PARTITI DI IERI E DI OGGI
In generale, da molti anni, non credo al voto elettorale e per una lunga serie di motivi.
Il primo dei quali il fatto che ritengo che nessuno possa essere rappresentato da qualcun altro, e che solo l'auto-rappresentanza e la democrazia diretta/autogestione, ritengo che possano dirsi forme pienamente democratiche.
Ma questi aspetti sono possibili solo in una società altamente formata sotto il profilo intellettuale, spirituale e morale, che dovrebbe essere l'obiettivo primario di ogni società/civiltà evoluta.
Ma, ad ogni modo, in Italia mi sarebbe impossibile votare, da molti anni, per qualsiasi partito moderno, in quanto ritengo siano tutti simili, nei fatti, e tutti più o meno di destra, anche quelli che si dicono di "sinistra" o si chiamano "sinistra" o quelli che si dicono di "centro".
Nella Prima Repubblica non avrei avuto problemi nel votare una volta per il Partito Socialista Italiano (guidato da Bettino Craxi), un'altra per il Partito Socialista Democratico Italiano (guidato da Pietro Longo), un'altra ancora per il Partito Repubblicano Italiano (ai tempi di Randolfo Pacciardi e Mario Bergamo) o per il Partito Radicale (ai tempi di Mario Pannunzio e del primo Marco Pannella, quello delle lotte dalla parte di chi, come diceva Pasolini, "non sa di avere diritti"), a seconda del momento storico o politico.
Ovvero per partiti di
sinistra laica e libertaria.
Quella sinistra laica e libertaria che
manca dal 1993 ad oggi. Perché i suoi esponenti sono estinti e si è
anche fatto di tutto per estinguerli o vilipenderli (fino a togliere, ad alcuni di loro, persino quattro soldi di vitalizio).
Tornare indietro non si
può, sia ben chiaro. E lo dico con rammarico, ma è così.
Però si può studiare,
capire, approfondire e mantenere quei valori storico-politici di sinistra laica e libertaria.
E io, che li professo sin da quando avevo quattordici anni, li manterrò per sempre.
L'ANNO ORRIBILE 1993
Le proteste di piazza di leghisti, postcomunisti, missini, contro i partiti democratici di governo della Prima Repubblica (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), nel 1993, hanno dimostrato che la "società civile" può essere, nei fatti, talvolta, una società incivile.
Purtroppo, dal 1993 ad oggi, in Italia, a destra e a sinistra, al governo o all'opposizione, c'è quel tipo di società. Una società senza valori, allo sbando, opulenta, tanto tecnologizzata quanto preda della semplificazione intellettuale e della banalità.
SULL'AUMENTO DELL'IGNORANZA
Negli anni ho osservato
un aumento esponenziale dell'ignoranza, dell'incapacità di scrivere
e parlare bene e un aumento generalizzato della maleducazione, oltre che della fretta e dell'impazienza.
Il tutto di pari passo a un miglioramento delle condizioni economiche e tecnologiche.
Più sei ricco e tecnologizzato e più sei sciocco, ignorante e vuoi tutto e subito, in sostanza.
Il perché è presto
spiegato: se sei ricco e tecnologizzato diventi pigro. Quindi non te
ne frega nulla di conoscere, approfondire, studiare, educarti. Vuoi tutto, senza fatica e senza sapere niente.
In generale penso che il vero male dell'Occidente sia l'eccesso di ricchezza e di tecnologia.
Aspetti che stanno da
qualche tempo iniziando a stravolgere anche la società cinese, che pur rimane una società seria e ordinata.
La questione del conflitto russo ucraino è molto semplice.
Con il separatismo delle Repubbliche post sovietiche dall'URSS i nazionalismi russofobi hanno preso il sopravvento. Questi sono stati ampiamente sostenuti dagli USA che da un Occidente irresponsabile.
Nel momento in cui i russi abitanti in quelle terre si sono sentiti minacciati, hanno iniziato difendere i loro diritti.
Il primo a denunciare e a attivarsi per questo, lo scrittore Eduard Limonov e i militanti del suo Partito NazionalBolscevico. Un partito di sinistra democratica e patriottica, sostenuto persino dalla compianta giornalista Anna Politkovskaja e perseguitato sia da Eltsin che da Putin.
Quest'ultimo, in calo di consensi, si è accorto troppo tardi che Limonov aveva ragione e ha preso a prestito le sue idee.
L'UE è rimasta a guardare. Si è barcamenata per anni fra amicizia all'autocrate Putin e agli USA. Anziché ricercare una sua propria via autonoma e, nella fattispecie, prendere le difese delle minoranze russe martoriate dai nazionalismi di estrema destra, ha chiuso gli occhi e favorito il riarmo delle Repubbliche post sovietiche in chiave anti russa.
È tutto molto semplice. Basta approfondire la Storia.
L'ideologia e le opposte tifoserie non servono e sono persino fuorvianti.
L'immigrazione, clandestina o meno, è favorita dalle imprese e dalla destra economica.
Imprese e destra economica hanno necessità di carne fresca da introdurre nel sistema produttivo.
Gli autoctoni, infatti, hanno smesso - e giustamente - di farsi sfruttare dalla classe imprenditoriale.
Andrebbe promosso,
invece, lo sviluppo autonomo dei Paesi del Terzo e Quarto Mondo e non il suo sfruttamento.
Che è ciò che da sempre fanno i Paesi socialisti, continuamente criticati o destabilizzati dalle grandi imprese e dalla destra economica.
Immigrazione, ius
scholae e tutte queste cose non hanno nulla di umanitario in sè. Possono essere aspetti volti a sanare alcune situazioni, ma non dovrebbero essere la regola.
Solo uno sviluppo autonomo dai Paesi del Terzo e Quarto Mondo e la cooperazione internazionale possono favorire condizioni vantaggiose per tutti.
SULLA RICCHEZZA
Il problema di fondo è la troppa ricchezza, che genera un eccesso di progresso e di modernità, che generano, a loro volta, la mancanza di limiti e di freni inibitori.
Quando dico che occorre combattere la ricchezza (ponendole un freno e sottomettendo i ricchi alle necessità della comunità) e, dunque, porre un freno al progresso (che è il vero regresso), è proprio perché sono consapevole di dove tutto questo potrà portarci.
L'ego è una patologia di cui soffrono troppi esseri umani e va tenuto a freno, così come un bambino necessita di limiti e regole che, dei buoni genitori, sapranno impartirgli per il suo sano sviluppo e per una crescita autonoma e responsabile.
Luca Bagatin
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