Il vertice BRICS, che si è tenuto dal 22 al 24 ottobre a Kazan, Capitale della Repubblica del Tatarstan, nella Federazione Russa, si è concluso.
I BRICS sono un importante meccanismo di cooperazione nato nel 2009, che vede protagonisti Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e oggi anche Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran e Etiopia e numerosi sono gli altri importanti Paesi del Sud e dell'Est del mondo, che ne hanno chiesto l'adesione.
Al recente convegno, organizzato dal prof. Giancarlo Elia Valori, a Roma, dal titolo “Mondializzazione, confini, identità”, il prof. Oliviero Diliberto ha affermato come il gruppo dei BRICS possa rappresentare un tentativo di riequilibrio del mondo d'oggi, preda di conflitti e fondamentalismi di ogni genere.
Lo stesso prof. Valori, impegnato almeno sin dagli Anni '70 nella promozione di un mondo multipolare, ha affermato come i Paesi aderenti ai BRICS stiano lavorando per la costruzione di una “comunità dal futuro condiviso, fondata sulla solidarietà e la cooperazione, per la costruzione di un mondo migliore”
L'incontro di Kazan ha visto la partecipazione di leader di ben 36 Paesi, fra i quali 22 capi di Stato, oltre al Segretario Generale dell'ONU Antonio Guterres.
Importante è stato l'intervento del Presidente cinese Xi Jinping, il quale, fra le altre cose ha affermato: “Mentre il mondo entra in un nuovo periodo definito da turbolenza e trasformazione, ci troviamo di fronte a scelte cruciali che plasmeranno il nostro futuro. Dovremmo permettere al mondo di sprofondare nell'abisso del disordine e del caos, o dovremmo impegnarci per riportarlo sulla strada della pace e dello sviluppo? Questo mi ricorda un romanzo di Nikolay Chernyshevsky intitolato “Che fare?” La determinazione incrollabile e la spinta appassionata del protagonista sono esattamente il tipo di forza di volontà di cui abbiamo bisogno oggi. Più i nostri tempi diventano tumultuosi, più dobbiamo rimanere fermi in prima linea, esibendo tenacia, dimostrando l'audacia di essere pionieri e mostrando la saggezza di adattarci. Dobbiamo lavorare insieme per trasformare i BRICS in un canale primario per rafforzare la solidarietà e la cooperazione tra le nazioni del Sud del mondo e un'avanguardia per promuovere la riforma della governance globale”.
Nello specifico, il Presidente cinese ha sottolineato la necessità lavorare per la pace e di agire “come difensori della sicurezza comune”.
A tal proposito, ha ricordato come Cina e Brasile, in collaborazione con altri Paesi del Sud del mondo, abbiano avviato il gruppo “Amici per la pace”, al fine di affrontare sia la crisi ucraina che il conflitto in Medio Oriente.
In tal senso, il Presidente Xi, ha ricordato i tre principi sui quali occorre muoversi: “nessuna espansione dei campi di battaglia; nessuna escalation delle ostilità e non gettare benzina sul fuoco, ovvero impegnarci per una rapida de-escalation della situazione”.
In merito alla questione in Medio Oriente egli ha affermato che: “Mentre la situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi, le fiamme della guerra sono state nuovamente riaccese in Libano e i conflitti tra le parti stanno aumentando. Dobbiamo promuovere un cessate il fuoco immediato e la fine delle uccisioni. Dobbiamo compiere sforzi incessanti verso una risoluzione completa, giusta e duratura della questione palestinese”.
Il Presidente Xi Jinping ha ricordato come la Cina sia, peraltro, impegnata nella cooperazione e nello sviluppo nell'ambito dell'Intelligenza Artificiale, oltre che nell'ambito dello sviluppo ecologico e sostenibile e come stia lavorando per la “riforma della governance globale”.
Ha sottolineato, inoltre, come occorra “unire le forze dei Paesi del Sud del mondo nella costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”.
Unione del Sud del mondo, pace, sicurezza internazionale, sviluppo, cooperazione, prosperità comune e modernizzazione. Queste, in sostanza, le prospettive della Cina socialista odierna che, dalla Conferenza afroasiatica di Bandung del 1955 – che riunì gli allora Paesi Non Allineati, oltre gli opposti imperialismi USA-URSS – si sta adoperando per l'emancipazione del Terzo e Quarto Mondo.
Come peraltro insegnarono grandi leader socialisti della Storia quali i cinesi Mao-Tse Tung e Zhou Enlai, oltre che il Presidente rumeno Nicolae Ceausescu e quello argentino Juan Domingo Peron (vorrei ricordare, in merito, il suo importante saggio, scritto nel suoi anni d'esilio in Spagna, nel 1967, dal titolo “L'ora dei popoli”, in cui trattò, nello specifico, della necessità dell'emancipazione e unione del Terzo Mondo) e i nostri grandi statisti socialisti quali Bettino Craxi e l'allora Ministro degli Esteri Gianni De Michelis.
Quando il mondo aveva politici di spessore al governo. Quando l'Europa era ancora un continente serio, ragionevole, civile, privo di omologazione e di fondamentalismi di ogni genere.
Luca Bagatin
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