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sabato 25 gennaio 2025

Profondamente sbagliato equiparare nazismo a comunismo (come vorrebbe la destra peggiore). Articolo di Luca Bagatin


In una UE sempre più censoria e sempre meno democratica e in cui la pericolosa estrema destra avanza, appare ancora più pericoloso l'ulteriore tentativo del Parlamento europeo di equiparare il nazifascismo al comunismo sovietico.

Peraltro a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata della Memoria.

Si vorrebbe forse dimenticare il sacrificio dell'Armata Rossa e di oltre 20 milioni di sovietici, i quali combatterono contro il nazifascismo e che, il 27 gennaio 1945, liberarono il campo di sterminio nazista di Auschwitz?

Il Parlamento europeo, poi, sembra o ignorare o voler dimenticare che fu grazie alla Rivoluzione socialista sovietica dell'Ottobre 1917, guidata da Vladimir Lenin, se venne posta la parola fine all'antisemitismo zarista. E, nel 1918, l'URSS legalizzò il divorzio, l'aborto, depenalizzò l'omosessualità e legalizzò la convivenza fuori dal matrimonio. Molto prima di molti altri Paesi europei che si dicono “avanzati”!

Come se non bastasse, si deve all'URSS un importante contributo nell'edificazione dello Stato di Israele, fondato e guidato dal socialista David Ben Gurion, il cui sistema dei kibbutz affascinò molto anche la Jugoslavia socialista di Josip Broz Tito, che riconobbe e sostenne immediatamente tale Stato. Così come peraltro fece la Romania socialista, che con Israele non ruppe mai le relazioni diplomatiche.

Equiparare il socialismo sovietico al nazifascismo, anche solo per queste importanti ragioni, dovrebbe apparire una follia e un insulto alla memoria storica, oltre che all'onestà intellettuale.

Nel 2021 scrissi peraltro già un articolo, sempre in risposta a coloro i quali (il partito della Meloni in primis) avrebbero voluto equiparare tali aspetti storico-politici, diametralmente opposti e allo scopo ultimo, in definitiva, di bandire definitivamente dall'Europa la memoria storica socialista e comunista (cosa già peraltro ampiamente fatto a partire dal 1993, come più volte ho scritto).

Così scrivevo: “Equiparare comunismo a nazifascismo non solo è storicamente sbagliato, ma anche ideologico e pretestuoso.

Se il primo fu un esempio di emancipazione civile e sociale (sia nella sua versione marxista-leninista che anarchica e socialista), declinato nei secoli nelle varie “vie nazionali al socialismo”, il secondo fu un fenomeno essenzialmente capitalista e razzista, come peraltro rilevato negli Anni '20 – quindi agli albori del fenomeno hitleriano - dai nazionalbolscevichi tedeschi Ernst Niekisch e Karl Otto Paetel.

E' pretestuoso in quanto equiparazione sbandierata già in sede UE dai liberal-capitalisti e da tempo applicata in Paesi semi-autoritari quali Polonia, Ucraina, Paesi Baltici, Slovacchia e Ungheria”.

E continuavo:

Preoccupante, dunque, la proposta di legge del partito della Meloni, che vorrebbe identificare il comunismo quale “totalitario” (dimenticando che totalitario è piuttosto il liberal-capitalismo, che sta mettendo e mette ogni cosa in vendita, persino le vite delle persone) (…).

Puntare il dito poi contro Cina, Vietnam, Corea del Nord e Cuba, quali Paesi comunisti “totalitari”, significa non solo non conoscerne i meccanismi politici e socio-economici, ovvero il significato di che cosa sono le democrazie popolari, ma anche pensare che tali sistemi siano uguali fra loro, quando invece ciascuno segue la propria personale via nazionale al socialismo, adattata non solo alle caratteristiche sociali, culturali e economiche, ma anche alla volontà dei rispettivi popoli (senza contare che ciascuno di questi Paesi presenta sistemi elettorali e finanche aspetti di democrazia diretta).

Parimenti, puntare il dito contro l'Unione Sovietica quale “dittatura totalitaria”, da parte del partito della Meloni, è altrettanto scorretto, in quanto l'URSS fu un sistema socio-economico e geopolitico ampiamente condiviso dalla popolazione (al punto che questa votò a maggioranza - 77,8% - per la sua conservazione, in un celebre referendum – nel marzo 1991 - poi disatteso dal golpismo di Eltsin), del quale ha ancora oggi nostalgia”.

Da tener presente, poi, che nella Federazione Russa, esistono oggi numerosi partiti comunisti e sono tutti all'opposizione del governo liberal capitalista di Putin, il quale, spesso, o impedisce loro di presentare liste elettorali, o, talvolta, li mette anche in galera. O falsa i risultati elettorali, in modo che, i comunisti, non abbiano mai sufficienti voti per governare.

Che differenza c'è, dunque, fra le politiche di Putin e ciò che vorrebbe il Parlamento europeo?

Mi piace poi ricordare che il Vate della letteratura italiana, Gabriele d'Annunzio, si definì egli stesso comunista e disse, nell'intervista a una rivista anarchica: “Io sono per il comunismo senza dittatura […] È mia intenzione di fare di questa città (Fiume) un’isola spirituale dalla quale possa irradiare un’azione, eminentemente comunista, verso tutte le nazioni oppresse”.

Da notare, peraltro, come proprio l'Unione Sovietica leninista fosse l'unica ad aver riconosciuto la Reggenza del Carnaro dannunziana e come Lenin, a proposito di d'Annunzio, lo elogiasse quale “unico rivoluzionario in Italia”.

Il simbolo della falce e martello, il cui utilizzo, qualcuno (compresi tanti finti "socialisti" europei), vorrebbe abolire in UE, fu il simbolo anche del primo partito politico italiano, ovvero il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, di Filippo Turati e Anna Kuliscioff, fondato nel 1892. E tale simbolo fu usato persino da Giuseppe Saragat, che mai si definì anticomunista, nel 1947, fondando il PSLI (poi PSDI), che comprendeva anche trotzkisti che alla Rivoluzione bolscevica, comunque, si ispiravano (e nelle fila di quel partito militò la grande rivoluzionaria e femminista Angelica Balabanoff).

Studiare la Storia, senza pregiudizio, sarebbe sempre bene per tutti. Anche perché, in UE, fra ignoranza di andata, ritorno e veicolata dai media, oltre che da una politica che favorisce sempre di più gli autoritarismi (quelli veri) striscianti, sino a sdoganarli... un ritorno agli inquietanti Anni '30 è tutt'altro che lontano dalla realtà.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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