VERSUS
Non conoscevo questo Guy Verhofstadt,
così come non conoscevo questo Tsipras di cui pur i media si
occupano, in vista dello spettacolo pornocratico delle elezioni
europee previste per fine maggio.
Uno spettacolo pornocratico, dicevamo,
utile unicamente a spartire le poltrone di un Parlamento europeo
senza alcun potere se non quello di determinare la...lunghezza delle
zucchine o giù di lì (se non è pornocrazia questa !).
Uno spettacolo inutile se non fosse che
751 politicanti eletti a Bruxelles si spartiranno altrettanti
stipendi loro lautamente pagati dai contribuenti europei ai quali,
della lunghezza zucchine e del resto, francamente, interessa poco o
nulla.
Ma torniamo a Guy Verhofstadt che, un
po' come Tsipras per i comunisti italiani, sta diventando un'icona
liberaldemocratica da utilizzare a mo' di feticcio di un'accozzaglia
partitocratica utile solo a raccattare qualche voto e tentare di
superare la fatidica soglia del 4%. Impresa, lo abbiamo sempre
sostenuto, peraltro, impossibile.
Ora, qui non ci interessa tanto parlare
di Guy Verhofstadt, sicuramente degnissimo politico liberale belga
(che però di partiti italiani temiamo conosca poco o nulla), ma
dell'alleanza-accozzaglia che vogliono mettere in piedi il Centro
Democratico di Tabacci (che nel Parlamento italiano sta con i
cattocomunisti) e quel che resta di Fare per Fermare il Declino di
Michele Boldrin. Un'alleanza-accozzagli che vuole richiamarsi
all'Alde - ovvero all'Alleanza Liberaldemocratica Europea - e dovrebbe
chiamarsi “Scelta Europea con Guy Verhofstadt”.
Apprendiamo che anche ciò che resta
del Partito Nucariano...ehm, del Partito Repubblicano Italiano (ben
diverso dal partito che fu di Ugo La Malfa e Randolfo Pacciardi,
intendiamoci) ha aderito a quest'alleanza e che sarebbero corteggiati
anche il neo-partito di Giannino ALI; quel che resta del PLI del
sempreverde De Luca e forse anche ciò che resta di Scelta Civica
(partito peraltro inutile all'indomani dell'uscita del suo leader
Mario Monti).
Ora, ci si chiede a chi giovi tutto ciò
in casa liberale, ovvero quale programma comune di ispirazione
liberale e magari libertaria possa scaturire da una tale accozzaglia
che vede uniti democristian-cattocomunisti e pseudoliberali in salsa
ammuffita.
Tanto più ci chiediamo a che cosa
serva una lista liberale (ma anche una socialista, popolare o
comunista o grillina o neofascista) in Europa, visto che l'Unione
Europea è di fatto governata dalla Banca Centrale Europea e, per
decidere della lunghezza delle zucchine, ripetiamo, non servono
liberali, socialisti o popolari !
Diverso sarebbe se i liberali, quelli
duri e puri però, contaminati da un sano liberlsocialismo e da un
sano repubblicanesimo mazziniano e garibaldino, che conoscono le
battaglie di Ernesto Rossi, Mario Pannunzio, Ernesto Nathan e ancor
prima quelle di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini per un'Europa
affratellata, ove il Popolo governa sull'economia e sulle ruberie
politico-bancarie, iniziassero una sana battaglia extraparlamentare.
E' ciò che da lungo tempo ho proposto
loro, così come lo propongo a tutti i cittadini pensanti (magari
anche ai dissidenti ex grillini, se non rimanessero sordi all'appello
del loro stesso elettorato) allorquando ideai “Amore e Libertà”
(www.amoreeliberta.altervista.org
– www.amoreeliberta.blogspot.it),
che non è un partito elettoralistico, bensì è un Partito d'azione.
D'azione extraparlamentare in primis, per la Civiltà dell'Amore, per
un'Europa affratellata, per i diritti sociali e politici che possono
essere ottenuti fornendo ai cittadini una sovranità che non è mai
stata fornita loro. Attraverso l'autogestione e la libertà di
scelta: del proprio corpo, delle attività economiche, della
circolazione delle idee (attraverso lo sviluppo del copyleft e
l'abolizione del copyright), dell'autogestione dei capitali
attraverso l'unione fra capitale e lavoro di mazziniana memoria.
Tutto ciò è utipistico, forse. Ma è
utile ed ha senso. Per uscire da una crisi che è prima di tutto
umana. Da una crisi imposta dall'economia per mezzo della politica.
Imposta da una cattiva politica fatta da persone che ritengono sia
più utile il proprio posto assicurato nelle
istituzioni-prostituzioni - pagato dal cittadino-contribuente -
rispetto all'interesse del cittadino.
Temiamo di rimanere, purtuttavia, una
volta di più inascoltati dai partiti tradizionali. Ma, ad ogni modo,
ci auguriamo di non esserlo dalla gran parte degli elettori (o, meglio, degli ex elettori) che, a
maggio, si rifiuteranno di partecipare allo spettacolo pornocratico
delle elezioni europee. E preferiranno dare una chances all'amore ed
alla libertà di crescere in un'Europa e in un mondo senza violenze e soprusi
politico-economico-sociali.
Luca Bagatin
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