica biologia!

Scritti di lunghezza variabile, certi di taglio più giornalistico (per quanto Luca faccia propria la visione gurdjieffiana secondo cui il giornalismo altro non sarebbe che “una pessima forma di letteratura”), altri più letterari (in senso talvolta alternativo, talaltra insieme, o poetico o saggistico) che hanno avuto l’onore (ma suppongo anche l’onere, comune a qualsiasi prova scritta, di essere spiegati e – quando necessario – “giustificati” e difesi) di essere tradotti in francese, in portoghese ma finanche in lingua serba e fiamminga.

L’autore, al di là del suo allontanamento volontario da questi specifici settori, dimostra esplicitamente le proprie perizie, dovute ad anni di permanenza in svariate redazioni di giornali e riviste cartecee ed online (frequentazioni, queste, per la verità mai del tutto smesse, e per fortuna di chi può continuare a leggere le riflessioni di Luca) e sedi e sezioni di partito: l’antipolitica e la controcultura di cui sono impregnate ciascuna delle incursioni di Bagatin nei territori dello scibile principiano proprio da questo suo aver frequentato determinati ambienti dismettendone però gli abiti, operando un “rovesciamento” al fine di giungere al nocciolo delle questioni – politica e culturale – spogliandole di tutte le sovrastrutture, buoniste e mainstream, che ne hanno inficiato la purezza per provare a farle tornare al senso originario, quando non c’era bisogno di farle precedere dai prefissi “anti” e “contro”.

Procedere ad un elenco – che per forza di cose dovrebbe essere parziale – di ciò di cui si può trovare trattazione sfogliando le pagine del saggio, oltre che poco sensato risulterebbe scorretto nei confronti dei punti che, per forza o per amore, si dovrebbero dismettere dall’elenco in questione, quindi funga da invito alla lettura la conclusione dell’Introduzione di Luca (pagg. 7,8), che ad una prima lettura potrebbe sembrare in contrasto con quanto affermato dal sottoscritto lungo queste poche righe, ma non si tratta altro che di due modalità differenti per giungere alla medesima conclusione: “Questo Manifesto per la Civiltà dell’Amore tutto è tranne che un manifesto politico nel senso classico del termine. Esso vuole semplicemente invitare il lettore all’approfondimento e alla riflessione. Ovvero vuole guidarlo verso la sua stessa emancipazione”.

Alberto De Marchi

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